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Sef Torres, Carlini: “Contro Sennori per divertirci e provare a rifare un’impresa”

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Il commento nella club house della Dinamo Sassari di Antonio Carlini, capo-allenatore della Torres, alla vigilia della prima partita della serie finale della sua squadra contro il Sennori nella Serie C isolana. Di seguito il suo punto su tutto il campionato e sulla delicata sfida ai sennoresi dell’ex Dinamo Jirí Hubálek conquistata dopo aver sconfitto in semifinale la Ferrini.

Sulla serie contro la Ferrini

“Ho vissuto l’ultima gara dagli spogliatoi con un’ansia incredibile dove essere stato squalificato. Non avevamo mai battuto Ferrini negli ultimi 10 anni e ci siamo riusciti per la prima volta in semifinale, ora andiamo in finale con lo spirito di chi vuole rifare l’impresa. Il bilancio guardando all’annata è chiaramente super positivo e proveremo a dare il meglio di noi anche contro Sennori”. 

Le chiavi della Serie contro Sennori

“Sarà una serie tosta ancora di più che quella contro la Ferrini perché la finale dà un agonismo e una tensione diversa. Loro hanno giocatori come Cordedda e Hubalek che sono sia esperti ma anche fenomeni per la categoria. Con Hubalek loro non hanno mai perso e qualcosa vorrà pur dire. Fisicamente possono metterci in difficoltà e sull’atletismo dovremo fare la differenza, provando a limitare al meglio proprio Hubalek”. 

Sul ritmo

“Il nostro marchio di fabbrica per tutta la stagione è stato il ritmo alto e non dobbiamo snaturarci adesso, la nostra pallacanestro è molto corri e tira e dobbiamo usare questa intensità anche contro Sennori. Con il riposo lungo una settimana tra una sfida e l’altra perderemo forse il vantaggio della corsa e della resistenza ma dovremo restare comunque noi senza snaturarci”

Le emozioni sulla prima finale

“Non ci sto pensando molto perché non me la aspettavo quasi, chiaro che il pensiero c’è e sono molto giovane ma voglio godermi il momento giorno dopo giorno. Devo essere sincero: alla prima riunione abbiamo messo l’obiettivo di riconfermarci in finale come l’anno passato. Poi durante l’anno è stato difficile vedere quell’obiettivo come concreto e invece alla fine siamo comunque riusciti a centrare nuovamente la finale. Questo è il simbolo di un gruppo molto coeso e forte. Non pensiamo alla finale ma solo a divertirci e giocare al meglio di come possiamo”. 

Cosa dice babbo?

“Lui è scaramantico, non viene a vedere le partite. E meno male perché se avesse visto come è andata a livello di stress gara 3 contro la Ferrini poi a casa non lo avrebbe trattenuto nessuno. Ho iniziato ad allenare grazie a lui e per lui, devo tutto a mio padre. Non voglio togliere niente a nessuno dei miei allenatori avuti in carriera, ma il 90% di quello che so è merito suo”. 

Roberto Pinna

 
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