L’ex terzino del Cagliari Francesco Pisano si è raccontato ai microfoni del club rossoblù. Un viaggio tra presente e passato per il braccio destro di Michele Filippi in Primavera che in Sardegna ha giocato anche con la maglia dell’Olbia.
Momento
“Sto vivendo una nuova esperienza dopo 18 anni vissuti nel calcio professionistico. Si tratta di un’occasione importante e sto cercando di imparare il più in fretta possibile da tutti i consigli ricevuti. Per il momento sta andando abbastanza bene e sono contento del lavoro che stiamo facendo, è in linea con quello che mi aspettavo dopo la vita vissuta da calciatore. Negli ultimi anni giocati a Olbia ho preso il patentino per l’Uefa B e ho avuto sempre l’idea di fare l’allenatore. In Primavera abbiamo ricreato una piccola famiglia, c’è un bel clima e ho avuto la fortuna di ritrovare mister Filippi che ho già avuto come tecnico proprio a Olbia. Sono contento di ritrovare lui e il collaboratore tecnico Meloni che ha giocato con me nel settore giovanile”.
Lavoro
“Stiamo cercando di mettere i calciatori tutti sullo stesso piano, senza che nessuno venga escluso da questo progetto. Il lavoro fatto l’anno scorso è stato incredibile ed è stato importante per noi, i ragazzi vogliono dare tutto per poter emulare quanto fatto nella precedente stagione. Fin qui guardando al percorso di crescita oltre che ai risultati credo che il nostro cammino sia stato buono. E questo per noi è un motivo di grande orgoglio, i giocatori stanno assimilando le nostre idee e poi con il lavoro sono arrivati i risultati che nell’ultimo periodo ci sorridono. Poi Filippi è uno che cura molto i particolari”.
Cagliari
“Lasciare Cagliari per me è stato il momento più difficile della mia carriera, ora mi sento proprio ritornato a casa. C’è tanta emozione e tanta voglia di fare. L’emozione più grande è stata quella di indossare per la prima volta nel settore giovanile la maglia del Cagliari, ricordo ancora la strana sensazione di riportare a casa il completino rossoblù. Infatti quando poi sono andato in Inghilterra e ho indossato un’altra maglia è stata una situazione strana. Poi chiaro l’esordio in Serie A a 18 anni è un ricordo indelebile. Così come quella salvezza storica con Ballardini. Per tutti era difficile venire a giocare in Sardegna. Oltre ai ricordi mi porto dietro l’amicizia con i compagni, come Andrea Cossu, Daniele Conti, Diego Lopez, Alessandro Agostini e tutti gli altri. Aver giocato con Zola è un onore per pochi privilegiati, lui è un grande uomo e ci ha riportato in Serie A. Ho avuto modo di ammirarlo come compagno e come allenatore con l’Under 21. Lo stadio più bello della mia vita? Il Sant’Elia con il coro della Curva che ti accompagna a dare il massimo”.
Olbia
“A Olbia sono rinato, dopo un’esperienza in Inghilterra che per ambientamento non è stata facile. Anche in Gallura ho conosciuto compagni splendidi. Nella mia carriera il lavoro ha fatto la differenza e ho sempre ascoltato i consigli dei ragazzi più grandi. Questi valori voglio farli passare anche ai ragazzi, rispetto a quando giocavo io in Primavera poi il livello si è alzato moltissimo. Dobbiamo ragionare gara dopo gara. La nostra fortuna è avere un gruppo di tanti ragazzi sardi che trasmettono l’orgoglio ai giovani che arrivano da fuori. In passato per noi sardi non era facile come ora, non c’erano tutte le opportunità che ci sono adesso. Anche vivere a stretto contatto con la prima squadra è un vantaggio. Hai subito un esempio vicino da cui imparare e sognare. Io nella mia carriera non mi sono mai curato di chi mi ha detto non ce la farai, sono sempre stato determinato e convinto. Ho fatto diversi sacrifici che però rifarei e sono contento di tutto quello che ho fatto”.
La Redazione