Gol su calcio d’angolo, quarta vittoria consecutiva e primo posto in campionato nel girone A della Serie C. Gli indizi non sono bastati? In occasione del nostro ultimo appuntamento di Serie C…entotrentuno abbiamo avuto come ospite Salvatore Burrai, centrocampista del Mantova reduce dal successo per 4-1 contro la Pergolettese con un gol meraviglioso dalla bandierina. Tanti i temi trattati con il calciatore sardo, dalla sua stagione con la maglia dei biancorossi al momento che stanno vivendo le squadre isolane impegnate nel girone B. Di seguito vi riportiamo un estratto dell’intervista.
Sull’esperienza al Mantova
“Non era facile partire così, il campionato è molto difficile con squadre molto attrezzate. Ripartire da ripescate, con società nuova e 25 giocatori cambiati, non è semplice. Siamo stati bravi noi nel riuscire a creare la giusta alchimia e trovare la giusta strada per far bene. Cosa mi ha portato a scegliere Mantova? Ci sono state varie opzioni questa estate. Mantova è stata la prima ad avermi chiamato, mi hanno coccolato sin da subito. A giugno si è proposta fortemente la Triestina di Attilio Tesser, che stimo tanto e che ho avuto in passato come allenatore. Trieste, logisticamente parlando, era una scelta molto comoda per me avendo comprato casa a Pordenone. Ho insistito per ottenere un biennale, cosa che solo i biancorossi mi hanno garantito inserendo anche dei premi. Una volta che ho dato la parola alla squadra lombarda, mi ha subito ricontattato il diesse della Triestina, proponendomi i due anni. Ma ormai la mia parola era stata data. Ho avuto altre proposte dalla Serie C, ma anche dalla B. Però mi ha colpito molto il progetto del Mantova, quindi non ho avuto dubbi su quale strada prendere”.
Sugli obiettivi del Mantova
“Chi conosce la Serie C, sa benissimo che nel nostro girone ci sono 4 squadre che hanno un potenziale economico superiore al nostro. Società che hanno una storia calcistica importante, loro hanno come obiettivo e obbligo la vittoria. Il nostro obiettivo è quello di trovare una salvezza tranquilla. Abbiamo fatto tantissimi punti, ben 29 e ancora mancano 6 giornate al termine del girone di andata. L’obiettivo è quello di continuare a crescere, stupire e divertirci. Il nostro allenatore (Davide Possanzini ndr) è molto preparato e ha una grande idea di gioco, ha fatto sette anni con De Zerbi, lascio solo immaginare quanto sia difficile applicarle. Noi vogliamo vincere ogni partita, pensare di gara in gara. Poi se a gennaio saremo ancora in vetta non dobbiamo nasconderci, punteremo alla promozione“.
Sul suo possibile approdo alla Torres in estate
“Non ho mai ricevuto una chiamata o una proposta concreta da parte della Torres. Quello dei rossoblù è un progetto molto interessante costruito da persone serie. I risultati per ora sono straordinari, di sicuro la Torres non è partita per vincere in campionato. Avere una squadra sarda in quella posizione in classifica è una risorsa importante per la nostra Isola”.
Sul girone B
“La Torres ha costruito una squadra composta dal giusto mix di giovani e giocatori esperti per la categoria. Ma non solo, ci sono anche molti elementi che hanno fatto la B come Mastinu e il mio amico Giorico. L’Olbia rispetto alla Torres ha meno nomi, però in avanti ha un giocatore del calibro di Daniele Ragatzu, un lusso per la Serie C. Lui è un calciatore che centra poco con questa categoria. Sul girone? Il Perugia è la favorita, ha una squadra fortissima. Insieme al Cesena sono le due che alla fine arriveranno a combattere per la vittoria e quindi per la promozione in Serie B. Queste due squadre hanno qualcosa in più delle altre“.
Sulle pressioni della Torres
“Se parliamo di pressioni Perugia e Cesena ne hanno molte di più. Sono due ambienti che hanno come obiettivi il raggiungimento della Serie B, nel caso in cui non ci riuscissero per loro sarebbe un fallimento. La Torres ha iniziato con aspettative totalmente differenti. I rossoblù devono vivere questo campionato, soprattutto in questo momento, con leggerezza e tranquillità. I sassaresi, a detta di alcuni colleghi che giocano nel girone B, spaventano tanto. Giocare a Sassari non è facile, bisogna sempre prendere l’aereo e logisticamente è una trasferta ostica. Ora bisogna essere contenti e cavalcare la scia dell’entusiasmo, con la consapevolezza che ci sono squadre attrezzate anche più di loro. Un po’ lo stesso ragionamento che facciamo noi a Mantova. La sconfitta, come quelle contro la Virtus Entella, va presa in modo terapeutico per crescere”.
Su Mattia Muroni, suo attuale compagno di squadra, e sulla rosa costruita dal Mantova
“Mattia lo scorso anno ha fatto una stagione importantissima, che lo ha portato a vincere il campionato con la Reggiana. I nomi che sono venuti qua a Mantova sono tutti profili scelti dal diesse e dall’allenatore. Sono stati tenuti solo 3 giocatori rispetto alla scorsa stagione. In primis si è guardato alla persona più che alle qualità, con l’obiettivo di formare un gruppo che sappia coesistere bene. Il mister è molto preparato e per ora i risultati gli stanno dando ragione”.
Sul Cagliari
“Il Cagliari quest’anno deve solo pensare alla salvezza, con la consapevolezza che è un obiettivo difficile da raggiungere. Ranieri è il valore aggiunto dei rossoblù, ha carisma, esperienza, porta tanto entusiasmo alla piazza. Le ultime due vittorie possono dar morale, ma non devono distogliere l’attenzione dall’obiettivo. La Serie A non perdona, ogni minimo errore può costare caro. La salvezza sarebbe qualcosa di straordinario per i valori tecnici che ci sono nella massima serie italiana”
Sul chiudere la carriera in Sardegna
“Quando sono andato via, il mio primo obiettivo era quello di ritornare nel Cagliari. Ora il mondo del calcio è cambiato, i giovani arrivano molto più facilmente in alte categorie rispetto a prima. Quando ho iniziato si faceva più gavetta, ora molti vengono lanciati subito e si rischia di bruciarli. Io l’occasione per dimostrare il mio potenziale nella massima serie non l’ho mai avuta, ma non recrimino niente. Non ci ho mai pensato di chiudere la mia carriera in Sardegna, anche perché né Torres né Olbia mi hanno mai chiamato, quindi non sono nati nemmeno i presupposti per farlo. Mi sono abituato a girare, sono stato in grandi piazze come Modena, Foggia e Perugia mi ha fatto crescere sia come mentalità che come persona. Anche Mantova è una piazza che con la C centra poco, noi facciamo 4000 persone in curva, una cosa non usuale in Serie C. In sostanza, non ci ho mai pensato a un mio ritorno in Sardegna, ma mai dire mai nella mia vita. Chi può dire se tra due anni, come finirò il mio contratto con il Manto, andrò alla Torres o al Cagliari”.
Andrea Olmeo