Lunedì dai sentimenti contrastanti in Serie D per le squadre sarde. C’è chi sorride, chi mastica amaro e chi dice addio a sogni di gloria. La dodicesima giornata ha segnato un solco profondo nella buia stagione delle sassaresi. Latte Dolce e Torres non riescono a svoltare. Rimonta invece con continuità il Lanusei in classifica, mentre Arzachena e Carbonia vanno avanti a piccoli passi. Vediamo nel dettaglio il momento di forma delle cinque società isolane scese in campo domenica nel Girone G. Ricordando che il Muravera, migliore tra le sarde al sesto posto, è sempre ferma a causa di alcune positività al virus nel gruppo squadra.
Torres
Doccia fredda, freddissima a Giugliano. La sconfitta per 2-1 in trasferta ferma la rincorsa dei rossoblù verso una migliore posizione in classifica. Dopo due pareggi e una vittoria la cura Graziani sbatte contro Orefice, il maltempo e un po’ di sfortuna in Campania. La Torres resta penultima, a quattro punti di distacco proprio dal Giugliano, che ha giocato anche una gara in meno rispetto ai sassaresi, e dalla Nuova Florida. Insomma, ci sono ancora tanti punti per strada ma non sarà semplice risalire. E infatti a fine partita Graziani non ha voluto alibi o scusanti per i suoi giocatori. Tutti spalle al muro a rimuginare sui propri errori. Anche perché nella gestione della gara e nella capacità di dare una scossa con gli episodi durante i novanta minuti la squadra rossoblù ha dimostrato di non essersi liberata ancora dei vecchi fantasmi. Nonostante la prima vittoria stagionale di domenica scorsa, 2-1 al Vanni Sanna al Gladiator. Graziani ha detto chiaramente ai propri giocatori di assumersi maggiori responsabilità. E ha ragione, qualche leader o presunto tale di questa Torres costruita, smontata, ricostruita e ancora una volta tagliuzzata, deve assumersi il peso della squadra e trascinarla per mano. Non possono essere i giovanissimi Fadda e Mascia, in una situazione del genere, a risultare tra i migliori in campo. Un segno della bontà del lavoro fatto sui giovani ma che ha bisogno di essere aiutato da profili di esperienza che sappiano guidare la nave in porto. Domenica prossima sono previste onde alte e vento perché al Vanni Sanna ci sarà il derby della morte contro il Latte Dolce. Chi perde, forse, è perduto.
Latte Dolce
Come il trenino di via lago di Baratz questo Latte Dolce sembra arrivato all’ultima corsa. Sconfitto, un’altra volta, in casa dal Lanusei. Una partita dove la squadra sassarese non è praticamente quasi mai stata in grado di rendersi pericolosa contro gli ogliastrini. Un gigante dal corpo di argilla. Nelle ultime cinque giornate, insieme al Nola, il Latte Dolce è stata la peggiore squadra del torneo per rendimento. Appena due punti fatti, e soprattutto appena 4 gol messi a segno. Davvero pochi per una squadra descritta come una delle principali macchine da gol, sulla carta, a inizio stagione. A fine partita il presidente Fresu ha parlato della necessità di una scossa a livello tecnico per poter dare una sterzata alla stagione. In mattinata è in corso un incontro tra la dirigenza e Udassi ma, salvo clamorosi colpi di scena, ormai l’avventura dell’ex bomber della Torres sulla panchina del club di via Leoncavallo sembra arrivata ai titoli di coda. Difficile spendere altre parole per il Latte Dolce. Il momento di profonda riflessione servirà anche alla dirigenza però. Perché le colpe non sono e non potranno essere solo dell’allenatore. Le ultime stagioni hanno dimostrato che non sempre fare calcio con delle belle figurine paga. Per dare una svolta, a un progetto che ha delle fondamenta importanti e non lo si mette in dubbio, servono però anche figure di contorno e nello staff che lo sappiamo far crescere dritto, stabile e bello a vedersi. Domenica c’è il derby, nel momento peggiore possibile per il calcio in città. La speranza è, ancora una volta, che si sia toccato il fondo per poter risalire e permettere a Sassari di avere almeno una squadra in altre posizioni di classifica.
Lanusei
Va’ che Lanusei! Tre vittorie e un pareggio da Natale a metà gennaio. Greco dopo aver messo alle corde il suo gruppo è riuscito a togliere il meglio dai suoi ragazzi. Nelle ultime cinque giornate gli ogliastrini per rendimento sono addirittura la quarta forza del torneo. Mentre la classifica parla di un settimo posto che per ora sa di sicurezza. L’obiettivo resta la salvezza ma il bel gioco mostrato praticamente sempre dall’inizio del campionato dal Lanusei ora finalmente sta portando anche punti alla squadra del presidente Arras. Il test per le speranze sul futuro del girone per gli ogliastrini arriva già dalla prossima giornata. Al Lixius arriva il Cassino, ottavo e capace di fermare il Savoia nell’ultimo turno. Alla squadra di Greco, nonostante un buon Attili, sembra mancare terribilmente un centravanti in grado di dare il cambio a Camilli, e magari anche un profilo con un pizzico in più di cattiveria sotto porta rispetto al generoso giocatore ex Torres. Il mercato sarà aperto ancora per più di un mese e mister Greco alla fine della vittoria contro il Latte Dolce neanche troppo tra le righe ha fatto capire che per dare continuità a questa squadra servirebbe qualche innesto in sede di trattative.
Arzachena
Difficile capire come l’Arzachena è arrivata dopo un lungo tour de force alla sfida con il Carbonia. Al Pirina a calcio si è giocato davvero poco. Ma si è inseguito tanto il maestrale. Gli smeraldini tutto sommato nel pari 1-1 contro i minerari ai punti forse avrebbero meritato anche qualcosina di più. Ma solo per il fatto di essere riusciti ad avere, in qualche modo e nella perenne lotta con i mulini a vento, un po’ di più il pallino del gioco. Vittoria, sconfitta e pareggio. L’Arzachena di Cerbone le ha provate tutte in questa ripresa dopo la lunga sosta causa Covid. E non a caso il tecnico dei biancoverdi a fine gara contro il Carbonia si è detto contento solo a metà. Agli smeraldini serve qualche punto in più a cominciare già dal recupero di mercoledì, sempre in casa, nello scontro salvezza con il Nuova Florida. Da monitorare le condizioni di Ungaro. Il centrale è uscito per un problema muscolare contro i minerari ma per gli equilibri dei giovani ragazzi di Cerbone è fondamentale. Nota di merito per l’ottimo momento di stagione di Molino e Bonacquisti. E attenzione al mercato, perché in casa biancoverde hanno in mente colpi importanti, soprattutto in ottica over, per dare qualità ed esperienza a questo gruppo.
Carbonia
Quadrata. Se dovessimo descrivere il Carbonia con una parola potremmo scegliere questa. Fa strano, lo sappiamo. Anche perché parliamo di un gruppo molto giovane, alla prima esperienza in D dopo tantissimi anni e costruito tra mille difficoltà. Ultima quella dell’assenza di una vera e propria casa dove giocare. Mariotti però ha messo insieme una squadra che si sente una famiglia e questo permette ai minerari di andare oltre ad alcuni evidenti limiti tecnici. Anche molto cinico il Carbonia che al Pirina ha sfruttato il minimo errore degli avversari per trovare il rigore. Trasformato poi da Cappai nel definitivo pareggio. Capire il futuro del Carbonia da qui a fine stagione è praticamente impossibile. La forza dei biancoblù resta la compattezza, certo se nel recupero di mercoledì in casa del Giugliano arrivassero i tre punti la classifica inizierebbe a sorridere e non poco. A Mariotti e il suo staff il compito non semplice di preservare questa armoniosità all’interno dello spogliatoio. Un equilibrio che ha anche un suo peso in chiave mercato. Aggiungere o togliere a questo Carbonia è un’operazione a cuore aperto per evitare di andare a intaccare degli equilibri magici costruiti in questi mesi.
Roberto Pinna