Prima il chiacchiericcio della piazza, alimentato anche e soprattutto dalla complicata situazione data dalla classifica da ormai diversi campionati a questa parte e dalle difficoltà sul mercato e negli ultimi bilanci. Poi le mezze frasi, con le stesso presidente del Cagliari Tommaso Giulini che sul tema dell’eventuale cessione del club è intervenuto in prima persona qualche mese fa nel giorno della presentazione di Costim come partner per la costruzione del nuovo stadio: “Sicuramente il ruolo di presidente, a maggior ragione in una squadra che rappresenta un’isola, è un ruolo complicato. Qui è più complesso di altre piazze. Spesso ti ritrovi solo nelle difficoltà e poter avere il supporto di partner importanti in questa iniziativa come Costim e Unipol fa piacere, poi io non chiudo le porte a nessuno. Guardate quello che è successo a Bergamo all’Atalanta con nuovi investitori. Avere al proprio fianco dei partner importanti che ti aiutino nelle scelte e nelle difficoltà credo che potrebbe aiutare il club. Lascerò? La mia risposta non è né sì né no, vedremo. Ognuno è artefice del proprio destino”. Infine l’interesse mediatico sull’argomento esploso nelle ultime ore con lo stesso giornalista di Sky Fabio Caressa che nel post partita di Cagliari-Inter ha fatto un intervento sul futuro della presidenza rossoblù: “Forse si tratta di una reazione emotiva del presidente, ma ci è stato riferito che Giulini potrebbe mettere in vendita il Cagliari. La voce gira da tempo in città, si parla di alcuni investitori pronti a rilevare la società”.
Situazione
La verità, come sempre in questi casi, è in continuo divenire. Resta la sensazione, almeno di chi vi scrive, che anche e soprattutto a livello umano oltre che imprenditoriale Tommaso Giulini nell’ultima stagione abbia mostrato dei segnali importanti. Meno uscite inerenti il club rispetto alle scorse stagioni, meno foga anche negli interventi – si è passati dai chiari attacchi mirati a dare la scossa allo spogliatoio dello scorso campionato al “se si retrocede significa che ci saremo meritati la Serie B” di qualche settimana fa – e c’è stata anche e soprattutto una prima apertura pubblica a nuovi investitori e a un eventuale passo indietro. Non va dimenticato poi l’aspetto economico e di bilancio. Giulini ha sempre trattato il Cagliari come un’azienda, e al di là dei commenti sui risultati del campo, la strategia di crescita della società nei primi anni di gestione è stata solida e ci sono i report di bilancio a testimonianza. Nelle ultime stagioni il patron ha dovuto al contrario ripianare alcune mancanze del club attingendo alle aziende personali e di famiglia. Un aspetto che aggiunge ulteriori pressioni interne per la gestione della società isolana. Traspare infine, ma questa resta sempre un’impressione di chi scrive, un evidente disaffezione per una squadra costruita con ben altri obiettivi di classifica, soprattutto a partire dalla stagione che doveva portare al centenario, e che ha costantemente disilluso le attese. E non senza degli errori dirigenziali che hanno condizionato l’andamento al ribasso. Al contrario di quello che spesso si è letto sui social a tinte rossoblù o di quello che si è ascoltato tra un caffè e l’altro nei banconi dei bar della città, a Giulini il Cagliari, inteso come progetto personale, sta molto a cuore. Altrimenti non si spiegherebbe la passione nel seguire anche il settore giovanile o nel voler andare spesso allo stadio con i figli e la famiglia, anche in tempi recenti quando i cori e le contestazioni giustificabili e oneste dei tifosi sono diventati all’ordine del giorno. Forse però, e questa resta l’idea del giornalista, mai come in questa stagione il presidente rossoblù si è accorto che la politica del club che gravita intorno al suo asse senza degli aiuti esterni può non pagare ma anzi essere un’arma a doppio taglio, specie in un contesto come quello cagliaritano.
Acquirenti
Per qualcuno che vende o che accetta nuovi investitori però serve anche l’altra faccia della medaglia: la parte interessata ad eventuale acquisizione o ad eventuale ingresso in società. Negli ultimi mesi i gruppi imprenditoriali accostati ai rossoblù sono stati tanti, dal mondo russo fortemente presente nell’isola nel settore alberghiero di lusso a fondi provenienti dal Medioriente. Come non è da escludere, anzi, il futuro approccio di alcuni fondi dell’economia cinese con interessi finanziari sia negli Stati Uniti che in Europa. Fin quando non ci sarà una proposta concreta e ufficiale però è normale che continui il fanta-mercato. Ma è probabile che eventuali proposte di acquisto o di ingresso in società non manchino nei prossimi mesi. Con la permanenza in Serie A o in Serie B che cambierà e non di poco eventuali offerte. Senza dimenticare però che al di là della categoria il Cagliari può mettere sul piatto un progetto stadio che sulla carta, utile sottolineare quest’ultima parola, dovrebbe fare un ulteriore passo in avanti proprio nelle prossime settimane con la presentazione del progetto definitivo, un centro sportivo che nelle ultime stagioni è diventato sempre più all’avanguardia e una rosa che anche in caso di retrocessione, pur con una netta svalutazione, rappresenterebbe un sicuro rientro sul mercato per eventuali acquirenti. Retrocessione, salvezza, cessione, nuovi ingressi in società o rinnovo del progetto Giulini. Nelle prossime ore in casa rossoblù è lecito aspettarsi di tutto, quel che è certo è che dalle parti di via Mameli sarà una lunga e calda estate.
Roberto Pinna