Tra dubbi del club e scenari politici che cambiano, il nuovo stadio di Cagliari si allontana.
Ne abbiamo parlato spesso del rallentamento evidente (anzi, dello stop con semi-ripartenza) sulla strada che dovrebbe portare Cagliari e il Cagliari Calcio ad avere uno stadio nuovo di zecca e all’avanguardia. Questioni di intenzioni del proponente, il club rossoblù presieduto da Tommaso Giulini, ma anche di evoluzioni politiche che ora sono diventate fatti concreti.
Con l’ufficialità dell’addio di Massimo Zedda a Palazzo Bacaredda tra i temi da attenzionare c’è anche quello sullo stadio. Non fosse altro perché è stato uno dei tasselli portanti dell’intera epoca Zedda, e su tutta la telenovela ha sempre fatto da filo rosso la liaison esistente tra il mondo Cagliari Calcio, il sindaco e il suo entourage di area Sel, entro il quale adesso il centrosinistra si interroga per trovare un degno erede dell’ormai uscente primo cittadino.
Al di là di quello che succede in politica, però, è innegabile come da tempo il Cagliari – come abbiamo più volte raccontato – abbia deciso di cambiare rotta rispetto al primo preliminare (quello di B Futura) approvato in Consiglio comunale, così da ripartire daccapo e proporne un altro completamente diverso per caratteristiche e costi. Si è passati così da uno scenario puntualmente definito (finanche la ripartizione delle spese tra privati, banche e istituzioni pubbliche) a uno molto eventuale, emblema di una situazione di impasse che persiste.
Del resto, lo stesso Giulini (e i suoi collaboratori che si occupano di stadio) hanno progressivamente abbassato il tenore di dichiarazioni roboanti e slanci su progetti e tempistiche, lasciando che la porta si socchiuda per riflettere con tranquillità. Sempre Giulini, recentemente, aveva espresso la sua preoccupazione per la precarietà della situazione politica che si stava profilando al Comune di Cagliari e alla Regione. Inoltre, in viale Trento è cambiata la bandiera, e (curiosità) a fare la voce grossa c’è proprio quel Psd’Az che nel recente passato non è certo andato d’accordo proprio con Zedda…
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A fine novembre 2018 il Cagliari ha presentato il nuovo preliminare, approvato dalla prima conferenza di servizi. Sono trascorsi i 90 giorni indicati dalla cosiddetta “legge sugli stadi” (che permette alle società di avere, volendolo intraprendere, un iter spedito e puntuale) ma ancora la dichiarazione di pubblico interesse non è stata votata in Consiglio comunale, né la si trova all’ordine del giorno. Il Cagliari, in tal senso, potrebbe chiedere al governo di nominare un commissario ad acta così da portare avanti l’iter, ma non c’è aria di tali intenzioni. Normale, visto il momento che si sta attraversando. Improbabile, altresì, che un sindaco dimissionario e un Consiglio-Giunta con le valigie pronte abbia intenzione di prendere in mano la patata bollente, ricordando sempre come il passo decisivo spetti al Cagliari: smuovendo l’iter e presentando un progetto esecutivo. Un aiuto potrebbe arrivare dalla classica mano pubblica, ovvero gli Europei 2028 assegnati all’Italia, ma qui siamo nel campo delle ipotesi nemmeno troppo calde.
E il Cagliari che fa? La società rossoblù ragiona sull’opportunità di uno stadio nuovo, che può rendere tanto in termini economici e di appeal, ma che allo stesso tempo costerebbe non poco sia per la realizzazione sia per la gestione. Non è un caso che, da molti mesi, il club ci tenga a rimarcare e promuovere la funzionalità e la bellezza della sua Sardegna Arena, “un gioiello costruito a tempi di record e apprezzato da tutti quelli che vengono nella nostra casa”. Come a dire che noi lo stadio ce l’abbiamo e può solo migliorare (diventando definitivo). Gli esempi virtuosi in altre città, peraltro, non mancano. E chissà che il post pubblicato su Facebook la sera di sabato 9 marzo – nel giorno dell’addio di Zedda alla poltrona di sindaco, alla vigilia di un match in trasferta e senza particolari motivi apparenti – non sia un messaggio (poco) criptato per quel che succede alla politica cittadina. “Casa è dove c’è il cuore”, scrive il Cagliari. Per ora è alla Sardegna Arena, e lo sarà a lungo.
Fabio Frongia