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Aldo Florenzi, centrocampista nuorese del Cosenza | Foto Cosenza Calcio

Giovani, sardi e affamati: Cagliari, perché non puntare su Florenzi?

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Spirito e valori di appartenenza“, sono questi i punti chiave dai quali ripartire per il Cagliari secondo il direttore sportivo Stefano Capozucca. Da Deiola a Carboni, con lo sguardo rivolto anche a chi è lontano dalla Sardegna ma che nell’isola è nato e cresciuto.

Sardo doc

Tanti i profili che possono seguire la linea dettata dalla società in vista della prossima Serie B. Uno su tutti, giovane, di prospettiva, con già una buona esperienza in cadetteria risponde al nome di Aldo Florenzi. Nato a Nuoro il 2 aprile del 2002, il centrocampista in forza al Cosenza è cresciuto nella sua città natale con la maglia del Puri e Forti, già importante culla di altri calciatori isolani arrivati alla ribalta del calcio professionistico. Da Salvatore Sirigu a Salvatore Burrai, senza dimenticare gli ex rossoblù Enrico Verachi e Davide Capello, la società della Solitudine è considerata una vera e propria eccellenza del calcio giovanile isolano. E Aldo Florenzi ha fatto parlare di sé fin da quando giovanissimo si è ritrovato addosso il soprannome di Ron-Aldino a causa delle sue qualità tecniche che lo portarono alla ribalta anche davanti alle telecamere di Videolina con i suoi oltre mille palleggi. È il 7 agosto del 2017 quando il nuorese, all’epoca appena quindicenne, viene messo sotto contratto dal Chievo per far parte del proprio settore giovanile. Dopo due stagioni con la maglia gialloblù ecco arrivare la proposta del Cosenza che lo preleva dai veneti prima in prestito poi a titolo definitivo. Diventa ben presto colonna portante della Primavera di Emanuele Ferrero, con una prima stagione da 25 presenze e tre reti, ma è nel campionato appena concluso che Florenzi compie il salto nel calcio dei grandi.

Rivelazione

Il Cosenza viene ripescato in Serie B, ma la rosa non è pronta per la cadetteria. Zaffaroni, allenatore dei calabresi a inizio stagione, deve attingere dalle giovanili e fa esordire Florenzi nella sconfitta in Coppa Italia contro la Fiorentina. Da quel momento la mezzala nuorese si prende la scena. Novanta minuti alla prima giornata contro l’Ascoli, uno spezzone contro il Brescia alla seconda, poi dopo una normale fase di apprendistato con alternanza tra campo e panchina diventa titolare inamovibile dalla ventiseiesima giornata quando, alla terza gara in panchina di Pierpaolo Bisoli, convince l’ex allenatore del Cagliari a puntare deciso su di lui per la corsa salvezza. Ventotto presenze totali tra campionato e play-out – tredici dal primo minuto – condite da tre assist e da qualità importanti in mezzo al campo, con capacità di inserimento e buona tecnica. La ciliegina sulla torta è arrivata con l‘esordio nella Nazionale Under 20 di Bollini nel Torneo Otto Nazioni, arrivato lo scorso otto giugno nella sconfitta contro la Polonia quando Florenzi ha preso il posto di Milanese al minuto numero 74, gara nella quale ha giocato anche il rossoblù Jacopo Desogus.

Sulle orme di Barella

Contratto che lo lega al Cosenza fino al 2025, con il rinnovo firmato lo scorso dicembre, Florenzi preferisce agire come mezzala ma può giocare anche da regista e guarda a un ex rossoblù come punto di riferimento per la propria carriera. “Barella è un campione, io ho tutto da dimostrare. Diciamo che spero di somigliargli in futuro“, ha dichiarato a Pianeta Cosenza nel novembre del 2021. Valutazione vicina al milione di euro (dato Transfermarkt), il Cagliari lo osserva ma al momento non ha ancora fatto alcun passo per avvicinare un giocatore che, anche per il legame con la Sardegna, non disdegnerebbe vestire la maglia rossoblù. “Non mi sento la rivelazione della squadra, è il primo anno che gioco dai grandi, ogni volta che vado in campo cerco di dare il massimo“, queste le sue parole quando la salvezza del Cosenza aveva ancora i contorni dell’impresa quasi impossibile. E chissà che in estate non possa arrivare l’opportunità di tornare nell’isola, con il Cagliari che dopo essersi fatto scappare il suo talento all’epoca del Puri e Forti potrebbe provare a recuperare il terreno perduto.

Matteo Zizola

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