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Latte Dolce, Scotto: “Bella gara, se i giovani mi seguono ci toglieremo soddisfazioni”

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Al termine della gara, persa ai calci di rigore a causa di un errore del proprio portiere Carta, in conferenza stampa si è presentato il mister del Sassari Latte Dolce Pierluigi Scotto che ha commentato così la gara dei suoi.

“Abbiamo fatto una bella gara, tutti i miei ragazzi stanno lavorando bene su questa nuova avventura che sto facendo al Latte Dolce, ero convintissimo di quello che stiamo facendo. Domenica a Carbonia ho visto, dopo un precampionato surreale, una squadra che ha saputo soffrire, ha saputo passare in vantaggio e poi ha preso gol su palla inattiva, ma tutto sommato il pareggio era giusto. Avevo avuto buone indicazioni che in precampionato non ho mai potuto avere, non siamo mai riusciti a fare una fase difensiva: oggi e domenica, lavorando contro due squadre di Serie D, ho avuto delle conferme importante da parte di tutto il gruppo. Questa squadra ha dei giovani che se mi seguono ci potremo togliere grandi soddisfazioni: ovviamente le soddisfazioni di cui parlo sono la salvezza, su questo non ci si sposta di un millimetro. Mi piace lavorare quando ho tanti giovani che vanno plasmati, vanno caricati per dargli la giusta fame e dargli qualcosa di tuo. Per oggi ho un po’ di rammarico perché alla fine potevamo anche passare, però va bene così, il campionato è quello che ci deve dare giuste indicazioni, piedi per terra umiltà e lavorare.”

Nella parte finale capitan Cabeccia è passato da centrale difensivo a mediano, necessità o soluzione al quale sta lavorando? “Quando tu alleni un gruppo come il mio con Cabeccia che ha 34 anni, Patacchiola 31 e il resto del gruppo è sotto i 30, devi chiedere grande sacrificio. Cabeccia è un giocatore straordinario, ha piedi da centrocampista, dopo aver perso Tedde (uscito per crampi ndr) ho ragionato un po’ e non ho voluto giocarmi subito il cambio, infatti siamo rimasti per 3 o 4 minuti in 10 uomini perché stavo riflettendo sul portare avanti Cabeccia: mossa dovuta anche al fatto di loro avevano messo Piredda per schermare Pireddu.”

Andrea Olmeo

 
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