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Euro2032, Gravina: “Non costruiremo stadi. Cagliari? Progetto molto avanti”

Il presidente della Figc Gravina | Credit FIGC
Il presidente della Figc Gravina
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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina è tornato a parlare sul tema Euro2032 in Italia e sulla situazione attuale per la scelta delle sedi che nel nostro Paese ospiteranno l’evento. Con la scelta di almeno 2 città su 5 che ancora è in bilico proprio per la situazione degli impianti italiani che in alcuni casi vanno costruiti da zero, come Cagliari, e in altri dovranno subire profondi processi di ammodernamento.

Come è nata l’idea Euro2032 in Italia

“Innanzitutto – dice Gravina – sono partito dalla non condivisione di un accordo con Egitto e Arabia Saudita, con cui saremmo stati sudditi e non avremmo potuto competereAvremmo sicuramente avuto grossi vantaggi economici e di relazioni internazionali, ma i “muscoli” degli arabi sono essenzialmente i soldi, e noi saremmo usciti pesantemente sconfitti nel confronto finanziario e specialmente sotto il profilo valoriale. Le ragioni dell’accordo per Euro 2032 sono essenzialmente tre: la Turchia ha rapporti di dialogo all’interno della Nato e buoni rapporti bilaterali con l’Italia, non esistono problemi diplomatici e casi tipo Zaki e Regeni, e poi l’accordo si basa su una gestione autonoma e parallela. E quest’ultimo punto vi prego di tenerlo a mente: organizzeremo al meglio la nostra metà di Europeo e i turchi la loro, con un vantaggio finale considerevole per il nostro Paese che fra otto anni sarà un Paese diverso e migliore. E lo stesso sono convinto sarà anche per la Turchia”. 

La situazione stadi in Italia

Tutti pensano che la FIGC con EURO 2032 diventerà l’azienda costruttrice degli stadi, ma non è così. Noi abbiamo solo offerto l’opportunità di realizzare strutture e infrastrutture per quell’evento, certo parleremo con i sindaci e dialogheremo con il governo per sburocratizzare le attività imprenditoriali, ma non siamo noi i costruttori. Noi, come Federazione del Paese che si è proposto per organizzare gli Europei di calcio, entro ottobre 2023 dovevamo indicare le 10 città e non eravamo in grado di fornire altro che le foto dei progetti degli stadi da realizzare. Oggi però abbiamo la possibilità di indicare entro l’1 ottobre 2026 le cinque sedi di Euro 2032 e a marzo 2027 di cantierare quei progetti. E questa scusatemi, ma è un’opportunità storica che ci siamo conquistati davvero sul campo”.

Le eventuali sedi

Esaurire EURO 2032 con cinque città sarebbe una sconfitta. Tre sedi, Milano, Torino e Roma sono già a posto, ma tutti sanno che Firenze sta partendoBari e Napoli sono interessateCagliari e Bologna sono due realtà molto avanti. Questi Europei devono funzionare da “elettrochoc nazionale”. Cinque saranno le sedi, ma il traino prevede scenari futuri con una Serie A che nel 2032 potrebbe contare su almeno 10 stadi di proprietà e allora sarebbe davvero un’altra Italia. n nostro mantra è: aumentare il valore di produzione e tenere i costi sotto controllo. Vero che il PIL è cresciuto del 2%, ma la crescita va sempre messa in relazione con i costi, i quali se aumentano a dismisura ogni stagione questi sul lungo periodo, mineranno in maniera irreversibile l’intero sistema calcio. Occorre quindi uno sviluppo sostenibile: crescita sì, ma costi sotto controllo. Il 20 dicembre approveremo le licenze nazionali per consentire alle società di spendere quello che possono. Fare il passo secondo la gamba vuol dire creare quelle imprescindibili condizioni di equa competizione che al momento non ci sono”. 

La Redazione

 

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