Un simbolo di Mandas e non solo. Renato Raccis, storico attaccante isolano protagonista nei campi della Penisola prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, è il protagonista del saggio “Renato Raccis: il bomber fermato dal destino”, edito da Carlo Delfino Editore, scritto dallo storico Mario Fadda e dal sindaco di Mandas Umberto Oppus, nell’ambito della redazione del libro e del centenario dedicato a Renato Raccis le scuole di Mandas hanno partecipato al concorso letterario promosso da Ussi Italia con Sport & Salute sui temi cyber-bullismo, inclusione, razzismo e disparità di genere. Un libro che ripercorre le gesta dell’attaccante mandarese, alla cui presentazione era presente anche l’attaccante rossoblù Leonardo Pavoletti, nativo di una Livorno in cui Raccis ha lasciato un forte ricordo. Queste le parole di Oppus al termine della conferenza stampa rilasciate ai nostri microfoni.
Sugli obiettivi del libro
“Uno degli obiettivi del libro scritto con Mario Fadda non è solo quello di recuperare pagine di storie che si erano perse, ma quello di far conoscere la figura di un calciatore che ha dato tanto al calcio sardo e al calcio nazionale. Se si guardasse il tutto con gli occhi di oggi, Raccis sarebbe un uomo da copertina dei quotidiani e delle televisioni. Per questo, quello che ha rappresentato allora noi non vogliamo perderlo. Sia nelle frasi del Presidente Ciampi sia in quello che tanti giornalisti dell’epoca hanno detto, c’è l’interesse a capire e far conoscere ciò che Raccis è stato: un simbolo, un portatore di valori sani, di lealtà sportiva e di quell’agonismo bello e puro – come diceva Ciampi – che si notava nel calcio di un tempo“.
Su Pavoletti e il rapporto con Mandas
“Il vero grande obiettivo era quello di non far dimenticare il passato e di farlo rivivere nelle cronache odierne. Se negli anni Quaranta, Raccis fu il simbolo dello sport a Livorno, oggi per noi sardi Pavoletti, da capitano del Cagliari, è simbolo del calcio in terra isolana. Noi vogliamo che questo filo non venga mai perso, ma anzi vogliamo che tutto si riporti a quella che può essere una promozione multipla. Da un punto di vista politico abbiamo già scelto di intitolare lo stadio a Renato Raccis, ma adesso nella casa dove è nato faremo una casa-museo sullo sport legata a lui e a tutti i mandaresi che sono stati con lui protagonisti, cito fra tutti Marius, capo della tifoseria del Cagliari dello scudetto. E tante altre iniziative che nel nome di Raccis prenderanno il via. Non a caso, nel giorno del centenario abbiamo firmato un protocollo con tutti i comuni sardi che hanno avuto calciatori di Serie A che si chiama “La Sardegna del pallone, i comuni sardi in Serie A”: tutte le comunità che hanno avuto loro cittadini che hanno calcare il palcoscenico della massima serie saranno dentro un circuito unico in Europa“.
Un commento sul Cagliari
“L’auspicio è quello che si torni subito in Serie A. Anche perché il Cagliari ci ha abituato bene dagli anni Sessanta a oggi, abbiamo un certo gusto ormai sul livello del torneo a cui partecipare. Sono convinto che i rossoblù vinceranno il campionato e si tornerà subito a giocare dove compete al club, cioè in Serie A“.
dall’inviato Francesco Aresu