Prima di Gigi Riva la maglia numero 11 aveva un altro padrone. E non uno qualunque per i tifosi di un Cagliari capace di arrivare nel calcio che conta e scalare le gerarchie fino a una sudata e meritata Serie A conquistata nel 1963-1964 con una grande stagione in Serie B. Per questo il nome di Antonio “Tonino” Congiu a Cagliari lo conoscevano tutti. Così, prima di Rombo di Tuono, in rossoblù con quel numero sulle spalle c’era “Su Sirboni”, soprannome nato per la folta peluria che caratterizzava le sue gambe note però soprattutto per la capacità di saltare l’uomo. Una storia, quella dell’ex giocatore ma anche vice-allenatore del club isolano, raccontata nel libro “La mia maglia numero 11” scritto da Congiu insieme al giornalista Marco Zucca e con prefazione di Nando Mura.
La serata
Il libro è stato presentato nella serata di oggi, 21 settembre, nella sala convegni del Cus Cagliari, alla presenza del presidente del Museo Rosssoblù di Quartu Sant’Elena Simone Gallus, promotore dell’iniziativa, dell’assessore allo Sport del comune di Cagliari Andrea Floris ma anche di diversi volti noti del Cagliari del passato, tra cui Mario Brugnera e il bomber selargino Gigi Piras ma anche il direttore generale odierno del club Mario Passetti.
Diversi gli aneddoti raccontati durante la serata dal classe 1936, che con la maglia del Cagliari ha totalizzato 170 presenze e 32 reti, la maggior parte in Serie B. Anche se i gol non erano il miglior modo di esprimersi a detta dello stesso Congiu: “Io avevo entrambi i piedi, Gigi Riva ne aveva uno, forte, veramente forte. E soprattutto aveva il pregio di essere un bomber. Io invece cercavo più l’assist ed è quello che mi ha reso chi sono stato”. Congiu ha voluto però innanzitutto parlare dell’importanza della figura della madre, a cui il libro è stato dedicato, prima di iniziare ricordare i diversi passaggi della sua carriera, anche quella da spalla in panchina di Mario Tiddia, ricordata da un intervento di Gigi Piras.
A chiudere la presentazione una lettera scritta da Congiu, che ha tenuto a precisare la sua decisione di restare fedele al Cagliari e ai suoi sostenitori durante la sua carriera, nonostante un tentativo di cessione al Padova e i cambiamenti avvenuti negli anni, iniziando una carriera in panchina dopo quella sul campo. Un aspetto di cui l’ex numero 11 rossoblù è ancora orgoglioso, anche se dal club rossoblù aspetta un riconoscimento in più come raccontato ai nostri microfoni.
“Sin da quando ho deciso di smettere di giocare ho sempre cercato di trovare un modo per dedicare qualcosa ai tifosi. Questo oggi è potuto accadere grazie a Marco Zucca che mi ha aiutato nella costruzione del libro. Abbiamo creato qualcosa di davvero simpatico, con l’idea che quando si parla di calcio si debba sempre mantenere il sorriso. Anche perché ho vissuto quasi cinquant’anni di calcio. Il Cagliari? Il rossoblù ha avuto più da Tonino che il contrario (sorride). Forse il Cagliari mi deve ancora tanto, anche un solo pensiero basterebbe ma non ho mai avuto il bisogno di polemizzare. Anche durante la mia carriera, quando non ho mai avuto né un’ammonizione e né un’espulsione”.
Matteo Cardia