C’è da chi era lecito aspettarsi che si potesse prendere il palcoscenico recitando il ruolo di protagonista. E c’è chi invece nel Cagliari che è tornato in Serie A dopo la corsa playoff ha conquistato la ribalta irrompendo sulla scena quasi inaspettatamente. Tra chi già c’era, ma soprattutto tra chi era arrivato in un ambiente ancora scosso da un’amara retrocessione e che alla fine ha saputo conquistarsi il suo spazio.
Il voto
Abbiamo chiesto a voi lettori chi tra i rossoblù ha rappresentato la più grande sorpresa della stagione. Cinque i nomi scelti: Alberto Dossena, Antoine Makoumbou, Zito Luvumbo, Adam Obert e Paulo Azzi. Giocatori diversi tra loro per storia ed età, ma che nel corso dell’annata, soprattutto a partire dal ritorno di Claudio Ranieri, hanno lasciato il segno nella stagione degli isolani. Con il 60% dei voti a favore, a conquistare lo scettro di sorpresa del Cagliari 2022-23 è Dossena. Pazienza e perseveranza prima, capacità di cogliere l’occasione e continuità poi. Il centrale bresciano ha saputo aspettare il proprio momento, diventando il perno della retroguardia cagliaritana che con il tecnico romano in panchina è diventata uno dei punti di forza della formazione rossoblù. Con l’ultima prova del San Nicola di Bari a rendere ancora più chiara la leadership acquisita. A seguire, con il 32% dei consensi, c’è Antoine Makoumbou, l’elemento che ha sentito meno l’impatto del cambio in panchina di metà annata dal punto di vista del minutaggio, ma che come gli altri ha avuto in Ranieri lo scultore ideale per il proprio talento. Dai troppi tocchi alla concretezza, dalla sola fantasia alla capacità di unire imprevedibilità e gestione dei ritmi, Makoumbou è diventato il metronomo di una squadra nonostante le caratteristiche di partenza sembravano non permetterlo. Con qualità che anche in Serie A sembra possano essere al centro del progetto rossoblù. A seguire con il 4% e con il 2% di preferenze, Zito Luvumbo e Adam Obert. Entrambi prodotti della Primavera di Alessandro Agostini capace di arrivare a un passo dalla finale scudetto del campionato nazionale Under 19, entrambi chiamati a fare il salto dopo i primi assaggi di convivenza – e di campo per lo slovacco – con la prima squadra. Un passo avanti assorbito con il tempo dai due giocatori e in modo diverso. Con Luvumbo che è stato il giocatore in grado di ridare entusiasmo nei primi mesi, quando ancora la distanza tra il pubblico e la squadra era tangibile. Poi un periodo difficile per il poco spazio, seguito dall’inizio dell’era Ranieri in cui le difficoltà a volte si sono fatte largo. Almeno fino a quando il tecnico romano non è riuscito a ottenere quello che gli ha sempre chiesto sin dal suo arrivo: scompigliare i piani avversari e tirare di più verso la porta, richieste che hanno preso vita nella gara d’andata delle semifinali playoff contro il Parma. Mentre Obert ha trovato il campo con più costanza, dimostrandosi quel difensore duttile di cui si erano intraviste le qualità in alcuni frangenti dell’era Mazzarri. La crescita definitiva è arrivata però anche per lui con Ranieri sulla panchina isolana, con una forte personalità venuta fuori anche nelle gare più delicate dei playoff, nel ritorno a Parma e nella gara decisiva di Bari. Ultimo, ma non per importanza, con l’1% dei voti Paulo Azzi. Unico acquisto del mercato di gennaio, terzino dalla forte proiezione offensiva, ma che nel corso dei mesi è riuscito a migliorare in quella fase difensiva che non sembrava nelle sue corde. Un altro elemento su cui la mano di Claudio Ranieri è stata determinante per avere il risultato sperato.
Matteo Cardia














