Niente succede per caso, soprattutto nel calcio. La Primavera del Cagliari, fermata in campionato al secondo posto solo dal coronavirus, è stata qualcosa di più di un miracolo. Gli esordi in questa parte finale di Serie A lo dimostrano e i rimpianti per un campionato di Primavera 1 che sarebbe potuto finire in maniera davvero positiva restano.
Il primo è stato Andrea Carboni. Carboncino come lo chiama Zenga. Titolare fisso nel primo periodo con l’Uomo Ragno. Poi due espulsioni e la decisione di gestirlo. Ma il centrale di Tonara, classe 2001, ha dimostrato di essere un buon prospetto e non a caso su di lui ora c’è mezza Serie B per il campionato che verrà. Poi è stata la volta di Riccardo Ladinetti. Regista a dare equilibrio con la squadra in tempesta contro il Sassuolo e poi titolare in casa contro l’Udinese. Due prestazioni di livello. Non i classici debutti tanto per essere in campo. Al centro dell’azione e senza paura di chiamare palla. Lo stesso atteggiamento avuto anche da Marigosu quando lanciato a gara in corso per recuperare sempre con i bianconeri. Anche lui classe 2001 ma senza paura in Serie A.
L’esordio da titolare che prende la scena però è quello di Luca Gagliano. Il 2000, attaccante di Alghero, è entrato con la voglia di spaccare il mondo contro la corazzata Juventus. Un gol e un assist in 45′. Non male. In Serie A ha impiegato appena 14 minuti prima di mettere la propria firma. Sei minuti contro la Lazio e poi otto con i bianconeri. Una zampata fa bomber navigato. E i numeri da bomber Gagliano gli ha sempre avuti. Quasi ogni anno in doppia cifra con il settore giovanile rossoblù. Tranne la maledetta scorsa stagione condizionata da una lunga pubalgia. Anche il pensiero di smettere ma poi ecco la svolta, 10 gol in Primavera in 17 presenze. In gol alla prima da titolare in Serie A. Ora Gagliano c’è, e forse qualche rimpianto per non aver puntato prima sull’attaccante assistito da Alessandro Beltrami ora in casa rossoblù c’è. Quello che è certo è che la Primavera rossoblù di Max Canzi non era un miracolo ma una solida realtà che può dare tanto al Cagliari anche per il prossimo futuro.
Roberto Pinna