agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, Scuffet: “Ci sta mancando qualcosa, ma possiamo battere chiunque”

Simone Scuffet durante Cagliari-Empoli | Foto Valerio Spano
sardares
sardares

Il portiere del Cagliari, Simone Scuffet, è intervenuto ai microfoni di DAZN Talks nella sua versione dedicata alla Serie A. Queste le sue dichiarazioni.

Sulla classifica e sulla scomparsa di Riva

“Il mister ovviamente vorrebbe avere qualche punto in classifica come tutti noi, questo è sicuro. Abbiamo vissuto una settimana particolare, anche il mister è stato toccato da vicino perché conosceva molto bene Gigi. E noi che non abbiamo avuto la fortuna e la possibilità di conoscerlo abbiamo potuto vivere questa settimana particolare e renderci conto dell’importanza che rappresentava davvero per l’isola perché c’è stata una vicinanza, un trasporto, una presenza, veramente incredibile”

Sull’avvicinamento a Cagliari-Torino

“L’avvicinamento a Cagliari-Torino nel ricordo di Riva? È stata una settimana molto particolare in cui per esempio ai funerali abbiamo cercato di dare la giusta importanza alla persona per la quale si celebravano questi funerali e quindi cercare di far passare in secondo piano le cose per le quali i calciatori attirano sempre l’attenzione. È stata una giornata in cui tutti erano lì per ricordare prima di tutto la persona che lo sportivo, e quella è una cosa che mi ha colpito molto, che ha fatto capire quello che rappresentava. Il ricordo vivo era quello della persona che era e che verrà sempre ricordata prima del calciatore e dello sportivo e di tutte le cose che ha fatto per questa regione. Tutti quanti, sia quelli che lo hanno conosciuto di persona, sia quelli che l’hanno visto allo stadio, sia quelli che magari l’hanno incrociato e anche chi non ha avuto la possibilità di conoscerlo ma ha vissuto solo il ricordo dei familiari e dei genitori, veniva prima di tutto quello la persona e credo che questa sia la cosa più importante”.

Su Riva

“Se ho un ricordo personale di Riva e se mi è mai capitato di incrociarlo? Io non ho avuto questa possibilità però in questi mesi ho avuto la possibilità di vivere questa città, questa regione e questo popolo, che mi ha trasmesso cosa voleva dire Riva per loro. Ci sono i ragazzi sardi in squadra che ho visto realmente e fortemente provati per la sua scomparsa. Riva ha rappresentato e continuerà a rappresentare un qualcosa di unico per questa regione”.

Su Cagliari

“Cosa ho trovato di diverso a Cagliari rispetto alle altre esperienze della mia carriera? Sicuramente da un lato è molto diversa da Udine soprattutto per il clima e per queste meravigliose spiagge che ci circondano e che si trovano ovunque. Dall’altro lato ho trovato un popolo che per certi versi assomiglia a quello friulano”.

Dalla Turchia a Cipro

“Che esperienze sono state quelle vissute all’estero e che cosa mi hanno lasciato? Ovviamente dipende molto da come vengono prese certe sfide e opportunità. Sono tutte occasioni di crescita e conoscenza perché ogni campionato ha delle particolarità. In Italia e all’estero ci sono società che vivono in modo diverso la settimana. Rispetto all’Italia, ci sono Paesi a cui viene dato un grande peso alla partita ma poi, finita la partita, il tutto finisce lì, mentre in Italia ci si porta tutto dietro più a lungo e la si vive con ansia e pressione”.

Sul ruolo del portiere

“Penso che siano cose diverse e le cose diverse è bello viverle ed è bello trovando i lati positivi in ciò che si fa. All’estero, nel portiere, a livello tecnico, si cercano alcune cose su cui in Italia non si lavora. Io penso che non ci sia una cosa giusta e una sbagliata. Se noi riusciamo a trovare e a mettere insieme i lati positivi delle cose che facciamo e viviamo, possiamo arricchirci come persone e come sportivi e farne tesoro”.

Sulle esperienze estere

“L’esperienza più strana vissuta in carriera? La più distante da quello a cui siamo abituati può essere Istanbul perché è una città divisa, con un popolo a maggioranza musulmana, ha una cultura diversa, ha un cibo diverso dal nostro. Sicuramente è stata quella realtà in cui ho trovato meno similitudini rispetto a quello a cui ero abituato mentre magari Cipro, essendo un’isola, era molto più simile alla Sardegna”.

Su Ranieri

“Il mister è una persona con un’esperienza incredibile. Cura i dettagli e legge le partite. Tante volte cambiamo in corsa perché riesce a leggere le partita e a darci delle soluzioni in tempo reale che magari noi dal campo non siamo abbastanza bravi a trovare da soli e questo è un aiuto perché ci sono allenatori che preparano bene le partite e altri che le sanno leggere bene e questo importante. Il rapporto con Ranieri? La sua carriera e il suo palmares parlano da soli. Saremo dei folli a non ascoltarlo”.

Da Meret a Provedel

“Con Meret siamo ancora amici. Abbiamo avuto un percorso lungo insieme, anche con Perisan. Nel mio percorso ho lavorato anche con Vicario, con cui ci siamo aiutati e stimolati a vicenda. Quando lavori in un gruppo di livello, anche la concorrenza è forte. Una qualità per ognuno? Di Meret penso che sia quello che tecnicamente sia più pulito nella gestione dei gesti in porta, Vicario ha una grandissima personalità. Lui è andato via dall’Udinese Primavera per andare in D. Ha avuto l’umiltà di prendere in mano il suo destino e fare la differenza lì, scalando man mano, facendo la C e la Serie B. Provedel è uno che nella gestione con i piedi ha grandissima padronanza e legge delle giocate importanti. Adesso è in una squadra con l’allenatore che gli richiede molto queste giocate e penso che sia uno dei migliori in questo tipo di situazioni”.

Sui migliori portieri

“Il migliore portiere all’estero? Penso che il portiere sia un ruolo molto delicato in cui gli equilibri cambiano. C’è un range di portieri d’elite che in base ai risultati della squadra possano essere determinanti. Penso ci siano 5-6 portieri a livelli alti e che lo mantengono da anni, quindi è difficile indicare il portiere più forte. Penso che la differenza stia nei piccoli dettagli”.

Sulla parata top in stagione

“La parata più bella in questo campionato? Quella che devo ancora fare. Quest’anno probabilmente sul colpo di testa (di Matheus Henrique n.d.r.) contro il Sassuolo, dove sono riuscito a tirare fuori la palla dalla linea. Oltretutto quella parata ha anche portato anche alla vittoria. Le parate pensano siano tutte importanti se poi sono condite dai punti”.

Sul momento del Cagliari

“La classifica dice che qualcosa ci sta mancando. Dobbiamo sicuramente migliorare. Ci sono partite in cui magari si fa riferimento alla sfortuna però sarebbe troppo facile pensare alla fortuna. Ci sono state partite in cui non siamo stati abbastanza bravi a tenerle aperte fino alla fine o in cui non abbiamo gestito bene alcune situazioni di gioco. Abbiamo il tempo però piano piano sta diventando sempre meno perciò dovremo essere bravi a farlo da subito. Ranieri che ci riporta con i piedi per terra mostrandoci le cose come stanno? Penso che questa sia la nostra fortuna. Nel calcio è facile sbilanciarsi e andare a vivere nelle montagne russe. Noi dobbiamo andare avanti dritti come un treno e non sulle montagne russe, dove se una settimana vinci sei in Europa e se perdi la successiva ti danno per retrocesso. Siamo partiti a inizio anno che ci davano tutti per spacciati. Abbiamo dimostrato che ci possiamo stare, che possiamo mettere in difficoltà tutti ma allo stesso tempo che possiamo perdere con tutti. Dobbiamo ricordarci entrambe le cose per andare in campo convinti e con la giusta umiltà di non concedere niente a nessuno. Il ragionamento di Ranieri sulle libecciate? Lo condivido. Proprio perché ci sono tante squadre coinvolte, ogni settimana può essere quella in cui fai un salto di 2-3 posizioni in avanti o indietro”.

Sul tempo libero

“La Sardegna è un’isola che quando il clima lo consente ha tanto da offrire a livello di spiagge e di mare per rilassarsi. Cagliari è una città molto ben vivibile e che consente nel tempo libero di fare delle passeggiate nel lungomare e in centro. Penso che sia molto importante condividere il tutto e lo stare in compagnia senza chiudersi e rintanarsi da soli. Io sto anche da solo ma quando abbiamo la possibilità organizziamo qualcosa anche con i compagni per stare insieme e per farci compagnia”.

Sul gruppo Cagliari

“La fortuna è che quest’anno il gruppo è veramente ottimo. Anche in campo c’è l’unità e la compattezza di questo gruppo. In quelle partite in cui abbiamo fatto belle rimonte ci sono state persone che hanno corso ad abbracciare i compagni anche quando non giocano”.

Sugli inizi

“Se da bambino ho sempre voluto fare il portiere? In realtà è stato un caso. Sono arrivato al campo da bambino e mi sono messo in porta. Poco dopo ho scoperto che anche mio padre faceva il portiere. Quella persona sono io perché l’ho scelto io”.

Sulla famiglia

“La vicinanza della mia famiglia nel mio percorso? Sono sempre stato molto libero e la mia famiglia mi è stata vicina nei momenti positivi sia in quelli meno positivi. Penso che avere qualcuno vicino ti dia il giusto equilibrio. Da fuori sia il mister sia gli amici vedono le cose meglio”.

Sul rapporto con i social

“La presenza sui social? Cerco di usarli nel modo giusto. Come ho detto all’inizio, da giovane ho vissuto un momento di grande mediaticità e ora ne faccio a meno. Fa bene fare un’intervista ogni tanto però si sta bene anche in privato”.

Sul fantacalcio

“Anche lì mi tiro fuori, mai fatto. I portieri al fanta sono quelli che prendono insulti per via dei voti bassi”.

Su Pavoletti

“Pavoletti? È uno di quelli che anche in allenamento mostra l’importanza del gruppo. Ha fatto tanti gol che ci hanno dato punti importanti e questo non va assolutamente dimenticato però è uno che dà l’esempio, che dà una parola d’incoraggiamento, che tiene alta l’attenzione nelle partitelle d’allenamento”.

La Redazione

 

Condividere su

Commenti

guest
2 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

2
0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox