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Verona-Cagliari, ma non era meglio tenersi il Cholito Simeone?

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Ma non era meglio tenerselo? La domanda, retorica o meno, circola da ore tra i bar e i social sponda rossoblù. E non potrebbe essere altrimenti visto che l’avvicinarsi della sfida tra Cagliari e Verona al Bentegodi. Lo spauracchio Simeone, ex di turno, fa paura. Anche perché la trasferta contro i gialloblù di Tudor è l’ennesima gara della vita per i ragazzi di Mazzarri che fin qui, match contro la Sampdoria a parte, hanno fallito tutte le partite da non sbagliare.

Addio senza rimpianti

In estate il rapporto tra il Cagliari e il Cholito si è interrotto naturalmente. Le parti sembravano pronte a dirsi addio da tempo, specie il giocatore che negli ultimi mesi aveva sottolineato in più occasioni come non disdegnasse l’idea di un’esperienza lontano dalla Sardegna e dalla Serie A per la crescita della sua carriera. Alla fine l’offerta giusta è stata quella del Verona, un milione di prestito più 12 per l’eventuale diritto di riscatto. Non una grandissima trattativa di mercato, anche se in caso di riscatto il Cagliari rientrerebbe completamente della spesa da circa 15-16 milioni fatta per comprare il Cholito dalla Fiorentina nell’estate del 2019. Un’opzione che passerà dal rendimento dell’argentino nei prossimi mesi e soprattutto dalle casse del Verona, non esattamente allegre come quelle della maggior parte dei club italiani negli ultimi anni e ancor di più appesantite dalla pandemia.

Cholito a Cagliari

Fatta questa doverosa premessa, per rispondere alla domanda iniziale di questo articolo bisogna andare a rivedere anche il rendimento a Cagliari in due stagioni di Simeone. In totale 72 partite e 18 reti con la maglia rossoblù per l’ex Genoa e Fiorentina. Da aggiungere al personale bottino anche 6 assist e una costante voglia di attaccare il portatore di palla avversario.  Dodici reti in 37 presenze, il primo anno tra Maran e Zenga è stato il migliore in Sardegna per Simeone. Sei reti in 24 partite con l’allenatore trentino e sei reti in 13 gare con il portiere ex Inter in panchina. L’anno dopo la partenza razzo con Di Francesco, che lo aveva scelto come terminale ultimo del suo attacco. Cinque gol nelle prime sei giornate con anche il ritorno costante in nazionale argentina. Da lì in poi la crisi e una sola rete, inutile nella sconfitta 3-1 contro la Juventus, con Semplici in panchina. Pavoletti tornato uomo salvezza e lui in panchina come segnale di un amore arrivato al capolinea.

Simeone a Verona

In gialloblù Simeone ha già segnato in 12 partite la metà esatta delle reti in rossoblù: 9. Quattro solo alla Lazio. Continua ad alternarsi abbastanza in avanti e ogni tanto ha dei momenti di vuoto che durano una o più partite però nella citta di Romeo e Giulietta sembra aver ritrovato fiducia. Il suo dinamismo sarebbe servito a questo Cagliari? Sicuramente Mazzarri non ha un lottatore e un uomo tutto pressing abile come il Cholito in rosa. Va detto però che l’intesa Keita (che senza la partenza dell’argentino non sarebbe potuto arrivare) Joao Pedro sembra migliore. Con il senegalese in campo il capitano riesce a trovare più spazi in avanti rispetto che con il Cholito. In generale poter scegliere tra Keita e Simeone e magari utilizzarli anche tutti e tre insieme (con JP10) sarebbe stato un bel pescare per i rossoblù, ma è un’eventualità che non si sarebbe potuta concretizzare per diversi motivi: economici e personali, con il Cholito che non avrebbe accettato una stagione da comprimario e che ha dimostrato sul finire della scorsa Serie A di incidere pochissimo quando perde fiducia e quando entra a gara in corso. Insomma, la situazione Simeone è la classica coperta corta a cui da tempo il Cagliari ci sta abituando in campo e sul mercato. Sarebbe stato meglio venderlo subito, fare cassa, e magari cederlo all’estero senza darlo a una squadra italiana. Sarebbe stato utile avere un pressatore e un uomo da secondi palloni come lui in rosa, ma la realtà economica degli isolani non lo permetteva. E allora inutile piangere a Simeone partito, serve solo sperare che non segni al Bentegodi e che il Verona lo riscatti senza troppi se a fine stagione.

Roberto Pinna

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