Il Cagliari riconquista la Serie A dopo una stagione battendo 0-1 il Bari nella finale di ritorno dei playoff. I nostri giudizi sui rossoblù.
Radunovic 6: non deve effettuare una sola parata, unici due pericoli un tiro telefonato di Benedetti e l’incrocio sliding doors di Folorunsho. Ma è sua la vittoria generale, grazie a una gara d’andata incredibile. Certo, il brivido finale con uscita a vuoto fa venire la pelle d’oca, ma tutto bene quel che finisce bene.
Zappa 7: Ranieri lo catechizza con continuità, la richiesta di restare stretto viene eseguita a fasi alterne. Soffre tutta la partita, è una delle note dolenti, ma poi come all’andata tira fuori dal cilindro la ciliegina decisiva con il tunnel e il cross che portano alla Serie A firmata Pavoletti.
Dossena 9: i suoi 80 minuti e oltre sono la conferma che la sua assenza alla Unipol Domus è pesata eccome. Mette la museruola a Cheddira, gioca con eleganza, domina in lungo e in largo e per poco non diventa eroe della serata, ma Caprile gli nega il gol due volte. Migliore in campo.
Dall’82’ Viola 6,5: mette tecnica e fosforo per l’assalto finale, non fa grandissime cose ma la sua presenza si sente eccome.
Obert 7,5: la novità è che senza uomini di fino è lui a prendere possesso di tutti i calci piazzati, non deludendo affatto. Nel suo compito di difensore la prestazione è sicura e da veterano, come ormai ha abituato da tempo.
Azzi 6: sbaglia tante scelte quando chiamato ad attaccare, troppo precipitoso sulla stessa falsariga della gara d’andata. In copertura, però, sbroglia alcune matasse complicate dimostrandosi attento. E in una serata come questa l’insufficienza possibile passa in cavalleria.
Dall’82’ Barreca 6: pochi minuti per dare esperienza e anche quel tocco di cabala, lui che la A l’ha conquistata più volte. E funziona.
Di Pardo 7: potrebbe essere l’eroe della serata, ma Caprile ci mette la punta delle dita con una parata clamorosa. Spinge e crea pericoli, s’intende con Makoumbou e giustifica la scelta di Ranieri. Non è Nández, va da sé, ma il suo lo fa.
Dal 68′ Prelec 6: sbaglia tanto, però alla fine è parte della festa anche lui. Meriterebbe almeno mezzo punto in meno, ma Pavoletti lo aiuta a trovare il 6.
Makoumbou 8: prende possesso del centrocampo e non lo lascia a nessuno, né compagni né avversari. Pulito e senza eccessivi fronzoli, è lui a dare tranquillità e tempi a una squadra che ha bisogno di testa più che di corsa a perdifiato. Più passa il tempo e più regna, uomo copertina di un playoff da protagonista. Tentacoli, classe e testa, una garanzia firmata Sir Claudio.
Deiola 6,5: nel dare equilibrio è un professionista, negli inserimenti si fa notare pur senza successo. Però, ed è un però abbastanza determinante, sbaglia troppo in appoggio fino addirittura a un lezioso colpo di tacco non da lui che fa partire un contropiede rischioso. Ma la fascia la onora completamente, dando anima e cuore anche da centrale di difesa nell’assalto finale.
Lella 6,5: la sorpresa di giornata, nella sua Puglia mette in campo cuore e intelligenza tattica che crea difficoltà a un Bari sorpreso. Niente di trascendentale, ma il suo apporto è ricco di logica e fosforo utili alla causa.
Dal 68′ Mancosu 6: la sua presenza è un pericolo di per sé, pur se non in grande condizione e in difficoltà nel dare apporto decisivo. Ma alla fine porta via uomini e focus e tanto basta.
Luvumbo 6: ogni occasione parte dalle sue scorribande, se aggiungesse più voglia di restare in piedi potrebbe forse determinare ancora di più. È l’arma della fantasia, solo Caprile gli toglie la gioia del gol. Si spegne progressivamente diventando quasi un uomo in meno, ma in serate così gli si possono concedere alibi e carezze.
Dall’89’ Pavoletti 9: spolverati Pavo, spolverati. Redenzione totale un anno dopo, da Venezia a Bari, dal nulla al gol decisivo alla fine della battaglia. Non fa altro che inserirsi e con maestria battere l’imbattibile Caprile. Bentornato, al momento giusto, proprio quando serviva.
Lapadula 6,5: la vede solo all’inizio, tipico delle gare contro il Bari, andando vicino – ma non troppo – al gol immediato. Il resto è una battaglia nella quale esce sconfitto, ma mai domo. E alla fine la promozione è tanto, ma tanto sua.
Ranieri 10: arma un 4-4-2 sulla stessa falsariga della gara di ritorno in campionato, Lella falso esterno e Di Pardo vice Nández. I primi 45 minuti sono una lezione di tattica, le urla dalla panchina un’altra masterclass di calma e attenzione ai dettagli. Quei cambi tanto discussi all’andata diventano decisivi al ritorno. Risorgeremo, l’ha detto Claudio Ranieri. E, improvvisamente, quando ormai non sembrava più possibile e lo 0-0 di Venezia ripetersi drammaticamente, il Cagliari è risorto. Ma non tanto per le parole di Sir Claudio, ma per un lavoro certosino di testa, di cuore, di tattica. Maestro e vero vincitore totale della serata del San Nicola.
Matteo Zizola