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Simone Pinna in maglia Cagliari

Cagliari, il legame con la Sardegna è un limite?

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Una terra, un popolo, una squadra. Il motto del Cagliari rappresenta bene l’ottimo momento della Primavera, attesa dallo scontro al vertice contro l’Atalanta ad Asseminello. Ma possiamo dire lo stesso per la prima squadra?

Il legame con il territorio da sempre è un punto su cui il club rossoblù ha puntato forte dall’ingresso di scena di Tommaso Giulini. Lo stesso senso di appartenenza per la propria terra che da sempre accompagna la cultura sarda. Una scelta di marketing che ben si specchia con l’identità isolana. Perso Barella, che dopo il passaggio all’Inter è stato anche rinnegato da molti sostenitori rossoblù, questo Cagliari che sogna l’Europa ha però un legame con il territorio molto flebile.

Cagliari da sempre è stata un porto felice per italiani e stranieri in cerca di riscatto e con la propensione ad amare la Sardegna. Non c’è bisogno di scomodare Gigi Riva, diventato mito. Sono tantissimi i non sardi transitati da Cagliari e rimasti in maniera indelebile nella mente dei tifosi. Essere profeta in patria però sembra più difficile. Barella poteva esserlo, ma nelle logiche del calcio moderno è complicato pensare a un giovane che non tenti il salto nel calcio europeo per il bene della propria carriera. La squadra di Maran, che sogna proprio l’accesso a quell’Europa come regalo per l’anniversario dei 50 anni dello scudetto e per il centenario dalla fondazione del club, però di sardo ha poco. Almeno a livello di protagonisti in campo.

Pinna poteva essere il giovane sardo che piace alla piazza, ma evidentemente ancora non è considerato pronto per la Serie A dal tecnico Maran. Aresti è il terzo portiere che potrebbe ritrovarsi quarto al rientro di Cragno. Deiola ancora non è mai sceso in campo tra Coppa Italia e campionato mentre Ragatzu ha giocato una decina di minuti in Serie A. Insomma, il Cagliari che si avvicina al centenario ha un’anima poco sarda in campo. Detto questo, alla squadra per gioco e classifica non si può dire nulla. La domanda allora è: visti i buoni risultati della Primavera (che gioca sempre con 8-9 sardi tra i titolari), come unirà il Cagliari il sogno Europa con il progetto di sviluppo sul territorio in futuro?

Roberto Pinna