I nostri giudizi sul Cagliari sconfitto al Dall’Ara di Bologna dalla squadra allenata da Thiago Motta per 2-1.
Radunovic 4,5: ringrazia l’incrocio sulla prima conclusione di Karlsson, ma appena arriva il momento di ergersi a salvatore non si fa pregare. In cinque secondi dice no prima al nuovo tentativo dello svedese e poi si supera anche su Zirkzee. Qualche responsabilità sul pareggio felsineo nonostante la libertà del centravanti olandese, ancora il legno lo salva sul rigore di Orsolini, poi la frittata clamorosa al 90′ che regala 3 punti al Bologna e che non può non incidere sulla valutazione.
Zappa 5: ha un cliente complicato, decisamente il più complesso tra gli avversari. Lo soffre, si lascia superare facilmente dal movimento e solo Radunovic evita la rete, vive in apnea a lunghi tratti. Prova a risolvere la grana spingendo quando possibile, ma manca di precisione al cross. Partecipa alla dormita sul pareggio del Bologna da attore protagonista.
Dal 66′ Oristanio 5: la fascia destra resta il punto debole in tutta la partita, lui entra e la situazione non cambia, anzi. Prova lo spunto offensivo, ma si perde al momento del dunque.
Dossena 7: un uomo chiamato diagonale, lunga o corta lui chiude da libero vecchio stampo con eleganza e calma olimpica. In terra o in cielo domina al Dall’Ara confermandosi più che adatto alla dimensione chiamata Serie A. Tiene alta l’attenzione durante tutta la gara.
Wieteska 6: pronti via e un anticipo mancato a metà campo lo vede lasciare campo libero a Ndoye. Prende fiducia aiutato anche da un Dossena che gli copre le spalle sempre e comunque. Dimostra di essere centrale da Ranieri con la verticale immediata per Luvumbo che porta al gol del vantaggio.
Augello 6: prestazione pessottesca fatta di solidità in retroguardia e qualche perlustrazione del terreno nemico. Dimostra che su di lui si può contare, magari senza chissà quali fronzoli, ma con la spinta quando serve e soprattutto un’intelligenza difensiva sopra la media.
Dal 70′ Azzi 5,5: mette in campo la sua classica corsa dritto per dritto, nessuno spunto degno di nota e anzi sbaglia alcune situazioni gestibili meglio sia come scelte che tecnicamente.
Nández 5: sarà che la difficoltà di Zappa lo trascina, sarà che si limita al compitino sulla fascia, sarà quel che sarà ma non riesce a incidere particolarmente. Di fronte Kristensen non sembra un fulmine, anzi, e potrebbe attaccarlo con maggiore costanza, ma gioca stranamente con il freno tirato. Ed esce dopo una prestazione sottotono dopo i primi 45 minuti. Dal 46′ Di Pardo 4,5: sembra entrare bene quando ferma all’ultimo Ferguson pronto a colpire a botta sicura, poi entra in un loop negativo e diventa responsabile sia sul pareggio sia sull’ingenuo rigore poi fallito. Il suo apporto risulta negativo.
Makoumbou 6: domina la mediana dopo un primo quarto d’ora di difficoltà. Chiude le linee di passaggio, sostiene la fase difensiva e, soprattutto, regna quando recupera palla e la smista con la sua classica calma elegante. Fronzoli funzionali, classe e personalità: passo in avanti deciso dopo i problemi contro l’Inter pur se alla distanza perde di smalto.
Sulemana 5,5: ha una peculiarità abbastanza evidente, quella di recuperare immediatamente dopo ogni errore. Lo fa anche al Dall’Ara quando perde palla al limite dell’area avversaria, fa partire un contropiede pericoloso, strappa la sfera da Moro nella propria metà campo. Nel lungo termine però fatica e manca anche l’occasione del possibile 1-2 che avrebbe sicuramente dato alto destino alla serata.
Jankto 6: tatticamente fa il suo e anche bene, manca lo spunto ma non è partita per frizzi e lazzi. Se però Augello soffre poco o nulla – al contrario di Zappa sul lato opposto – non è solo per il diverso avversario diretto, ma anche perché davanti ha un compagno più sul pezzo alla voce aiuto reciproco.
Dal 66′ Deiola 5,5: entra per dare solidità alla mediana, porta densità ma anche qualche errore di troppo e, soprattutto, una tecnica che non aiuta a far svoltare le sorti dell’attacco.
Luvumbo 7: si vede che è in fase di apprendimento dei rudimenti della tattica da massima serie, ma all’improvviso si accende e tira fuori dal cilindro la classica luvumbata. Ossia utilizzo del corpo facendo perno su quello dell’avversario, ricezione della verticale del compagno sullo spazio alle spalle, corsa palla al piede alla prova a prendermi, sinistro chirurgico a mettere alla berlina il portiere. Un grande classico dell’angolano, così come il mal di testa che fa venire a turno ai difensori e il giallo procurato per proteste da frustrazione di Ferguson. Come esce Petagna resta l’unico a incidere.
Petagna 6,5: la sua utilità è evidente già nei 45 minuti in campo, diventa clamorosa quando deve alzare bandiera bianca. Un vero e proprio bulldozer non solo metaforicamente, ma anche di fatto. Tiene palla, fa salire la squadra, gestisce con intelligenza tutte le situazioni. Non ha occasioni clamorose, ma dal punto di vista di impegno e capacità di legare il gioco la sua è una prestazione positiva.
Dal 46′ Shomurodov 4: il rischio di diventare capro espiatorio esiste, ma lui ci mette davvero pochissimo per evitarlo. Non tiene un pallone che sia uno, sbaglia le poche scelte alle quali è chiamato in zona d’attacco, sembra un pesce fuor d’acqua e non aggiunge nulla, anzi, al collettivo. Il confronto con Petagna è impietoso, in più, ciliegina, commette un fallo inutile che regala la punizione da cui nasce la frittata di Radunovic. Crescerà, ma questo approccio non lascia ben sperare.
Ranieri 5,5: il primo tempo parte con un 4-4-2 compatto e prettamente difensivo, passata la sfuriata bolognese la squadra dimostra compattezza e gioco lineare. Il gol di Luvumbo forse lo premia oltremodo, ma i suoi ci sono e non demeritano. La ripresa parte senza troppe paura, ma i cambi uccidono quanto di buono visto fino a quel momento. Non tanto per colpa sua, i rincalzi sono quelli al momento, ma di fatto tra buchi ed errori il Cagliari scivola. Ed è un solo punto in 3 partite, presto, prestissimo, ma la sosta arriva a puntino.
Matteo Zizola