I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato per 0-0 al Tombolato contro il Cittadella nella seconda giornata del girone di ritorno della Serie B.
Radunovic 6: spettatore non pagante, prova solo due brividi nel primo tempo che passano presto grazie alla sterilità avversaria. Il resto? Il nulla con contorno di nulla.
Altare 6,5: dritto per dritto prova a trovare con alcuni lanci interessanti sia Lapadula che gli inserimenti di altri compagni. Su Mastriello è attento e pulito, dimostrando nuovamente di essere sulla giusta strada dell’affidabilità ritrovata. Con la squadra avversaria in dieci si avventura in incursioni offensive, ma senza successo.
Dossena 6,5: dominatore dei cieli del Tombolato sia in difesa che in attacco con quei 60 secondi nei quali cerca gloria senza trovarla causa Kastrati. I problemi che ne abbassano la valutazione arrivano con i palloni a terra, sia in costruzione – grave l’errore al 40′ – sia in marcatura. La ripresa è una passeggiata di salute.
Capradossi 6: Antonucci, Varela e Crociata a turno finiscono dalle sue parti, lui tiene botta pur con qualche fatica. Alcuni falli inutili, ma l’attenzione è quasi sempre alta e non demerita affatto. Come per i compagni con il rosso a Salvi non deve più soffrire.
Dall’86’ Barreca SV: prova a combinare con Millico, ma non c’è tempo.
Zappa 5,5: c’è una parte decisamente positiva ed è quella della volontà negli inserimenti senza palla. Poi però c’è quella negativa del vecchio esterno che ogni tanto va in confusione, da due errori di valutazione e di troppa leggerezza arrivano due gialli ai compagni. Passo indietro.
Dall’80’ Griger SV: entra per alzare i centimetri contro il muro del Cittadella, non la vede mai.
Nández 6,5: corre e macina, incita e spinge da capitano vero. Partita di sostanza che a livello quantità e qualità è sintetizzata dall’occasione al 31′: palla rubata di grinta, corsa verticale dribbling a rientrare e scelta di giocata sbagliata al momento del dunque. Molto meglio nella ripresa, quando diventa secondo regista occulto e prova a prendere per mano la squadra.
Makoumbou 6: senza infamia e senza lode, non è gara da ricami e regia pulita, piuttosto da restare lì e fare filtro di sostanza. Compito che svolge bene a tratti. Manca lo spunto, troppo orizzontale non riesce a dare velocità con la superiorità numerica.
Kourfalidis 7: strappa e punta, sempre nel vivo e sempre attento a recuperare per aiutare i compagni. Ogni tanto qualche pausa se la concede, ma è decisamente il migliore lì in mezzo. Provoca il rosso a Salvi, è uomo ovunque e dimostra, se ce ne fosse bisogno, che è ormai imprescindibile.
Dall’86’ Rog SV: entra tardi e non toglie il coniglio dal cilindro. Rientro comunque importante.
Azzi 6: non è un brasiliano da fronzoli e calcio bailado, non disdegna le spazzate e gioca molto di fisico più che di fino. Però è concreto quanto basta e quanto serve, pur se manca ancora qualità.
Dall’80’ Millico 6: tra i subentrati è quello che ci prova di più, anche se ha molto fumo e poco arrosto. Però almeno tenta qualcosa di diverso.
Falco 5: tanto Pavoletti è importante sulle palle alte quanto lui lo è su quelle da fermo e nel gioco a terra. Dal suo piede nascono le due occasioni di Dossena, sempre mobile prova a cercare lo spazio giusto nel traffico del Tombolato. Il problema è che resta negli spogliatoi dopo 45 minuti positivi, uscendo di scena senza più incidere nemmeno da fermo.
Dall’86’ Luvumbo SV: compito restare largo, ma può poco con l’ingresso tardivo. Perché solo a 4 minuti dal novantesimo?
Lapadula 5,5: viene pavolettizzato per un pomeriggio, riferimento offensivo che prova a catalizzare e spizzare i palloni lunghi mentre gli altri gli girano attorno. Non ha palloni giocabili dentro l’area, ma il lavoro sporco lo fa senza mancare in voglia e presenza. Piano piano, però, fa mancare il suo apporto e non è più né sbocco né terminale.
Ranieri 5,5: la partita è stata esattamente quella prevista, una classica sfida da cadetteria tutta corsa, seconde palle e confusione organizzata. La squadra risponde presente, dimostrando di essersi calata maggiormente nella categoria e aver indossato l’elmetto. Però il risultato sono due punti persi e soprattutto zero occasioni in superiorità numerica. Non solo, i cambi tardivi non pendono a suo favore.
Matteo Zizola