Una stagione intensa, lunghissima, fatta di alti e bassi che ha visto il Latte Dolce vincere il campionato e conquistare, solamente a distanza di un anno dalla dolorosa retrocessione, l’accesso alla Serie D. Una lotta serratissima quella andata in scena nell’Eccellenza sarda, che ha visto i biancocelesti riuscire a primeggiare dopo un duello all’ultimo colpo contro il Budoni. Sin dalla fine della scorsa annata i sassaresi avevano due certezze: ripartire dai giovani e cercare di riconquistare la quarta serie nazionale con Mauro Giorico in panchina. A pochi giorni dalla vittoria del campionato abbiamo voluto sentire il tecnico del Latte Dolce per farci raccontare la cavalcata verso la Serie D della sua squadra.
Mister Giorico, un campionato sempre combattuto, una sfida a due con il Budoni fatta di sorpassi e controsorpassi. Alla fine ad avere la meglio siete stati voi con un grande percorso nel finale (10 risultati utili consecutivi nelle ultime 10 gare: 9 vittorie e 1 pareggio), che annata è stata?
“È stata un’annata difficile composta da tanti turni infrasettimanali, dover giocare così spesso ogni tre giorni non è semplice soprattutto quando non si ha a disposizione un organico ampio. All’inizio dell’anno abbiamo deciso di affrontare la stagione con giocatori principalmente di proprietà del Latte Dolce. Da quel momento abbiamo disputato il campionato senza mai andare a intaccare l’organico se non inserendo due giovani classe 2005 e 2006. L’impegno è stato totale, con una rosa numericamente non all’altezza delle altre squadre. Nonostante questo abbiamo risposto sempre presente, siamo la squadra che ha subito meno sconfitte di tutte e quella con il miglior attacco del campionato. Grazie ai 10 risultati utili consecutivi siamo riusciti ad avere la meglio su una corazzata come quella del Budoni. Il merito va alla programmazione fatta della società ma anche ai ragazzi, che sono riusciti a ricompattarsi dopo la sconfitta immeritata contro i galluresi. Da lì ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che, per trionfare in campionato, bisognava vincere tutte le partite o quasi. Così è stato, da quel momento in poi non abbiamo mai perso, le abbiamo vinte tutte pareggiando solamente contro il Taloro“.
Dopo la retrocessione dello scorso anno, non era semplice ripartire e centrare subito la promozione, qual è stato il vostro segreto?
“Il nostro segreto è stato lavorare con tranquillità e senza pressioni. L’unico momento in cui i ragazzi hanno sentito la tensione è stato alla fine della stagione, quando eravamo vicinissimi a centrare la vittoria del campionato. Ma da parte mia, del mio staff e della società non sono state fatte pressioni, abbiamo voluto far lavorare la squadra con tranquillità. Il gruppo ci teneva tanto a raggiungere questo obiettivo insperato, però con il passare del tempo i ragazzi hanno acquisito la consapevolezza di meritare questa vittoria“.
Qual è stato il momento di svolta della stagione, quello che vi ha fatto capire che sareste riusciti a centrare l’obiettivo promozione?
“La gara persa contro il Budoni è stata quella della svolta. In quella sfida meritavamo di vincere, nel primo tempo potevamo essere tranquillamente in vantaggio di due reti. Nella ripresa abbiamo preso un gol inaspettato, poi però ci siamo rialzati bene riuscendo a rimetterla nella giusta direzione venendo penalizzati da due gol regolarissimi annullati. Nel complesso però questa squadra ha fatto vedere di meritare la vittoria del campionato. Abbiamo espresso un calcio importante sia in casa che fuori, abbiamo fatto più gol di tutti in esterna e siamo quelli che hanno subito meno gol in trasferta. La squadra ha acquisito una propria identità e l’ha espressa durante tutta la stagione, la rabbia di quella sconfitta ci ha dato la forza di ricompattarci e fare quel filotto finale“.
Agli allenatori non piace parlare dei singoli però, tra tutti, chi si è distinto maggiormente è stato capitan Cabeccia, secondo miglior marcatore della squadra, alla pari con Scognamillo (15) se si considerano anche le reti realizzate in Coppa Italia. Quanto è stata importante la sua esperienza durante la stagione?
“Vero, non si parla mai dei singoli però è doveroso spendere delle parole per un professionista serio come Marco Cabeccia. Lui è una garanzia assoluta, è un ottimo giocatore per la Serie D, figuriamoci per l’Eccellenza. Ci teneva più di tutti e questo lo ha trasmesso ai ragazzi che lo hanno sempre seguito durante la stagione. Lui è stato uno di quelli che ha trasmesso maggiormente ai compagni la possibilità di poter raggiungere la promozione. Ci ha sempre creduto. Tanto di cappello a lui, è un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero poter avere a disposizione“.
Si immagini di sfogliare un album dei ricordi di questa stagione, qual è la fotografia più bella di questa annata?
“L’immagine più bella della stagione è quando ci siamo resi conto di avercela fatta dopo la rete del 2-0 messa a segno contro il San Teodoro. È stato un momento bellissimo perché ci siamo resi conto di essere riusciti a raggiungere l’obiettivo promozione. Ci siamo scaricati da dosso la pressione e la tensione data dal fiato sul collo delle inseguitrici, in particolare del Budoni, che sperava in un nostro passo falso per potersi giocare lo spareggio“.
Un ultima domanda invece sui cugini sassaresi della Torres. Domenica contro la Fermana gli uomini di Alfonso Greco si giocheranno la salvezza diretta. Come si affrontano questo tipo di partite e come si vive la settimana prima di uno scontro così importante?
“Va vissuta con serenità, bisogna cercare di dare tutto dentro il campo. Io ho pronosticato, in un intervista rilasciata in occasione del derby tra Olbia e Torres, che entrambe le squadre si sarebbero salvate. I Bianchi ci sono già riusciti, mentre ai rossoblù manca pochissimo. È chiaro che ancora la partita è da giocare, e sarà doveroso dare il massimo per riuscire a ottenere la vittoria. La cosa positiva è che anche in caso sconfitta, se i risultati dagli altri campi saranno a favore della Torres, si potrà comunque conquistare la permanenza nella categoria. Credo nella loro salvezza, in più hanno il vantaggio di giocare questa gara di fronte al proprio pubblico e di sfruttare la spinta e il supporto dei tifosi. Sono fiducioso“.
Andrea Olmeo