Le sfumature possono sembrare dettagli e invece sono il modo per cambiare un punto di vista. Una sfumatura trasforma un momento complicato in una tragedia e un momento positivo in pura gioia. Nell’ultimo anno e mezzo il Cagliari non si è dovuto curare delle sfumature perché in panchina aveva un maestro della filosofia di vita che sa che il mondo non è mai o bianco o nero, come Claudio Ranieri. Il tecnico romano tra una favola e una battuta ha saputo plasmare umore e compattezza della piazza al di là dei risultati, ora invece con Davide Nicola in panchina, che rispetto a Ranieri ha sicuramente molti più spigoli almeno nell’approccio comunicativo, la vera sfida del Cagliari sarà quella di non farsi trascinare dalle sfumature, diventate tutte grigio scure dopo la sconfitta per 2-1 subita contro il Venezia.
Zero scuse
Diciamolo subito, il Cagliari a Venezia ha sbagliato la partita. La formazione iniziale, l’atteggiamento difensivo, la solita mancata cattiveria in avanti e un blackout totalmente ingiustificato a inizio ripresa sono dettagli che pesano nel racconto e nella percezione recente di questa squadra. E la reazione di cuore e nervi finale non può bastare a cambiare il giudizio di una sconfitta che è fin qui la più pesante del campionato a livello di fiducia e classifica. E non è un caso che gran parte dei tifosi abbia sfogato, come acqua dopo la rottura di una diga, sui social o tra i bar cittadini il proprio malcontento. Con la gestione di queste nuove pressioni che saranno una sfida in più per una squadra che a livello caratteriale ancora è tutta da formare. Con il ritiro anticipato, i soliti discorsi sui fantasmi di Venezia dove il Cagliari era retrocesso che non hanno aiutato uno spogliatoio che ancora riesce ad esprimersi al meglio quando può giocare con impeto sbarazzino e con minori aspettative. E forse non è un caso che questa squadra giochi meglio contro le grandi e faccia fatica, spesso, contro le dirette concorrenti per la salvezza. Peccato che per la salvezza però le seconde contino il doppio, specie in un campionato con un livello evidentemente al ribasso considerando che dal decimo posto al diciottesimo ci sono appena 5 punti.
Crederci
L’accusa principale dei tifosi è una: questo Cagliari è scarso. Che è logico pensarlo quando la tua squadra piomba dopo una serie di sconfitte al terzultimo posto. Specie se poi perdi uno scontro diretto giocando al di sotto delle tue possibilità. A guardare la rosa il Cagliari non è scarso in realtà, o meglio sicuramente ha più qualità di altre squadre che lo precedono nella generale. Sicuramente è una squadra che ha dei problemi nella sua dorsale principale. Il portiere è diventato un importante punto di domanda per volontà di Nicola, perché Scuffet l’anno scorso si è rivelato un numero uno che vale la lotta salvezza senza se e senza ma. L’attaccante invece è una grande mancanza del mercato estivo della società, con anche qui il tecnico che ci ha messo un po’ del suo faticando a trovare con continuità una sistemazione per tutti quei giocatori di supporto al centravanti, come Luvumbo, Viola o Gaetano. Se nessuno ha reso in quella posizione come al proprio livello la colpa non può essere solo dei calciatori.
Compattezza e investimenti
In tanti dopo Venezia hanno chiesto a gran voce l’esonero. Scelta drastica che, almeno a chi vi scrive, sembra inutile. A ridosso del mercato di gennaio il Cagliari dovrà fare delle scelte sagge in sede di trattative, investendo anche qualcosa di più rispetto al solito. Anche perché la squadra ha perso alcuni calciatori importanti in estate, ma ha dei profili che possono far fare uno step in avanti a questa formazione. Però c’è bisogno di un supporto da parte del club. Va fatto un punto chiaro sulla situazione portiere. Va preso almeno un vero centravanti e probabilmente, a seconda anche delle condizioni di Luvumbo, una seconda punta con qualche gol nei piedi. Uno sforzo che pare necessario per permettere quel consolidamento del Cagliari nella Serie A, come da obiettivo dichiarato dello stesso direttore sportivo Nereo Bonato. L’Inter dopo Natale e la trasferta di Monza subito dopo il cambio di calendario saranno due passaggi con difficoltà diverse ma elevate per questo Cagliari. Probabilmente due gare che in base al risultato cambieranno in maniera definitiva le sfumature di percezione del progetto Nicola in Sardegna. Ma la società non deve perdere la bussola dal giusto punto di vista: investire, magari anche sacrificando qualcosa (vedi Marin o altri qualora ci fossero offerte), per migliorare una squadra che ora sta faticando ma che ha del potenziale di crescita importante che non va sprecato. Leggere tra le righe delle sfumature più nere quelle più colorate: un esercizio di stile mica da poco, sicuramente non per tutti.
Roberto Pinna