Sulle righe della Gazzetta dello Sport è tornato a raccontarsi il centrocampista ex Cagliari Radja Nainggolan. Un’analisi tra i tempi di Roma, il rapporto con Spalletti e Pioli e il futuro della carriera per il centrocampista belga che in stagione è tornato in patria dopo l’esperienza in Sardegna e ora gioca con il Royal Antwerp FC.
Pioli
“Il segreto di Pioli? – dice il centrocampista trentatreenne – È umile e sa rischiare. Quindici anni fa lanciò me a Piacenza, oggi lo fa con Tonali. A Piacenza avevo vent’anni, venivo da una decina di partite in B, ma lui mi schierò titolare fin da subito. È un gentleman, una persona d’oro, quando lo vedo infuriato a bordo campo sorrido sempre. È un buono. Il suo segreto è l’umiltà, ma anche il saper puntare sui giovani. Rischiare. Quindici anni fa l’ha fatto con me, oggi con Tonali. Su di lui mi sono ricreduto, è davvero forte. E poi ha un grande maestro come Stefano. Il Milan è squadra. La forza del mister è creare gruppi così“. Vi sentite ancora? “Dopo la vittoria con il Napoli gli ho scritto che merita di stare dov’è. Lui e Spalletti, come persone, sono diversi, ma come allenatori sanno cambiare“. Pioli le ha mai dato qualche strigliata? “No, ma solo perché all’epoca non trapelava niente. Ogni tanto combinavo qualche cavolata, ma nessuno sapeva nulla. Stefano e il suo staff, però, sono stati grandi. Quando avevo un problema chiamavo il vice, Giacomo Murelli, e sapevo che potevo contare su di lui a occhi chiusi“.
Presente e futuro
Si rivede in qualcuno in particolare? “Barella, solo che io segno un po’ di più“. E al futuro pensa mai? “Il mondo intorno al calciatore mi inizia a stufare, ma la passione c’è. Se mi dai un pallone gioco sei ore. Ora come ora non penso a una vita fuori dal calcio“. Se l’Italia chiamasse tornerebbe? “Certo. Posso dare ancora molto“.
La Redazione