La rabbia è uno scatto di passione violenta, ma anche una malattia infettiva. Sicuramente la rabbia esclude la lucidità, quella che deve servire a una squadra che arriva da tre sconfitte, seppur molto diverse, consecutive in Serie A. E incanalare la rabbia di piazza e soprattutto spogliatoio verso un sentimento di reazione è il duro compito che spetta a Davide Nicola nella settimana corta che dopo la Lazio porterà il suo Cagliari a sfidare il Milan, sabato 9 alla Unipol Domus, prima della nuova sosta del campionato per gli impegni delle nazionali.
Sensazioni
Diciamolo subito, il 2-1 subito dai rossoblù all’Olimpico contro i biancocelesti di quel Marco Baroni tanto cercato in estate non può non lasciare un forte senso di amaro in bocca. Per le scelte arbitrali, per i soliti vecchi difetti mostrati da una rosa con davvero ancora troppe ingenuità concesse nel suo percorso e poi per una prestazione più che buona contro una delle formazioni più in forma dell’ultimo mese di Serie A. La pancia porterebbe a mettere l’accento solo sugli episodi arbitrali e in modo particolare sulla gestione dei cartellini nella serata capitolina. Ma questo è un atteggiamento che deve essere lasciato alla giusta, finché non diventa patologica, rabbia del tifoso nel post gara. Focalizzarsi sull’errore altrui sarebbe come sminuire sia le ottime cose fatte vedere contro la Lazio dai ragazzi di Nicola e al tempo stesso nascondere sotto il tappeto quelle disattenzioni ormai croniche, sia sui calci piazzati che nell’attenzione difensiva, che stanno limitando, e non poco, questa squadra in questa nuova annata. Questo non vuole dire non ammettere la serata storta del direttore di gara, ma provare a preparare con la mentalità giusta una gara al Milan che comunque ha un peso specifico importante. Anche perché arrivare con zero punti in quattro gare alla prossima sosta lascerebbe più di uno strascico per la crescita del progetto tecnico targato Nicola. Perché al di là delle prestazioni e dei commenti a queste, in un campionato che va di fretta i punti in classifica restano l’unico metro di valore per dare un giudizio definitivo alla squadra.
Altalena
Fin qui il Cagliari ha viaggiato sulle montagne russe. Tra prestazioni completamente sbagliate, come contro Empoli o Udinese, e gare giocate bene ma perse o pareggiate con tanti rimpianti, come contro Roma, Napoli e Lazio, sono diversi i punti che questa formazione ha lasciato per strada. Ancora Nicola fatica a dare costanza a un gruppo che comunque ha mostrato dei valori, specie con il vestito tattico del 4-2-3-1 che sembra quello che maggiormente dà equilibrio a questa rosa. Alla prestazione dell’Olimpico l’unico appunto che si può fare è che il tecnico piemontese poteva sostituire uno Zortea parso in apnea nella ripresa prima dell’episodio causato dallo stesso ex Atalanta e Frosinone che ha portato al rigore del 2-1 biancoceleste. Mentre l’aver recuperato in zona gol Zito Luvumbo, parso anche più a fuoco mentalmente rispetto alle ultime uscite nelle scelte di gioco e nell’uno contro uno, e aver messo sui binari giusti per un minimo di ruolo da protagonista Gianluca Gaetano sono due aspetti che sembrano centrali per il futuro di questa formazione rossoblù. Qualcosa poi andrà fatta in attacco, ma qui le operazioni più che a Nicola spettano al club. L’assenza di una punta da qualche gol sta pensando. Servirebbe una vecchia volpe dell’area di rigore, quel giocatore che conosce il campionato ed è abituato a segnare 6-7 reti da salvezza in metà stagione. Piccoli fa un lavoro tattico importante e al momento è quasi imprescindibile per la manovra offensiva, ma ha dimostrato per ora di non riuscire a fare il definitivo step alla voce presenza costante nel tabellino dei marcatori. Detto questo il Cagliari che torna da Roma è una squadra ancora battuta ma sicuramente viva. Una squadra arrabbiata e che ha mostrato già di poter saper reagire. Al tempo stesso però è una squadra che ha bisogno di fare punti per dimenticare definitivamente alcuni fantasmi che la stanno accompagnando fin da inizio anno. Perché l’impressione che con maggiori consapevolezze questa squadra posso anche divertire rimane, d’altronde il periodo positivo Parma-Juventus-Torino non è arrivato a caso. A Nicola il duro compito di far scendere questo Cagliari dall’altalena usando la testa e il cuore, ma non la pancia.
Roberto Pinna