Forte preoccupazione nella cittadina gallurese a poche ore dalla scadenza del termine per l’iscrizione della squadra al prossimo campionato di Serie D, con l’incertezza societaria che regna sovrana dalle parti del Biagio Pirina.
“Vergognatevi…siete penosi”. Recitava così, in modo tutt’altro che amichevole, un celebre striscione bianco con scritta rossa comparso nello scorso febbraio 2015 dalle parti di Trigoria, centro di allenamento della Roma – all’epoca allenata da Rudi Garcia – e affisso dai tifosi giallorossi, contrariati per il rendimento deludente di Totti e compagni in quella fase della stagione 2014-15. Nelle ultime ore, però, la foto di quello striscione è stata pubblicata sulla pagina Facebook “Arzachena Calcio Unofficial”, da anni ritrovo social dei tifosi biancoverdi, per sottolineare lo stesso stato d’animo, profondamente negativo, vissuto allora dai sostenitori romanisti. Un modo per testimoniare il forte grido di dolore da parte della cittadina smeraldina sull’incertezza che regna sovrana sulle sorti della società gallurese, dopo che nelle ultime settimane si sono rincorse le voci sulla possibile cessione del club dalla holding Orlean Invest riconducibile al petroliere ligure Gabriele Volpi, patron della Pro Recco, all’imprenditore campano Salvatore Guida, in passato per tre mesi proprietario del Grosseto Calcio. Un passaggio di consegne (eventuale, perché ancora non se n’è avuta contezza) che non ha riscosso consensi – eufemismo – nell’ambiente arzachenese, con tifosi e appassionati preoccupati dall’incertezza che, a pochi giorni dalla scadenza dei termini per l’iscrizione della squadra al prossimo campionato di Serie D, fa dormire loro sonni sempre meno tranquilli.
Il termine ultimo è fissato per le 18 del prossimo 14 luglio, orario oltre il quale non sarà più possibile inviare la documentazione. Le ore passano e ad Arzachena crescono di pari passo rabbia e frustrazione per la gestione del presente e futuro della squadra biancoverde. Dal sogno Lega Pro al rischio sparizione dai radar del calcio sardo: un’ipotesi che fino a qualche settimana fa sembrava impensabile, ma che con il trascorrere delle ore diventa sempre più prossima alla realtà.
Francesco Aresu
