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Ventura: “Cagliari, c’è stata la possibilità di tornare ma ora salvati con Semplici”

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Lunga intervista per Giampiero Ventura ai microfoni di Radiolina durante la trasmissione il Cagliari in diretta: ve ne proponiamo un estratto.

Sulla squadra attuale: “Il Cagliari l’ho visto diverse volte, con l’arrivo di Semplici sembra più determinato. La vittoria di Crotone non era così scontata, la squadra ha reagito e c’è solo la pecca della sconfitta di La Spezia che incide un po’ sulla classifica. Era meglio non avvenisse ma ci poteva stare. Chiaramente nessuno all’inizio, società e tifosi, poteva pensare a questa situazione: sono quelle annate storte che devi cercare di recuperare, ma c’è ancora tempo. La squadra ha valori, ma deve calarsi nella parte di una squadra che si deve salvare. Serve meno essere leziosi e più rabbia antagonista a una squadra che si deve salvare. La squadra ha valori assoluti, Godin, Nainggolan, Pavoletti e tanti altri. Non credo che sia un problema di giovani, ma di mentalità, applicazione e convinzione. Ne abbiamo parlato anche con Capozucca, questa è una squadra che non è inferiore a tante altre che hanno 10 punti in più del Cagliari. Ora devono pensare esclusivamente alla salvezza. Il vero problema è la partenza difficoltosa del campionato, l’aspetto psicologico è prevalente: ma la compattezza vista in queste partite è un bel segnale. Giulini? Ha un affetto smisurato per il Cagliari, ci tiene tantissimo e penso sia la persona che soffre di più per questa situazione. Ha fatto degli sforzi economici importanti. Quest’annata magari servirà per il futuro, se riuscirà a centrare la salvezza penso che il Cagliari sarà una buona protagonista”

L’ex CT della nazionale ha commentato poi la possibilità di ritornare sulla panchina rossoblù per sostituire Di Francesco: “C’è stata la possibilità di tornare, ma ora non è molto importante. L’importante è centrare la salvezza con Semplici, chi ha vissuto Cagliari con l’intensità come me sa che è una squadra che rappresenta tutta la Sardegna non può retrocedere. Mi auguro si salvino loro e il Torino, altra squadra che ho amato e dove sono stato 5 anni. Penso che Spezia e Benevento abbiano preso un bel vantaggio, ma è un attimo essere risucchiate: il discorso salvezza non riguarda solo Torino e Cagliari”.

Sui ricordi e la promozione in Serie A: “Vedere il Sant’Elia stracolmo era un’emozione, era un’annata deludente quella precedente e c’era voglia di ricostruire non solo a livello sportivo ma anche a quello economico. Penso O’Neill alla Juve, Macellari all’Inter o Zebina alla Roma. A Cagliari ho avuto un affetto smisurato della città, tanto che ho preso casa in Sardegna e appena posso ci torno. Al di là dell’aspetto sportivo, c’è stato un aspetto umano. Cellino? Un rapporto che andava al di là del rapporto presidente-allenatore: c’era un rapporto di amicizia e fiducia illimitata. Zebina? Terminai l’allenamento di mercoledì e presi un volo privato con il presidente per andare a vedere un giocatore perché era in scadenza di contratto: dopo il primo tempo non ero convinto di quel giocatore, io avrei preso un altro ragazzo che mi sembrava di potenziale Zebina. Dopo la partita Cellino mi ha detto che aveva preso il ragazzo che avevo segnalato perché mi aveva visto troppo convinto. Alla fine ha fatto bene e lo abbiamo venduto per 20 miliardi alla Roma. O’Neill è stato uno dei più grandi giocatori che io abbia allenato: un talento smisurato e inarrivabile a momenti. La migliore stagione l’ha fatta con noi perché abbiamo cercato di trovare la password giusta. Muzzi ha fatto bene nonostante il carattere particolare e lo abbiamo venduto a 20 miliardi all’Udinese. Ancora ora Roberto si ricorda delle litigate che avviamo fatto quando mi chiama”. 

 

 
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