È sorta qualche polemica dopo il rinvio della partita del Cus Cagliari contro il Faenza nel Girone Sud della Serie A2 di basket femminile: la gara prevista per oggi (12 dicembre) è stata rinviata su richiesta della squadra universitaria sarda a causa di una positività nel gruppo allenato da Federico Xaxa.
A fare chiarezza sulla situazione è stata la giocatrice più rappresentativa delle sarde, Erika Striulli che con una bellissima lettera sul suo profilo social ha descritto la situazione che sta vivendo il Cus Cagliari e in generale tutto il movimento del basket femminile: “Dopo aver letto qualche polemica inerente alla nostra scelta di non scendere in campo oggi, 12 dicembre 2020, a Faenza, ritengo doveroso, a tutela delle persone che compongono il gruppo e che si sono assunte a pieno la responsabilità di una decisione importante, ma fortemente condivisa, rendere noti i fattori che hanno inciso sul nostro comportamento e fatto leva sulle nostre coscienze, da persone prima, da atlete poi. In data 10 dicembre 2020 una componente della squadra è risultata positiva al Covid-19 con sintomi. Avendo scoperto con stupore nell’arco del 2020 che l’Italia pullula di virologi incompresi, sarà oramai noto a tutti che esistono dei tempi di incubazione, per cui, di fatto, dal 10 dicembre ognuna di noi poteva essere momentaneamente negativa, ma contemporaneamente contagiosa.
Detto questo, al di là di quelle che sono le normative federali, all’interno di una pandemia mondiale che ancora nel nostro paese fa registrare centinaia di morti al giorno, ritengo debbano prevalere rispetto e, soprattutto, buonsenso”.
“Dal 10 dicembre 2020 ogni componente del CUS Cagliari è potenzialmente in stato di incubazione, che sembrerebbe perdurare per circa 5 giorni– prosegue la giocatrice-. Questo significa che se l’atleta fosse risultata positiva la domenica sera, avremmo avuto il tempo di valutare il resto del gruppo e di giocare ugualmente la partita, pur con qualche defezione. Nessuno si sta tirando indietro e tutte abbiamo accettato il rischio di un campionato che ci vede costantemente esposte, data la tutela irrisoria e ridicola che, come sempre, viene riservata al mondo sportivo femminile.
Siamo consapevoli che si debba trovare il modo di andare avanti. Ma nel momento in cui la positività è a ridosso della partita aumentando a dismisura le probabilità di contagio, di fatto, non solo metteremmo a rischio il gruppo intero, gli arbitri e le “colleghe” di Faenza, bensì la salute (e in alcuni casi la vita) di una moltitudine di persone, dovendo, per ovvi motivi, viaggiare in aereo (il jet privato ancora non lo abbiamo) con sconosciuti seduti a fianco e pernottare in albergo entrando in contatto con clienti e dipendenti. Lo spogliatoio del CUS Cagliari ha quindi deciso, in modo compatto e coeso, di non partire, poiché ognuna di noi ha fatto appello alla propria coscienza, in un momento storico in cui molte famiglie, a Natale, avranno un posto vuoto. La decisione è stata da parte nostra talmente sentita che eventuali punti di penalizzazione in caso di mancato rinvio non avrebbero fatto la differenza. Non abbiamo paura di rischiare ogni giorno, lo facciamo perché amiamo il nostro lavoro, anche se viste le normative, che dovrebbero proteggere la nostra salute e metterci nelle condizioni di svolgerlo in sicurezza, tutelando di conseguenza il campionato stesso, viene da chiedersi se veramente ne valga la pena. Ovviamente non è così per il mondo sportivo maschile.
Viva le pari opportunità.
Non abbiamo paura di giocare con qualche defezione.
Non abbiamo paura di perdere le partite sul campo.
Non abbiamo paura di retrocedere.
Decidere della salute, della vita, di un’altra persona, magari seduta accanto a noi in aereo, ignara della nostra potenziale carica positiva, quello sì…ci fa paura.
Decidere della salute, della vita, di un dipendente d’albergo, padre/madre di famiglia, che già fatica a mantenersi il posto di lavoro in questo periodo, quello sì…ci fa paura.
Gli ideali, i principi e l’umanità che guidano il nostro spogliatoio sono insiti in tutte le ragazze che compongono il gruppo, dalle più esperte, alle più giovani.
Non abbiamo la pretesa che tutti la pensino come noi.
Ognuno rende conto alla propria coscienza, al proprio modo di vivere, di relazionarsi con gli altri e alle proprie priorità.
Noi siamo queste e con la stessa sensibilità, con la stessa umanità e con lo stesso rispetto dimostrato in questa occasione affronteremo l’intero campionato, con l’augurio che il 2021 dia nuovamente la possibilità ad ogni atleta di sentirsi in forma e di potersi esprimere all’interno del campo da gioco al 100%”.
Una lunga dichiarazione che dimostra come le ragazze e le società sono costrette a sacrifici amplificati dal difficile periodo sanitario mondiale: il Cus Cagliari è la seconda squadra isolana ad essere colpita dal coronavirus dopo i casi di qualche settimana fa alla Virtus Cagliari, rientrata in campo proprio questo weekend a Bolzano.
Matteo Porcu