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Ciao, Fabián: il saluto a O’Neill, il Mago che incantò Cagliari

Un'esultanza di Fabian O'Neill | Foto Twitter Cagliari Calcio
Un'esultanza di Fabian O'Neill | Foto Twitter Cagliari Calcio
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L’editoriale di omaggio a Fabián O’Neill, scomparso oggi 25 dicembre 2022 a 49 anni, rendendo decisamente triste il giorno di Natale.

Sabato 24 dicembre 2022, ore 17.29. Nel bel mezzo delle ultime ore di lavoro prima della cena in famiglia, arriva una di quelle notizie che sembrano fatte apposta per guastare l’atmosfera di festa: “Fabián O’Neill è in terapia intensiva, la famiglia chiede di pregare per lui”. Il tweet del collega uruguaiano Sebastian Giovanelli, tra i più informati sul fútbol Celeste, non lasciava presagire niente di buono sulle sue condizioni, specialmente per l’ultima frase utilizzata. “Su familia y amigos realizan cadena de oración”, a significare l’estrema delicatezza del momento. Oggi, 25 dicembre 2022, El Mago O’Neill ha lasciato questa terra. E nello scrivere queste poche righe non possono che venirmi in mente due cose: da una parte i tanti ricordi indelebili lasciati da uno dei giocatori di maggior talento che abbiano mai vestito la maglia del Cagliari, dall’altra il rimpianto per quello che poteva essere e che non è stato, con il capitolo finale che nessuno avrebbe voluto arrivasse così presto ma che in tanti, razionalmente, purtroppo aspettavamo.

Cinque anni al servizio del rossoblù

Più di centotrenta presenze con la maglia del Cagliari, sedici gol e tanti assist per un numero 10 atipico, per la combo incredibile di un fisico importante unito a una tecnica di prim’ordine: O’Neill ha vissuto poco meno di cinque anni in rossoblù, mettendosi a disposizione di autentici guru della panchina. Da Trapattoni a Ulivieri, passando per Mazzone, Giorgi e i connazionali Tabárez e Pérez, fino a quello che forse più di tutti ne ha saputo sfruttare le qualità, ovvero Gian Piero Ventura. Alcuni li ha portati in alto, con altri ha vissuto momenti conflittuali, ma non si può certo dire – e non c’entra il fatto che non sia più tra noi, sia chiaro – che non abbia sudato la maglia del Cagliari. Ambidestro naturale, O’Neill ha fatto la fortuna di tutti gli attaccanti con cui ha giocato, ma spesso si è messo in proprio con gol iconici. E dire che la prima rete della sua avventura in Sardegna arrivò di testa, su preciso cross dalla sinistra di Pancaro, sufficiente a decidere il match di Coppa Italia contro l’Atalanta (29 novembre 1995, 1-0). Se facessimo un sondaggio in questo momento, chiedendo ai tifosi del Cagliari il ricordo cui collegare il Mago probabilmente la stragrande maggioranza risponderebbe con la doppietta siglata nel 4-3 alla Roma del 1998-99, l’anno della risalita in Serie A dopo il purgatorio della cadetteria durato, per fortuna del Mago e dei suoi compagni, soltanto lo spazio di una stagione: lasciamo volentieri alle parole del nostro Matteo Zizola il ricordo di quella sfida.

1995-96: quel “quasi gol” olimpico all’esordio

Chi scrive, invece, ha soprattutto due momenti in mente, entrambi della prima fase della carriera cagliaritana di O’Neill. Intanto l’esordio con la maglia numero 25 sulle spalle, in un Cagliari-Napoli 2-0, 26 novembre 1995: poco più di venti minuti a disposizione, con un rosso provocato (fuori Bordin) e un gol sfiorato direttamente da calcio d’angolo, una delle “armi tattiche” preferite dal fantasista di Paso de los Toros. “O’Neill, esordio promettente. Se le nostre squadre ponessero sul mercato estivo l’ attenzione che pongono in quello autunnale, sarebbe meglio”, scrisse Gianni Mura nel suo consueto fondo del lunedì su“Repubblica” del giorno successivo, sottolineando l’ottimo impatto dell’uruguaiano nel Cagliari del Trap, che nel giorno in cui raggiunse Nereo Rocco con 320 vittorie in Serie A spese buone parole per il suo nuovo acquisto. “Non ho avuto timore nel metterlo dentro sull’1-0 – disse l’allora tecnico del Cagliari al microfono del giornalista Rai Carmelo Alfonso – perché in settimana avevo valutato le sue condizioni psicologiche e tecniche: mi ha permesso di variare lo schema della squadra, dandomi più soluzioni offensive con Muzzi e Dario Silva”. 

1996-97: il missile contro la Samp di Mancini e Montella

Il secondo ricordo è rappresentato dal gol realizzato contro la Sampdoria al Sant’Elia, in una dolorosissima sconfitta per 3-4 del 25 maggio 1997. Erano le ultime settimane di una primavera a precedere un’estate caldissima, non solo dal punto di vista climatico. Le radio di tutta l’Isola passano solo musica dei grandi cantautori italiani, che in quel periodo sfornarono capolavori assoluti: da Jovanotti con “Lorenzo 1997-L’Albero” a Pino Daniele con “Dimmi cosa succede sulla Terra”, infine Ligabue con “Su e giù da un palco”, il primo cd live del cantante emiliano con tre pezzi inediti. Prima ancora “Mondi sommersi” dei Litfiba, poi in estate ecco gli 883 con “La dura legge del gol”. Quella gara arrivò al penultimo turno di un campionato disgraziato per il Cagliari, che soffrì le pene dell’inferno per cercare di evitare quella che poi sarà la prima retrocessione dell’era Cellino, culminata con l’amarissimo spareggio di Napoli perso contro il Piacenza. Contro i doriani di Eriksson, con la coppia azzurra Mancini-Montella in avanti, Veron a centrocampo e il compianto Mihajlovic in difesa, i rossoblù provarono a portare a casa almeno un punto ma il guizzo finale di Iacopino (poi espulso nel convulso finale) rese tutti gli sforzi vani. In quella gara O’Neill segnò uno dei più bei gol visti dal vivo dal sottoscritto, all’epoca solo un ragazzino di 12 anni che dalla prospettiva della Curva Sud vide questa azione: Muzzi poco oltre il centrocampo lancia lungo per Dario Silva, stop e sponda “alla Dario Silva” per il destro in corsa del numero 10, un missile terra-aria da fuori area che per poco non sfonda la rete posta sotto l’incrocio dei pali opposto. Poi l’esultanza e la scivolata con Sa Pibinca ad abbracciarlo. Una partita ricca di emozioni, con il marchio di O’Neill rimasto impresso per sempre nella memoria di un allora adolescente, cui il tiro che portò al gol del momentaneo 1-1 sembrò essere scagliato da metà campo, tanta era la potenza.

Eterno

È stato il più forte giocatore che abbia vestito la maglia del Cagliari? Non in assoluto, ma sicuramente lo è stato dal suo sbarco in Sardegna fino all’arrivo di Gianfranco Zola, che nell’estate 2003 ereditò la numero 10 che fu del Mago. È stato il più forte straniero visto in rossoblù? Probabilmente no, perché Nenè e Francescoli sono un gradino più su. Eppure Fabián O’Neill resterà per sempre nella storia del Cagliari: ne farà parte in eterno con i suoi pregi e i suoi difetti, con la sua maglietta fuori dai pantaloncini e calzettoni abbassati in un’epoca in cui “l’etichetta” nell’abbigliamento calcistico era ancora rispettata. Con quell’immagine iconica del dito dietro l’orecchio sinistro ad ascoltare il boato del Sant’Elia dopo il gol segnato a Chimenti, uccellato con la malizia di chi fin da piccolo si è abituato a vivere con dall’altra parte del guado della legalità. Con due piedi talmente dotati da far dire a un certo Zinedine Zidane “Fabián O’Neill è il giocatore più talentuoso che abbia mai visto”.

Descansa en paz, Fabián. E grazie, di cuore, da parte di quel ragazzino cui più di una volta, alla fine dei magici anni Novanta, hai regalato tante emozioni che ancora, dopo oltre cinque lustri, sono vive come allora.

Francesco Aresu

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