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Cagliari, “felicità a momenti e futuro incerto”: e intanto le rivali corrono

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“È un mondo difficile / e vita intensa / felicità a momenti / e futuro incerto”. L’inciso della hit più famosa (“Me cago en el amor”) di Tonino Carotone, dissacrante cantautore spagnolo con grandi influenze e frequentazioni italiane, si addice perfettamente al momento attraversato dal Cagliari di Davide Nicola. A cavallo tra vecchio e nuovo anno, con l’opportunità calciomercato alla finestra, ma con una piazza ribollente dopo le quattro sconfitte consecutive in campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Juventus.

Guardare oltre
Per i rossoblù è fondamentale dimenticare in fretta il mese di dicembre, che ha portato soltanto delusione e rimpianti, per cambiare rotta e iniziare il 2025 con tutt’altra fame. “È un campionato che non finisce oggi (sabato 28 dicembre, ndr)”, diceva Nicola nel postpartita contro i nerazzurri di Simone Inzaghi che, dopo aver sbattuto sul muro formato da Mina e compagni nel primo tempo, nella ripresa hanno saputo accelerare nel momento opportuno e sfruttare l’episodio favorevole sul gol di Bastoni per rompere gli equilibri. “Fare risultato con l’Inter voleva dire essere praticamente perfetti, la squadra ha dimostrato temperamento e organizzazione, ma non siamo stati efficaci fino alla fine. Dobbiamo essere coscienti che queste avversarie richiedono una perfezione assoluta e quando non ci riesci difficilmente puoi ottenere il risultato”, ha detto ancora il tecnico piemontese in sala stampa. E non può essere un caso che il riferimento al fare risultato sia un tema tornato al centro delle analisi sul momento del Cagliari. Un momento “difficile”, come il mondo citato da Tonino Carotone, che si riflette nello stato di forma recente dei rossoblù. Nelle ultime 10 giornate Pavoletti e compagni hanno raccolto solo 5 punti, frutto del successo contro l’Hellas Verona e dei pareggi contro Milan e Genoa, a fronte di ben 7 sconfitte. Una media punti di 0,5 a partita, troppo poco per soddisfare una tifoseria che, dopo la salvezza sofferta conquistata nella stagione passata grazie alla mano sapiente di Claudio Ranieri, sperava di poter vivere emozioni un po’ diverse in quella attuale.

Rendimento
Sul campo con l’arrivo di Nicola in panchina si è visto un netto miglioramento a livello di manovra e di “presenza” nella partita, con il Cagliari che ha dimostrato di potersela giocare quasi contro tutte le avversarie, in casa e in trasferta. Senza però riuscire a portare a casa quanto prodotto, anzi, spesso – risultati alla mano – con tanto spazio per recriminazioni e fastidio. Un rendimento, quello dei rossoblù di Nicola, che ha diviso la piazza molto più di quanto accaduto un anno fa quando sulla tolda di comando c’era Ranieri. Che, comunque, era finito nel mirino di una parte dei sostenitori cagliaritani, che lo aveva definito “bollito” e ormai non più utile alla causa rossoblù. Previsione del tutto errata, a conti fatti, con Sir Claudio che seppe risvegliare l’orgoglio della sua squadra nel celeberrimo postpartita di Cagliari-Lazio con le sue dimissioni subito ritirate su immediata richiesta del gruppo. A distanza di un anno circa, l’ambiente rossoblù si ritrova a vivere una situazione di incertezza data dall’asimmetria tra prestazioni in campo e risultati in classifica. Quale sarà il futuro di questo Cagliari? E di Nicola? Tutto è ancora da scrivere, ma la prima pagina sarà ambientata certamente a Monza, prima gara del 2025 e nuovo scontro salvezza che Pavoletti e compagni non potranno assolutamente permettersi di fallire. Aver sbagliato le gare contro Lecce e Venezia in trasferta, più quella con Empoli e (parzialmente) Como in casa ha messo i sardi nella difficile condizione di dover recuperare punti altrove nel girone di ritorno. Come hanno fatto, nelle ultime 10 giornate, le rivali dei rossoblù a eccezione del Monza: 13 punti per il Genoa, 11 per Lecce e Parma, 9 per Venezia, Empoli, Como e Hellas Verona.

Restart
Cambiare passo, trovare nuove risposte, abbandonare gli integralismi trovando il giusto ruolo per tutti. Nelle ultime giornate la necessità di Nicola di mischiare le carte per dare il giusto spazio a tutti non ha pagato. A posteriori è facile dire che sarebbe servito più coraggio a Venezia, schierando Felici dall’inizio e non soltanto nel finale. L’assenza di Luvumbo per infortunio ha privato il tecnico rossoblù di una pedina che con le sue caratteristiche tecniche sarebbe risultato molto utile contro i lagunari e, soprattutto, nell’ultimo match perso con l’Inter. Anche perché finché Piccoli sarà costretto a cantare e portare la croce, il suo rendimento sarà sempre limitato dalla mole di lavoro per la squadra. La speranza è che dal mercato arrivi (almeno) una spalla per il 23enne bergamasco che non segna da poco più di un mese, dopo aver deciso con una zampata da centravanti vero la sfida interna contro il Verona dello scorso 29 novembre. Quella è stata, probabilmente, la prestazione più convincente della squadra di Nicola: vittoria contro una diretta concorrente per la salvezza, gol da centravanti del suo bomber designato (nelle intenzioni del club) e porta inviolata grazie a una grande prestazione difensiva globale. Una gara che sembrava, in quel momento, essere il giusto modello da seguire in un dicembre reso rovente dal calendario. Lì invece si è inceppato il meccanismo rossoblù: a Nicola e ai suoi uomini il compito di farlo ripartire a Monza nell’ennesimo scontro da “dentro o fuori” che chiuderà il girone d’andata. Fin qui è al Cagliari andata bene contro Parma e Verona, benino con Como e Genoa, male contro Lecce, Empoli e Venezia. “Felicità a momenti e futuro incerto”, cantava Carotone. Ormai in casa Cagliari ha poco senso recriminare e non c’è spazio per ulteriori chiacchiere. Servono gol, punti e risposte. Per dimostrare che l’investimento sul gioco del girone d’andata è pronto a pagare i dividendi al ritorno. Altrimenti sarà soltanto l’ultima ed ennesima illusione di un decennio vissuto da tutti con grandi speranze ma che, numeri alla mano, ha spesso lasciato spazio al rimpianto.

Francesco Aresu

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