Vittoria importante per la Dinamo Sassari di Piero Bucchi che batte in trasferta la Bertram Derthona con il punteggio di 79-82. I nostri giudizi sui biancoblù.
Robinson: 7,5. Quella di Tortona è finalmente una serata di quelle a cui aveva abituato. Nel primo tempo alterna cose buone – come la tripla nel momento peggiore di Sassari nel secondo periodo – ad alcune dormite in difesa come quella sulla schiacciata di Macura. Nel terzo quarto invece si trasforma e trascina letteralmente la squadra. Tra punti e assist mette lo zampino su tutti i primi quattordici punti sassaresi, mettendo in crisi ogni difensore avversario. Resta determinante anche nell’ultimo periodo, specialmente quando resta freddo dalla lunetta sancendo la vittoria dei sassaresi.
Kruslin: 6,5. Si occupa sin dall’inizio di Christon provando a limitare quello che è il giocatore determinante della squadra avversaria. Quando lo statunitense prende fiducia è difficile da arginare, allora il croato risponde in attacco dove torna con equilibrio a far male. Una prova che ci voleva.
Jones: 6. Il primo canestro sassarese è alla sua maniera, ma anche i due falli spesi in poco tempo sono ormai – purtroppo qualcosa che sta diventando una caratteristica negativa. Spende anche il terzo velocemente, sembra uscire definitivamente dalla partita poi una tripla dall’angolo nel quarto periodo lo rimette dentro il circuito della gara. Christon diventa meno concreto con lui alle calcagna e anche l’ex Bahcesehir si prende così una fetta dei meriti della vittoria.
Bendzius: 6,5. Non una partita semplice per il lituano, che inizia bene facendo un buono sforzo difensivo e selezionando bene i tiri poi manca qualche volta di troppo in difesa. La palla persa a rimbalzo su Macura a poco più di due minuti dalla fine sembra la fotografia di un momento complesso all’interno della sfida, poi però pesca un gioco da quattro punti che gira l’inerzia della sfida. Anche nelle serate più difficili rimane tremendamente importante.
Stephens: 6. Pulisce i tabelloni con energia e si fa trovare bene in alcune situazioni di giochi a due. Manca qualche volta nell’impatto difensivo anche se si sacrifica come può anche quando Tortona abbassa il quintetto. Dovrà essere più preciso sui blocchi (due falli evitabili in attacco consecutivi) ma con lui in campo l’intensità è quella giusta.
Gentile: 6. Inizia anche lui bene come tutta la panchina, fatica a mettersi in ritmo al tiro ma sa come comunque infastidire gli avversari. Nel secondo tempo però ha più difficoltà ad accendersi e a fare la differenza sul proprio lato, motivo per cui Bucchi sceglie di tenerlo in panchina nei momenti decisivi.
Dowe: 7. L’ex Prometey si dà una nuova scrollata di spalle, pulisce via le scorie e diventa protagonista sin dal suo primo ingresso in campo. Torna a essere quel tuttofare che Bucchi aveva esaltato prima dell’infortunio, usa bene il fisico in tutte le situazioni e trova una doppia cifra che può fargli solo bene.
Chessa: sv. Solo qualche minuto per la guardia sassarese.
Diop: 6. Inizia con una rubata dopo un forte show difensivo e un assist lucido in transizione la sua serata. Continua mettendoci dentro più cattiveria, come dimostrato sotto le plance almeno fino all’ultimo quarto, quando rientra per dare fiato a Stephens ma prima lascia troppo spazio a Radosevic dall’arco e poi perde un pallone che lo porta dritto in panca. Il suo apporto resta comunque importante.
Treier: 6,5. Con freddezza impatta bene in attacco già nel primo tempo. Nel quarto periodo Bucchi gli chiede un sacrificio da cinque nell’ultimo periodo, soffre i chili e i centimetri in più ma risponde benissimo appena gli avversari lasciano spazio sull’arco.
Devecchi: sv. In campo nel secondo periodo, anche lui spende però subito due falli che lo condizionano per quanto il suo utilizzo sia sempre contato.
Gandini: sv.
Coach Piero Bucchi: 6,5. Ha il merito di rivitalizzare una Dinamo che dopo la sconfitta con Milano avrebbe potuto avere l’umore sotto i piedi e di dimostrare si trattasse solo di un passaggio negativo. La squadra approccia bene, chiude davanti il primo tempo dove fa vedere le migliori cose per come si cerca e soprattutto fa un buon lavoro a rimbalzo. Nel secondo tempo ci vogliono rabbia, testardaggine e anche fiducia per portarla a casa. L’esempio perfetto è la scelta di tenere in campo Jones nonostante i problemi di falli. Avrebbe probabilmente preferito non vedere quei tre rimbalzi concessi alla fine, ma una vittoria così potenzialmente importante prende il sopravvento su tutto.
Matteo Cardia














