Parole e silenzi, ammiccamenti e tentativi. La vicenda con protagonista Radja Nainggolan continua, lenta come ogni telenovela, ancora di più in un mercato di gennaio povero e bloccato per il Cagliari e non solo.
Virate
Il Ninja è ancora in Belgio, allenamenti individuali per tenersi in forma in attesa di capire il proprio futuro. Il presente lo vede comunque protagonista e non comprimario, tra dichiarazioni per lanciare segnali all’amico Daniele De Rossi e altre che spiegano l’umore dell’ex rossoblù. Da una parte il Cagliari, dall’altra la SPAL, al centro Nainggolan con sullo sfondo possibili nuovi inserimenti. A inizio gennaio sembrava tutto scritto: dopo il ritorno di Claudio Ranieri ecco quello del centrocampista belga. Ma nel mercato passa tanta acqua sotto i ponti e così la vicenda ha preso una direzione complicata. L’accordo di massima – al netto delle valutazioni di natura sportiva ed economica da rifinire – prevedeva un contratto con vista 2024, un futuro in società e un ingaggio sopra i 500mila euro fino a giugno. Il Cagliari ci ha pensato, la fretta messa da parte anche per le note questioni burocratiche – leggasi risoluzione con l’Anversa e tesseramento possibile solo da febbraio – e Ranieri che ha dato il suo via libera fermo restando la volontà del Ninja di calarsi nell’inferno della B. Ma, con Nainggolan che va verso i 35 anni e il bilancio a non aiutare, l’investimento non può essere importante.
Tattiche
La nuova offerta, nonostante le parole del belga a Radio Kiss Kiss, c’è stata. Inferiore nettamente alle attese, soprattutto del calciatore. Lontana dai 500mila euro fino a giugno messi come base da Nainggolan per arrivare alla fumata bianca, con il Ninja che si aspettava maggiore considerazione economica come riflesso di quella sportiva. Il Cagliari, nonostante la fase di stallo, resta nelle sue posizioni nella convinzione che da qui a fine mese Nainggolan non riceverà offerte decisamente migliori né economicamente né per appeal. Ed è qui che si inserisce il discorso SPAL, con i ferraresi presenti e più che vigili, la carta De Rossi da spendere per convincere il belga ad accettare la corte. Il problema del club di Tacopina, però, è lo stesso di quello del presidente Giulini, con il bilancio che non ammette voli pindarici e l’offerta non lontana da quella rossoblù. Difficilmente migliorabile e con la presenza in panchina di De Rossi come vero grimaldello per convincere il calciatore. Dall’altra parte il Cagliari conta sul fallimento dell’operazione senza muoversi dall’ultima proposta e non accettando il gioco al rialzo. Soprattutto pensando a Nainggolan non come necessità impellente, ma come un di più ma solo alle proprie condizioni. Sia per gli stessi motivi che hanno messo messo freno a un nuovo innesto in mezzo al campo, da Mancosu e Rog ormai sulla via del recupero a Kourfalidis che ha dato risposte importanti, sia perché il nuovo corso non vuole lasciare spazio a spese eccessive per gli ingaggi. Per questo il Cagliari attenderà sulla riva del fiume, nella speranza di poter raccogliere i dividendi della propria tattica e con la consapevolezza che se ciò non dovesse accadere non sarebbe un problema. Nuovi attori – Bonato e Ranieri e non Capozucca e Semplici – ma vecchi tira e molla che richiamano alle estati del 2020 e del 2021. Con due protagonisti principali, Radja Nainggolan e Tommaso Giulini, che dovranno decidere se ritrovarsi oppure dirsi definitivamente addio.
Matteo Zizola