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Torres-San Donato Tavernelle, l’ex Mascia: “Brucia non esserci, sarĂ  una gara aperta”

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Mascia festeggia dopo un gol al Carbonia | Foto Beatrice Cirronis - Torres Calcio
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Emozioni strozzate in gola, un inizio in salita e una nuova sfida da vincere. Ma soprattutto un’assenza che pesa per Filippo Mascia. La sfida di domenica 11 settembre a Sassari tra Torres e San Donato Tavernelle, che sarĂ  l’esordio in casa nella Serie C 22-23 per i ragazzi di Alfonso Greco, avrebbe dovuto segnare anche il ritorno da ex per il folletto d’attacco classe 2002, che in maglia rossoblĂ¹ ben figurĂ² nella stagione 2020-21 con 7 reti e un assist in Serie D in 24 presenze. Invece a causa di un infortunio al ginocchio patito nel pre-campionato Mascia non è ancora stato reinserito completamente nella lista dei convocabili di mister Lamberto Magrini e ha perso spazio nelle gerarchie finendo un po’ ai margini del progetto dei toscani.

Filippo, quanto brucia non esserci al Vanni Sanna da avversario?

Tantissimo, sarebbe stata un’emozione unica tornare a casa, davanti alla mia gente e provare a dimostrare quanto sono cresciuto in questi anni lontano dalla mia terra e della mia cittĂ . Purtroppo ho avuto questo infortunio lieve al ginocchio che mi ha condizionato nel pre-campionato e ora ho meno spazio nelle gerarchie. Ma io non sono uno che si arrende e darĂ² tutto me stesso per tornare protagonista. Il club voleva darmi anche due giorni liberi per avere l’opportunitĂ  di tornare in Sardegna nel weekend della gara e staccare un attimo, ma io ho preferito restare qui in Toscana ad allenarmi perchĂ© non voglio mollare e anzi c’è la fame di tornare il prima possibile in campo“.

Filippo Mascia con la maglia del San Donato Tavernelle
Filippo Mascia con la maglia del San Donato Tavernelle

Momento complesso che puĂ² essere anche uno stimolo per la tua crescita. Tracciamo un bilancio: l’estate scorsa hai deciso di salutare la Torres e la Sardegna per fare il salto in C con il Latina, quanto ti senti maturato? 

Molto, non solo dal punto di vista tecnico ma anche umano. In campo oltre che avere l’opportunitĂ  di esordire e fare 10 presenze tra i professionisti l’anno scorso a Latina ho avuto anche la fortuna di allenarmi con giocatori importanti e di esperienza, che mi hanno consigliato e aiutato a crescere per scelte di passaggio o tempi delle giocate. Ma credo che la mia crescita piĂ¹ grande in questi mesi sia stata dal punto di vista caratteriale e di forza mentale. A Latina dopo un buon impatto ho avuto a gennaio un infortunio fastidioso e ho passato tanto tempo da solo per curarmi e per recuperare. La squadra giocava e io stavo a Roma per la riabilitazione, lontano dai parenti e dagli amici: è stata molto dura. Ma il calcio dei professionisti è questo, io ho fatto delle scelte forti e drastiche per crescere. Ho lasciato la comoditĂ  dello stare vicino a casa per fare uno step in piĂ¹ e credo che tutto questo in futuro mi ricompenserĂ . Ora sto affrontando un nuovo momento non facile ma non mollerĂ² perchĂ© so che posso tornare protagonista“.

Il San Donato Tavernelle è la Cenerentola del girone B, alla prima storica partecipazione in C: che squadra siete?

Siamo una squadra che ha tanta fame e tanta voglia, il gruppo è aiutato dall’entusiasmo e dalla spensieratezza di chi non ha pressioni e vuole solo fare il meglio in questa prima esperienza tra i professionisti. La squadra magari non ha una profonda conoscenza della categoria ma ha soliditĂ  e carattere e questo in un campionato particolare come la Serie C aiuta sempre. In piĂ¹ in attacco abbiamo alcune individualitĂ  importanti, come giĂ  dimostrato l’anno scorso in D con un girone non semplice con Arezzo e Poggibonsi. Credo che alla fine ce la giocheremo contro tutti provando sempre a dire la nostra“.

Hai seguito la Torres nel ritiro e nell’esordio a Chiavari? Che squadra ti sembrano i rossoblĂ¹?

Come dico sempre da sassarese io resto un tifoso della Torres e per questo l’ho seguita in questa lunga estate tra costruzione della squadra e ripescaggio in Lega Pro. Credo che la dirigenza con il gruppo Abinsula abbiano fatto un ottimo progetto gettando delle basi solide per il futuro. In piĂ¹ ho rivisto un entusiasmo che potrĂ  dare quel qualcosa in piĂ¹ a tutta la squadra per questa stagione. Il tifo di Sassari è un fattore in questa categoria. Ci sono giocatori che soffrono questo tipo di pressioni e altri che si esaltano in ambienti caldi come quello rossoblĂ¹. Io di base perĂ² credo che la Torres dirĂ  la sua in questo girone B e sono fiducioso per la loro annata“.

Che gara dobbiamo aspettarci, come vi presenterete a Sassari?

Il mister dice sempre che non dobbiamo pensare al compitino e l’obiettivo salvezza non ci deve condizionare nell’approccio alle partite. Quindi io mi aspetto un San Donato Tavernelle che proverĂ  a fare la sua gara senza barricate o attendismi ma con la volontĂ  di far vedere anche a Sassari la propria identitĂ . Dall’altra parte ci sarĂ  una Torres affamata di punti e spinta dal proprio pubblico. Mi aspetto un match aperto e spettacolare“.

Senti ancora qualcuno dei tuoi ex compagni?

“Ci scriviamo e ci vediamo quando rientro in cittĂ  con Riccardo e Samuele Pinna, c’è un legame che è rimasto e mi fa piacere sentirli. E poi c’è un bel rapporto di amicizia con Ruocco. Per me lui è un plus per questa Torres: ha personalitĂ  e qualitĂ . Se ci assomigliamo? Un pochino, abbiamo lo stesso baricentro basso e la stessa tendenza a cercare il tiro dopo esserci accentrati“.

Ti piacerebbe un giorno tornare a Sassari? 

Sarei bugiardo a dire di no, ma ho sempre detto che voglio tornare alla Torres per essere un giocatore importante per la squadra e non uno tra i tanti. Ho fatto delle scelte difficili nella mia carriera perchĂ© voglio crescere con delle sfide di spessore. In estate c’è stato un contatto con i rossoblĂ¹ ma alla fine avevo dato la mia parola al San Donato Tavernelle e io sono uno che mantiene le parole date. Non so se e quando ci sarĂ  l’opportunitĂ  di rientrare al Vanni Sanna, sicuramente mi farebbe piacere, ma ripeto quando sarĂ  succederĂ  perchĂ© sono davvero pronto per lasciare il segno a Sassari“.

Roberto Pinna

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