Dal Positivismo al Decadentismo. Sassari, al ritorno dopo diversi anni in Serie C, vive la sua personale lotta filosofica. Da un lato la gioia e la festa di inizio campionato per il ritorno tra i professionisti della Torres e dall’altra parte la costante percezione del bicchiere mezzo vuoto da parte della piazza rossoblù che sta accompagnando alcune prestazioni e alcuni risultati della squadra di Alfonso Greco nelle ultime settimane.
Punti di vista
Così come nel pensiero dell’Ottocento, quando si passò da uno slancio verso il futuro dato dalle nuove scoperte tecnologiche di inizio secolo a un quadro più pessimistico sulla condizione umana e dell’individuo di fine secolo con il Decadentismo, ecco che la Torres sta attraversando le proprie contraddizioni per crescere in questo girone B della Serie C. In senso figurato ovviamente, però l’impressione è che questo mese di novembre forse sarà proprio quello in cui capiremo quanti margini di crescita e di maturità in campo ha ancora la rosa a disposizione di Greco. L’ultimo 1-1 in casa del Rimini ha lasciato ancora una volta un po’ di amaro in bocca ai sassaresi, anche perché per oltre un’ora Lora e compagni hanno giocato in superiorità numerica. La Torres ha fatto una buona partita su un campo complesso e il pareggio aiuta la classifica, ma con un pizzico di cinismo in più la vittoria sarebbe stata alla portata dei rossoblù che hanno avuto almeno 4-5 palle gol per chiudere la sfida del Neri. Una costante per una squadra che sta andando oltre le migliori aspettative di inizio stagione ma che ancora, per un motivo o per l’altro, fatica a convincere pienamente la propria piazza.
Momento
La Torres in questo momento del torneo sembra un’adolescente con le proprie lotte interne, le proprie contraddizioni e i propri sogni che mirano il più in alto possibile. E di giornata in giornata la squadra di Greco sta attraversando tappe e momenti importanti per trasformarsi da “ragazzina terribile” di questo girone a realtà solida e ambiziosa per la categoria. Cammino non semplice però, perché il calendario difficile fino alla sosta invernale e un campionato davvero imprevedibile lasciano sempre il timore reverenziale ai rossoblù di doversi guardare con costanza alle spalle. Non dimenticando che la formazione sassarese è stata costruita, nel giro di poche settimane, per centrare ad ogni costo la salvezza al primo anno di ritorno, da ripescata, in Serie C.
Uomini
Dopo tredici turni di campionato la Torres ha una certezza: fin qui nessuno è riuscito a dominare contro i rossoblù. La squadra sassarese ha sempre giocato alla pari, a volte aiutata dagli episodi (come a Rimini), altre volte messa in difficoltà dagli stessi episodi (Cesena, Imolese o San Donato Tavarnelle per citarne alcune). Al di là del rammarico per due punti alla portata, per l’inerzia presa dalla partita, e non centrati a Rimini la Torres in Romagna ha scoperto di avere più di un’alternativa di spessore. Diakite dopo i fischi del Vanni Sanna ha risposto alla grande con una prestazione di quantità e qualità, la formazione di Greco è riuscita a fare a meno di un’arma quasi imprescindibile come Liviero, il rientro di Lombardo ha permesso di non sentire troppo l’assenza di Ferrante e soprattutto Sanat non ha fatto rimpiangere Ruocco. Certo, per il futuro l’infortunio del 10 preoccupa e non poco. “Ne avrà per qualche settimana” – ha detto Greco a fine partita. Ma intanto la Torres ha capito di riuscire a giocare con continuità e frizzantezza anche senza di lui. Uno step sia tattico che mentale non da poco per una rosa che fin qui spesso si è aggrappata ad alcuni uomini simbolo nei momenti di maggiore mare in tempesta. Al di là delle scelte e dei protagonisti in campo però l’impressione è che a questa Torres, nella settimana che porterà a un nuovo importante banco di prova come quello contro la Reggiana al Vanni Sanna, serva equilibrio sia sul terreno di gioco che in maniera particolare fuori. Quel pizzico si spensieratezza, serenità e voglia di andare oltre l’episodio senza accanirsi eccessivamente nell’analizzarlo che sono utili a una neopromossa per vivere sulle ali dell’entusiasmo, evitando di riflettere troppo su cosa poteva essere e non è stato.
Roberto Pinna