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Tommaso Giulini, presidente del Cagliari

Giulini: “Ecco come ripartire: salary cap e diritti TV”

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Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini è intervenuto a Sky Sport per celebrare il 50° anniversario dello Scudetto del Cagliari.

Sullo Scudetto: “Questo è un giorno bellissimo per tutti noi, quella del Cagliari Campione è stata la più bella favola che mi ha raccontato mio padre da piccolo. Sono state grandi emozioni, anche se da piccolo non capivo le dinamiche sociali. Riva? Era l’Hombre Vertical, ricordo una sua intervista a Gianni Mura che diceva che in Sardegna ci mandavano i Carabinieri che facevano le bischerate per punizione: ricordo i primi anni difficili di mio padre qua, alla fine però è diventato cittadino onorario di Silius. Alla fine questa è una terra in cui però alla fine ci rimani a vita, la Sardegna o ci nasci o la scegli. Le etichette di Rombo di Tuono e Hombre Vertical dicono tutto, non avevo bisogno di farlo presidente onorario: è stato un mio piccolo regalo che ho voluto fare a lui e a tutti i tifosi in un anno così particolare. Ogni grande squadra ha bisogno di una punta di diamante, ma non c’era solo Riva ma anche un grande gruppo con una chimica unica: erano uomini che si sono caricati un’isola intera sulle spalle e soprattutto grandi amici”.

Sul presente: “Sono andato recentemente da Zenga ad Asseminello e mi diceva anche lui che prima di tutto contano i rapporti tra i ragazzi e uno spogliatoio unito, altrimenti non si ottengono risultati e quella squadra dello Scudetto ne è la disperazione. Quello con Walter sono i classici rapporti superficiali che nascono nel mondo del calcio, ma quando si ha la possibilità di conoscersi in un momento così difficile come questo si conoscono i valori dell’altro e si rafforzano i rapporti.  Questa crisi che durerà qualche anno sia una grande opportunità a ritrovare dei valori del passato, dovremo costruire un calcio più umano e povero. Vorremmo ripartire con un mondo calcistico più equo: sono assolutamente contrario a un calciomercato aperto quando si gioca, dovrà essere un mercato di qualche settimana e poi una finestra a gennaio, spero che non si vada in una finestra di 3-4 mesi perché andrebbe contro alle squadre, ai giocatori e non si avrebbero dei gruppi uniti come dicevamo prima. Nainggolan davanti? Un’idea interessante. Abbiamo abbondanza davanti, abbiamo Joao Pedro Simeone e giocatori di classe cristallina come Ragatzu e Birsa. Poi abbiamo Pereiro e Paloschi, non sarà facile trovare la formula giusta. Credo però che ci siano tante partite ravvicinate e tutti avranno le loro chance: spero in una stagione che non vada oltre luglio e che inizi a giugno quindi ci sarà una turnazione intelligente, avere grande quantità e qualità davanti sarà un agevolazione per noi”

Sul futuro: “Spero si vada incontro a un sistema di salary cap, abbiamo visto che il fairplay finanziario ha funzionato poco e niente: l’unico sistema che funzionerebbe è quello del salary cap americano, già visto in NBA. Oggi si creerebbero delle superpotenze contrapposti a club ancora più ridimensionati, questo lo dico anche per un fattore dello spettacolo: dobbiamo pensare come ricostruire questo mondo, questa stagione dovrà essere terminata solo per motivi economici e per evitare battaglie legali. Tutti insieme dobbiamo ricostruire per la prossima stagione però. A livello italiano sarebbe auspicabile aumentare la percentuale sui diritti televisivi, oltre il 50% (che è la quota attuale) in parti comuni: i grandi club italiani devono competere in un contesto europeo mentre i medio-piccoli a livello nazionale contro le big. Anche a livello europeo quindi per migliorare un torneo come la Champions League sia necessario un ragionamento come quello del salary cap che aiuterebbe a valle anche i campionati nazionali: questo impedirebbe di pensare a soluzioni come le Superleghe, migliorando la qualità a livello internazionale si aumenta la qualità anche nel campionato nazionale. Per me è un’idea che deve partire da UEFA ed ECA e scendere nelle federazioni nazionali”.

 

 
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