Alla vigilia di Cagliari-Ascoli, sfida della Unipol Domus valevole per la giornata numero ventinove della Serie B 2022-23, abbiamo fatto una chiacchierata con Simone Pinna, terzino della Tharros in Eccellenza ed ex di entrambe le formazioni. Focus sul momento in cadetteria dei rossoblù di Ranieri, sui ricordi di Ascoli ma anche un passaggio sulla situazione dell’Olbia, altra ex società di Pinna, in Serie C.
Simone partiamo dagli avversari, ad Ascoli nel 2021 per te sette presenze e una rincorsa salvezza importante, ma anche un infortunio che a lungo ti ha condizionato…
“Di Ascoli conservo un ricordo assolutamente positivo, anche se la parte finale della mia avventura è stata sicuramente triste. Ho saltato le ultime cinque partite di quella stagione per un infortunio all’adduttore che mi ha tormentato fino all’anno scorso. Per me è stato un passaggio importante, ho fatto una scelta coraggiosa ad accettare il progetto Ascoli quando era ultimo in classifica. Ma credevo in quella piazza per poter crescere e alla fine con la rimonta nella seconda parte del campionato ho avuto ragione io e ho dato il mio contributo per la salvezza. Ascoli è una società molto seria e professionale, non ci hanno mai fatto mancare nulla e hanno infrastrutture importanti. Sicuramente parliamo di una piazza molto esigente e con un pubblico molto caloroso, per un ragazzo ritrovarsi uno stadio sempre pieno e ambizioso può fare anche brutti scherzi. Per chi non è abituato magari è anche un problema, ma una volta che ti abitui la gente di Ascoli diventa un fattore e sa spingerti oltre gli ostacoli. Hanno calciatori di grandissima qualità a cui prestare grandissima attenzione. Penso a Buchel, Caligara o Dionisi. Molti di questi sono anche carissimi amici, ho legato tanto con loro e ci sentiamo spesso anche ora che non sono più lì”.
Passiamo al Cagliari, dall’entusiasmo del ritorno di Ranieri alla recente pareggite…
“Io credo che la squadra ora stia bene, ma manca ancora quello step mentale per trovare la giusta cattiveria che ti permetta di dare continuità ai risultati che una formazione fatta di tanti calciatori di qualità superiore alla categoria deve avere. Per nomi questa rosa merita di stare più su. Poi chiaro, Ranieri è un grandissimo allenatore e sarà un fattore per questo gruppo. Promozione subito quest’anno? Il Cagliari ha la forza per riuscirci, ma il problema è che a questo punto della stagione e con il rendimento tenuto fino a qui non dipende più solo dai rossoblù. Di base il destino non è più solo nelle mani dei ragazzi di Ranieri. Le altre squadre davanti stanno facendo una stagione importante, non sarà facile. Tolto il Frosinone che è fuori categoria, le altre squadre corrono velocemente mentre il Cagliari in queste ultime sfide poteva raccogliere 12 punti e invece è tornato a casa con solo 4 punti”.
Guardando alla rosa del Cagliari, con tanti calciatori che conosci bene, chi ti sta sorprendendo di più e chi sarà l’uomo chiave in ottica playoff?
“In Serie B l’uomo chiave è sempre l’attaccante. In cadetteria non vinci senza avere tanta qualità in avanti. Per questo dico che sia Lapadula che Pavoletti dovranno fare la differenza per i sogni promozione del Cagliari. Possono essere dei condottieri. La squadra comunque è forte in ogni reparto. Mi sta piacendo e sorprendendo tanto Dossena in difesa. Sarà poi fondamentale usare questi mesi per rimettere al meglio Rog e Nandez in ottica playoff, sono due giocatori che non puoi regalare e quando stanno bene cambiano il volto di un centrocampo. Il problema principale del Cagliari è che in determinati momenti chiave sono mancati i suoi uomini più importanti, per un motivo o per l’altro”.
In Serie B hai giocato sia per la salvezza ad Ascoli che per la promozione con l’Empoli, ti aspettavi questo campionato per il Cagliari?
“Negli anni passati ci sono sempre state delle squadre che riuscivano ad ammazzare il campionato o comunque a creare un netto distacco di gioco e risultati con le altre, penso all’Empoli, al Lecce o al Benevento di alcuni anni fa. Secondo me rispetto a quest’anno la competizione era minore in passato. In questa Serie B hai il Frosinone che era considerato come favorito ma insieme a tante altre e che invece sta dominando, poi hai una serie di retrocesse di assoluta qualità, in più dalla C sono salite piazze come Bari e Palermo. Tutti possono vincere contro tutti, c’è un grande equilibrio e credo che questa sia la Serie B più pazza di sempre”.
Facciamo un salto a Olbia, dove hai iniziato la stagione in estate prima di lasciare la Gallura e fare l’esperienza in Serie D alla Cos, come vedi i ragazzi di Occhiuzzi nella corsa salvezza?
“Nella prima parte di stagione l’Olbia non ha avuto per una serie di ragioni un Ragatzu davvero incisivo, e questa rosa non può prescindere da un calciatore così forte e impattante. E non a caso ha appena rinnovato per i prossimi due anni. Daniele ultimamente ha la media di un gol a partita, basta che passino la palla a Ragatzu e a salvare lOlbia, come ogni anno, ci penserà lui”.
In chiusura, ora sei tornato a casa alla Tharros, hai un figlio piccolo e sei in attesa di nuovi progetti. Quanto è forte il rammarico per alcuni passaggi della tua pur giovane carriera?
“Non c’è giorno che, guardandomi allo specchio, non ripenso a tutto quello che potevo fare e non ho fatto. Però non posso rimproverarmi nulla, ho dato sempre il massimo in ogni allenamento e in ogni esperienza che ho fatto. Sicuramente ho avuto diverse difficoltà tra i vari prestiti e i vari infortuni. Mi dispiace però di non aver avuto sempre la possibilità di dimostrare tutto il mio valore, come ho sempre fatto quando qualcuno me ne ha dato l’opportunità”.
Roberto Pinna