Dopo difesa e centrocampo, arrivano le valutazioni finali sul pacchetto avanzato della squadra di Davide Nicola al termine della stagione 2024/2025, chiusa ufficialmente al 15° posto dopo la sconfitta per 2-0 al Maradona di Napoli.
Piccoli 7: primo campionato in Serie A in carriera da titolare indiscusso, prima volta in doppia cifra. Se consacrazione doveva essere consacrazione è stata, non tanto per i numeri – il rapporto reti-minuti è inferiore a tutte le altre annate – quanto perché non è semplice reggere da solo le sorti dell’attacco per un’intera annata riuscendo a essere continuo sia nelle prestazioni che nei numeri. Dimostra di aver raggiunto la maturità calcistica, ma allo stesso tempo di poter ancora crescere e non poco sia nei numeri che nel gioco ad ampio raggio. La sensazione è che con un compagno di reparto più vicino possa migliorare ulteriormente ed essere più incisivo, ma il campionato disputato è sicuramente una base sulla quale costruire un futuro ancora più luminoso. (Media Centotrentuno 6,03)
Luvumbo 6,5: chi si aspettava un miglioramento dal punto di vista realizzativo può essere rimasto legittimamente deluso. Segna poco, è vero, ma la crescita tattica e di applicazione compensa ampiamente i numeri che mancano nel tabellino. Se dovesse riuscire ad abbinare quanto visto prima di quest’anno – follia positiva e frizzantezza – a quanto visto in questa stagione, ecco che il suo profilo potrebbe sì diventare quello di un giocatore d’attacco appetibile per palcoscenici europei. In sostanza la sua annata è l’esatto opposto di quella di Zortea: poco appariscente nei numeri, molto più funzionale nel collettivo. (Media Centotrentuno 5,94)
Viola 6,5: il numero dieci rossoblù è il classico esempio di quanto il tempo sia tiranno quando si arriva ai giudizi. Perché se ci si concentrasse soltanto su quello che lascia la sua stagione negli ultimi mesi allora la valutazione sarebbe al di sotto della sufficienza, ma si peccherebbe di memoria corta. Quello che ha dato nei mesi di maggiore difficoltà non può essere dimenticato, colonna portante che con esperienza e una mentalità fuori dal comune ha retto la baracca per tante partite nonostante la carta d’identità non fosse dalla sua parte. C’è poi l’aspetto del gruppo, la sua importanza è sotto gli occhi di tutti e non si può trascurare. (Media Centotrentuno 5,94)
Gaetano 5,5: l’alibi di una condizione fisica che, per un motivo o per l’altro, non è mai stata vicina al 100% è grande, ma resta comunque il dislivello tra aspettative e realtà . Sarebbe dovuto essere l’uomo in più, anche il prezzo per portarlo in Sardegna dopo un lungo tira e molla lo certifica, ma alla fine il conto non è tornato. Due soli lampi (Lecce e Monza), un ruolo poco centrale nello scacchiere di Nicola, la sensazione che il suo ruolo da trequartista poco si sposi con il calcio dell’allenatore piemontese a prescindere dai problemi fisici nel percorso. Avrà occasione per rifarsi, a maggior ragione non arrivando in corsa come questa stagione, ma preparando testa e fisico fin dall’estate. (Media Centotrentuno 5,8)
Pavoletti 6,5: non è più il centravanti di una volta, l’età e gli acciacchi presentano il conto e su questo c’è poco da fare. Però la voglia resta quella di sempre, tanto che l’unica volta che Piccoli gli lascia uno spiraglio per la maglia da titolare tira fuori una prestazione da capitano vero contro il Verona. Non solo per il gol, ma per aver dato fondo a tutte le energie possibili pur di raggiungere l’unico obiettivo possibile chiamato vittoria. Certo, non mette il timbro sulla salvezza come fatto l’anno scorso, ma comunque di riffa o di raffa c’è sempre una sua rete di mezzo tra quelle decisive per restare in Serie A. Una storia che si ripete. (Media Centotrentuno 6)
Coman 5,5: entro, spacco, ciao. Se si volesse dare un nome al concetto di meteora, il suo sarebbe perfetto per differenti motivi. Meteora è quel pallone che parte dal suo destro e dà i tre punti contro il Parma, secco, veloce, luminoso, dalla parabola stellare. Da meteora è anche il suo percorso in Sardegna, arrivato (senza quasi) per caso a rimpinguare l’attacco dopo l’addio di Lapadula, la presentazione contro i ducali che fa stropicciare gli occhi, il nulla a seguire. In ritardo di condizione, mentalmente non calato nella parte, con la data di scadenza già fissata e con pochissime possibilità di permanenza. Insomma, se Caprile è stato un innesto fondamentale, il romeno è stato l’esatto contrario. (Media Centotrentuno 5,72)
Kingstone SV: sei spezzoni che non possono portare ad alcun giudizio né positivo né negativo. L’unica possibilità è affidarsi alle sensazioni che lascia: quelle di un calciatore ancora acerbo che avrebbe avuto bisogno di fare esperienza in cadetteria, giocare per migliorarsi e per capire quale futuro può attenderlo. Un anno fondamentalmente perso.
Lapadula 5: l’eroe della promozione è un ricordo sbiadito, nemmeno una scintilla, nulla di memorabile. Problemi fisici in primis, ma anche una sorta di vita da separato in casa che lo vede protagonista finché a gennaio non si trasferisce allo Spezia per far rifiorire l’attaccante che è stato. Il rimpianto è tutto nelle tempistiche, sarebbe bastato poco per lasciare la Sardegna dopo la salvezza certificata da un suo rigore a Sassuolo, invece gli ultimi sei mesi hanno sporcato un’esperienza comunque da eroe. Peccato. (Media Centotrentuno 5,65)
Matteo Zizola














