Lunga intervista del settimanale SportWeek ad Alessia Orro, palleggiatrice dell’Italia vincitrice dell’Oro olimpico a Parigi 2024: vi riportiamo alcune delle dichiarazioni della giocatrice originaria di Narbolia.
Scatto
“La vittoria dell’oro olimpico ha portato la pallavolo a un gradino più in alto: credo e spero che i palazzetti siano sempre pieni come al PalaEur (10300 spettatori nella finale di Supercoppa persa dalla sua Milano contro Conegliano ndr) Personalmente mi ha portato a tanta visibilità, un sacco di impegni e incontri importanti: ho visto Mattarella tre volte in due settimane! Poi ho fatto cose nuove che mi hanno spaventata, emozionata e divertita come Ballando con le Stelle, il red carpet a Venezia e la Fashion Week a Milano. Velasco? Con lui ho imparato a giocare più semplice e serena, a fregarmene di più di tutto. Sbaglia? Si va avanti e si cerca un’altra soluzione. Sembra scontato, ma ci è voluto lui per farmi scattare questo clic”.
Il campionato
“L’anno scorso ha vinto Conegliano, ci ha battuto in tre finali su tre. Ma ci siamo rinforzate con Danesi, Pietrini e il libero Fukudome, che mi piace molto. Abbiamo un nuovo tecnico, Lavarini, che mi ha già allenato a Busto. Sarà un campionato molto difficile perché con Champions League, Coppa Italia e Mondiale per Club giochiamo ogni due giorni: faremo fatica a riposare. Le società di vertice dovranno essere brave a gestire le atlete, soprattutto quelle che non si sono fermate in estate. Si rischia di perdere punti contro club di bassa classifica: ecco perché è il campionato più bello e stressante del
mondo. L’oro olimpico non mi basta, non mi accontento, ora sogno di vincere il mio campionato”
Legami
“Narbolia per me è la famiglia, gli amici, le persone che conoscono Alessia, non la Orro: solo lì mi sento me stessa. Appena posso ci vado per staccare, per rigenerarmi. E recuperare il tempo perso con i miei cari da ragazzina. Io ho saltato quel periodo e adesso pesa: ho fatto anni a pensare solo alla
pallavolo, arrivi a un punto in cui vuoi un po’ di tempo solo per te stessa. Nel 2018, quando non sono stata convocata al Mondiale, ho avuto un mese libero: è stata l’estate più bella della mia vita. Mi svegliavo ed ero felice. Questa cosa pesa dentro di te. Tutti questi sacrifici hanno portato fin qui e ovviamente non voglio fermarmi, però il mio cervello dice che sto un po’ tirando la corda. Magari in futuro potrò anche prendermi una pausa. Un oro olimpico ti ripaga di tante cose ma se parliamo di quelle importanti non te le restituisce. Sono molto legata alla mia famiglia, con gli zii e tanti cugini, ho sempre sentito il loro calore e amore, siamo un’unica cosa. E mi manca perché per tanti anni ero la persona che non c’era mai nei momenti importanti”.
La Redazione