Una carriera ricca di successi, di cui uno perรฒ diverso dagli altri. Angelo Domenghini, uno degli eroi del Cagliari della stagione 69′-70′, mette in un cassetto dei ricordi a sรฉ quell’annata e quello scudetto vinto in un’Amsicora stracolmo, nonostante giร con le maglie di Atalanta e soprattutto Inter avesse messo nella propria bacheca diversi trofei. L’ala bergamasca si รจ raccontata sulle pagine della Gazzetta dello Sport in una lunga intervista di cui vi proponiamo un breve estratto.
Sulle sue condizioni di salute
“Come sto? Male, sono stato in clinica, problema alle anche. Ma c’รจ chi sta peggio, dai. Comunque รจ aprile, c’รจ il sole e la Sardegna รจ bellissima.
Sullo Scudetto a Cagliari
“C’รจ un tempo per tutto, ma il cuore รจ pieno di immagini. Abbiamo vinto all’Amsicora e, se fossimo rimasti in quello stadio, avremmo potuto vincere almeno altri due scudetti”.
Sull’esperienza all’Inter e sul riconoscimento del suo contributo durante la carriera
“Eravamo una grandissima squadra, ma i giornalisti parlavano sempre di Mazzola, Suarez, Corso. E poi Corso, Suarez, Mazzola, Giusto, erano bravi, erano le stelle. Ma anch’io facevo qualcosa. Non voglio dire che sono stato sottovalutato, ma forse, dico forse, meritavo un po’ piรน d’attenzione. Anche in Nazionale. Si parlava solo di Riva, Rivera, Mazzola, Boninsegna. Ogni tanto anche di Domenghini. Anche a Cagliari lo Scudetto vinto รจ stato, per molti analisti e osservatori, solo di Riva. Certo, Gigi meraviglioso, grandissimo, formidabile. Ma c’ero anch’io per la miseria. Per fortuna Gigi e gli altri non se la tiravano e sapevano cosa facevo”.
Sulla sua carriera e ancora sullo scudetto con il Cagliari
“Un buon percorso professionale. Occhio, cerchiamo di capirci. Io non voglio lamentarmi, nรฉ fare discorsi di confronti. Ma di riconoscimento e riconoscenza. Il calcio mi ha dato moltissimo: successo, notorietร , benessere. Non mi ha tolto niente, o poco. Ho vinto tanto. Con l’Atalanta nella mia Bergamo. Con l’Inter, con la Nazionale e con il Cagliari. Certo, lo scudetto di Cagliari รจ tutta un’altra cosa, una dimensione diversa. ร stata la vittoria di una cittร , di una regione, della gente, un calore unico e indimenticabile. Io adesso sono qui, in Sardegna, in un buon posto, a cento metri dal mare stupendo e lo devo al calcio e al Cagliari. L’unico, triste rammarico รจ che molti compagni e amici si sono staccati e persi. Io ascolto sรฌ i miei acciacchi, ma penso ai miei figli, ai miei quattro nipoti e guardo il mare”.
La Redazione














