Cresciuto con la maglia della Dea ma ancora legato agli anni a Cagliari che l’hanno portato fino all’azzurro. Andrea Lazzari tra il 2008 e il 2011 è stato uno dei protagonisti più importanti delle stagioni isolane, soprattutto sotto la gestione di quel Massimiliano Allegri passato per la panchina rossoblù prima di diventare grande. Panchina che potrebbe rappresentare il futuro nella carriera di Lazzari: “Continuo a fare gli aggiornamenti dopo aver preso il patentino B e mi tengo in contatto con Alessandro Matri che ora è diventato allenatore, Montolivo, Pazzini e con Giovanni Pasquale con cui abbiamo intenzione di fare il corso UEFA insieme”. Il presente però si chiama Cagliari-Atalanta e le emozioni legate a quella che è un po’ anche la sua partita.
Quelle in maglia orobica e in maglia rossoblù sono state le tappe più importanti della carriera?
“In un certo senso sono le due mie esperienze più importanti in carriera, sì. A Bergamo ho cominciato a giocare a calcio e in categorie di livello, a Cagliari invece ho passato tre anni interessanti in cui abbiamo ottenuto anche dei buoni risultati“.
Quali sono state le emozioni più importanti con le diverse maglie?
“Con l’Atalanta sicuramente è stata cominciare a entrare negli stadi più storici di Italia, giocare contro e con dei giocatori che vedevo come degli esempi. A Cagliari invece le emozioni più grandi sono state sul campo, penso ai risultati con le squadre più blasonate contro cui non si vinceva da tanto tempo. E poi aggiungo la chiamata in Nazionale arrivata proprio grazie a quel cammino in rossoblù“.
Che partita sarà quella di sabato?
“Sarà comunque una partita emozionante, entrambe le squadre hanno bisogno di punti. Il Cagliari non è una formazione arrendevole, anzi, ci prova in tutti i modi a portare a casa i punti soprattutto dopo l’arrivo di Mazzarri. I giocatori stanno però ancora assimilando i nuovi concetti portati dall’allenatore. L’Atalanta si è vista anche in settimana contro il Manchester United, è una squadra propositiva, in cui attaccano tutti. Sarà una bella partita, magari anche con qualche gol“.
Cosa manca a questo Cagliari? E come si esce da questi momenti complessi?
“È difficile dire se manca qualcosa a questa squadra e in che ruoli precisi, bisognerebbe viverla da dentro perché da fuori è sempre facile dirlo. Io il Cagliari non l’ho visto così male come squadra e non penso sia da ultimo posto. Quando non sono arrivati i risultati sono scaturite anche delle situazioni non favorevoli che non hanno permesso al gruppo di portare a casa i tre punti. Questi momenti sono difficili ma lo spogliatoio e la coesione tra i giocatori devono essere la cosa più importante: non bisogna guardare solo il proprio orticello ma cercare di fare qualcosa di più per venire fuori da questa complicata situazione“.
Matteo Cardia