Montagne piene di insidie, foreste incantate e personaggi misteriosi o buffi. La Sardegna con il Parco nazionale del Triglav in Slovenia, o Monte Tricorno come viene definito in italiano, ha poco o nulla a che vedere. Eppure il nuovo capitolo della carriera di Valter Birsa ha diverse somiglianze con quelle storie, ispirate alle fiabe dello scrittore Mirko Kuncic, che da piccolo il giocatore del Cagliari avrà sentito più di una volta.
La nuova sfida
Discese, risalite, colpi di sfortuna e colpi di scena. Dalla Slovenia alla Francia, la Serie A e la grande occasione al Milan, per poi ritrovarsi al Chievo e infine la nuova avventura in Sardegna. La storia di Birsa nel mondo del pallone è arrivata a un nuovo capitolo, forse l’ultimo o sicuramente uno degli ultimi. Cagliari è la nuova sfida dell’eroe di questa storia iniziata però con il piede sbagliato, anche se visto il doppio infortunio al braccio e alla mano sarebbe giusto usare un altro modo di dire. Risultato: 12 presenze l’anno scorso (ma un totale di soli 350 minuti) e appena 3 partite giocate quest’anno. Birsa ha ancora 13 sfide, quelle che restano al Cagliari prima della fine del campionato 2019-20, più, mercato permettendo, anche la prossima stagione per modificare il ricordo del suo passaggio in rossoblù.
Zenga alleato perfetto
Come ogni fiaba che si rispetti per cambiare il corso di una storia che sembra già scritta serve un aiutante dell’eroe. E in questo caso il co-protagonista potrebbe essere proprio il nuovo allenatore Walter Zenga. Birsa con Maran aveva, e ha, un ottimo rapporto ma allo sloveno serviva il corretto allinearsi di diversi fattori per poter sperare di ritornare sotto i riflettori. Per prima cosa un periodo di stop in mezzo al campionato che gli permettesse di riallinearsi ai compagni dal punto di vista atletico. Poi un nuovo modulo che non lo costringesse unicamente al ruolo di alternativa sulla trequarti, una posizione dove nel recente passato, data anche la scarsa condizione fisica, Birsa non ha convinto. E infine un ritrovato entusiasmo dato da un nuovo tecnico, nuove gerarchie e nuove idee di gioco.
Come sta Birsa?
In queste prime settimane di allenamento Birsa è parso tra i più in palla dei rossoblù. Zenga nelle varie dirette durante il lockdown, e in maniera particolare in una insieme a Daniele Adani, non aveva nascosto il suo apprezzamento sul classe 1986: “Birsa è uno di quei giocatori che piacciono a me: bravo con la palla tra i piedi e che può trovare in ogni situazione la giocata. Voglio rivalutare alcuni profili che fin qui hanno giocato meno“. Per ora l’Uomo Ragno ha utilizzato Birsa in più ruoli. All’inizio anche come attaccante del suo tridente, ma negli ultimi giorni Valter sta agendo soprattutto come mezzala, ruolo che più volte ha ricoperto in carriera, e anche come regista puro. In mezzo al campo a dettare il tempo di gioco. Una posizione che lo sta mettendo in luce perché protetto dalla corsa di due mezzali dinamiche e dove ha un raggio d’azione più definito che lo allontana meno dal gioco rispetto a quando ha fatto il trequartista. Insomma, Birsa c’è e Zenga ci crede. Potrebbe essere un’arma a sorpresa già da Verona, specie a gara in corso e con il ritmo più blando, dove la sua qualità palla al piede può aprire gli spazi di un Verona sempre molto chiuso e attento dietro. Potrebbe iniziare un nuovo capitolo rossoblù, questa volta con il lieto fine.
Roberto Pinna