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Cagliari, tra salvezza e rinnovo: è scattata l’ora di Lykogiannis

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Una seconda parte di stagione passata spesso e volentieri a guardare. Poi, alla prima occasione con Alessandro Agostini in panchina, il Cagliari ha ritrovato nell’undici titolare Babis Lykogiannis. Il bisogno di normalità, il ritorno al passato, il classico che non passa mai di moda.

Oblio

Mazzarri lo ha prima considerato, anche per l’utilizzo di Dalbert da interno che aveva aperto al greco la strada sulla corsia mancina. Poi, una volta recuperati i pezzi in mezzo al campo, ecco che per Lykogiannis era tornato il tempo di farsi da parte. Eppure l’inizio del 2022 l’aveva visto protagonista contro la Sampdoria, poi nell’undici iniziale di nuovo contro il Bologna​ fino al saliscendi cominciato nella trasferta dell’Olimpico contro la Roma. Atalanta, Empoli, Milan e Juventus, quattro gare da titolare nelle successive dodici, sacrificato per far posto al collega brasiliano sulla fascia sinistra del campo. Nonostante le prestazioni altalenanti del compagno per Lykogiannis le occasioni non sono arrivate. Fino al cambio in panchina, fino alla maglia ritrovata all’Arechi di Salerno nello scontro salvezza terminato per 1-1.

Uomo salvezza

Nella lunga giornata poi conclusasi con l’esonero di Mazzarri, il mancino ellenico era stato il primo a presentarsi ai cancelli del centro sportivo di Assemini. Le tre panchine consecutive senza nemmeno un minuto in campo non lo hanno demotivato e nel giorno del giudizio non ha voluto perdere tempo. La fascia sinistra ha chiamato, con in panchina uno che su quella corsia ha raccolto 298 presenze con la maglia rossoblù. Arrivato il momento della scelta tra Lykogiannis e Dalbert, Agostini ha optato per il greco. Questione di garanzie, di diligenza tattica nella quale il brasiliano è spesso mancato. Così assieme a Ceppitelli e Pavoletti anche Babis è diventato il simbolo del ritorno al passato. Lui che nelle rincorse salvezza è stato già protagonista, prima con il cross su punizione per il gol di Pavoletti a Firenze nel 2018 e poi con la rete che aveva aperto le danze nel 3 a 1 di Benevento della passata stagione.

Priorità

A due giornate dal termine della stagione Lykogiannis proverà a dare il proprio contributo per la permanenza in Serie A. Con un altro obiettivo, quello di convincere la società a mettere sul tavolo il rinnovo del contratto in scadenza il prossimo giugno. “Prima di tutto c’è il Cagliari”, queste le parole del suo agente Theo Karasavvidis quasi un anno fa, quando il nome del mancino greco era già finito nelle voci di mercato. Torino, Sampdoria, Lazio, Napoli, il ritorno in Grecia, tutte opzioni lasciate da parte. Perché per Babis il desiderio principale è sempre stato quello di restare in Sardegna o, in alternativa, provare a raggiungere altri lidi chiamati Bundesliga o Premier League. L’attesa per il rinnovo però è stata fino a oggi vana, dopo le prime chiacchierate sono arrivati mesi di completo silenzio. Come d’altronde successo ad altri compagni dal legame forte con la piazza, da Joao Pedro a Pavoletti fino a Ceppitelli e, prima dell’accordo, ad Alessandro Deiola.

La testa ora è giocoforza tutta sul campo. Raggiungere la salvezza e poi decidere il da farsi. Dirsi addio o continuare assieme, il legame tra Lykogiannis e Cagliari passa anche da quello che dirà la classifica a fine campionato. Anche se la sensazione che le strade possano dividersi prevale sul resto. Sempre che la cura Agostini non riporti Babis al centro del villaggio e convinca la società rossoblù a fare un passo in avanti. D’altronde, titolare o meno, Lykogiannis non ha mai lesinato impegno e da lui non sono mai arrivate parole fuori posto. Nonostante tutto, nonostante quel rinnovo che dalla speranza è diventato silenzio e indifferenza.

Matteo Zizola

 

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