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Da Cagliari al Vietnam | La protesi firmata dai rossoblù per il giovane Chung

Chung | Foto Facebook FabLab Cagliari
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Da Assemini al Vietnam la distanza è ampia, ma grazie all’iniziativa portata avanti da Francesca Mereu, architetto, referente in Sardegna dell’Associazione Faberaus e manager di FabLab Cagliari, e supportata dalla onlus E-ducare, i chilometri che separano la Sardegna dall’Asia non sono stati un problema. Un gesto di solidarietà che ha permesso a Chung, giovane ragazzo vietnamita di 14 anni appassionato di Spiderman e del calcio, di avere una protesi rossoblù con le firme dei protagonisti del Cagliari, ovvero quelle di capitan Pavoletti, Deiola e Mancosu. Un primo grande passo che ha come obiettivo finale quello di garantire una soluzione duratura e permanente al giovane Chung con un intervento chirurgico.

L’iniziativa

Chung, 14 anni, ha perso l’uso completo del braccio sinistro dopo un incidente: stava giocando ad arrampicarsi su un albero, come tanti bambini di quella età voleva imitare il suo supereroe preferito, Spider-Man. Una brutta caduta che ha causato la frattura dell’arto. Un infortunio che si sarebbe potuto risolvere facilmente con le giuste e tempestive cure. Purtroppo per Chung non è stato così e quell’episodio può compromettere seriamente il suo futuro. La sua storia ha attirato l’attenzione di una ragazza sarda, Marta Spiga, di Cagliari, professione digital marketing manager, nel tempo libero volontaria di E-ducare, impegnata in Vietnam. Dopo aver visto la tristezza negli occhi di Chung, il disagio provato dal ragazzo per via della sua condizione, Marta ha voluto essere non solo una semplice volontaria, ma ha deciso anche di adoperarsi personalmente per aiutare Chung. Tornata in Sardegna, ha raccontato la storia, suscitando l’interesse di Francesca Mereu, architetto, referente in Sardegna dell’Associazione Faberaus e manager di FabLab Cagliari. Da lì l’idea di creare dei tutori ortopedici che potesse fare proprio al caso del ragazzo.

La creazione dei due prototipi è stata resa possibile grazie alla collaborazione con alcuni ingegneri e volontari del FabLab, e all’utilizzo di stampanti tridimensionali. La dottoressa Valeria Setzu ha poi contribuito a garantire che i tutori ortopedici non solo possedessero un valore estetico, ma anche una precisa funzione pratica. Specialista in ortopedia e traumatologia all’ospedale San Michele e al Microcitemico di Cagliari, la dottoressa Setzu è stata coinvolta grazie all’intervento di Eleonora Galia, presidente dell’associazione “Il Sogno di Giulia Zedda”, che si occupa di aiutare bambini provenienti da situazioni economiche e sociali difficili. Francesca Mereu ha quindi presentato il suo progetto agli studenti del corso di operatore informatico, impegnati in un tirocinio presso il FabLab Cagliari, che ha la sua sede operativa ad Assemini, vicino al Centro sportivo del Cagliari Calcio. Sono stati i ragazzi a proporre allora l’idea di far firmare il tutore rossoblù ai calciatori. A nome della squadra, il capitano Leonardo Pavoletti, i sardi Alessandro Deiola e Marco Mancosu. La squadra di un’intera Isola, un ulteriore segno di vicinanza nei confronti di Chung, che dalla Sardegna riceve una speranza di futuro. Il tutore ortopedico è stato consegnato personalmente da Marta Spiga a Chung che, emozionato, non vedeva l’ora di indossarlo. Oltre alla protesi firmata, ha ricevuto anche una maglia autografata dai calciatori. Grazie al contributo della dottoressa Valeria Setzu, si prevedono ora ulteriori sviluppi positivi nella vicenda di Chung: la speranza, infatti, è quella di fornire a Chung – attraverso un intervento chirurgico – una soluzione duratura. Questa storia, iniziata con la caduta di un supereroe, potrà così trasformarsi davvero in una favola a lieto fine, grazie al sostegno di tante persone e soprattutto di tre donne cagliaritane Marta Spiga, Francesca Mereu e Valeria Setzu, che hanno collaborato per realizzare una buona azione. La solidarietà rossoblù, in combinazione con le nuove tecnologie e l’expertise messe a disposizione dal FabLab, ha attraversato l’oceano per toccare il cuore e dare coraggio ad uno sfortunato ragazzo vietnamita.

La Redazione

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