Sono emozioni ancora vive quelle del ritorno in Serie A del Cagliari, che nella giornata di ieri, lunedì 12 giugno, ha festeggiato all’Unipol Domus alzando la coppa Nexus davanti ai suoi tifosi. Una gioia che il difensore rossoblù Edoardo Goldaniga ha raccontato ai microfoni di Sky Sport, ospite della trasmissione B Side. Queste le sue parole.
Sulle prove della difesa
“Gianluca e i nostri attaccanti hanno fatto un grande campionato, ma da quando è arrivato mister Ranieri abbiamo perso solo due partite e siamo stati la seconda o terza miglior difesa del campionato. Quindi direi che abbiamo fatto veramente bene.
Sul ricordo di VeneziaÂ
“Purtroppo c’ero. L’anno scorso è stata la mia delusione più grande della mia carriera calcistica. Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di dimenticarci di quella sera, che era stata una mazzata per tutti. Dopo aver passato una brutta delusione, siamo dovuti arrivare fino all’ultima partita possibile per tornare in Serie A ma è stata un’emozione indescrivibile”.
Sulla gara di ritorno con il Bari
“Abbiamo preparato benissimo la partita in quei pochi giorni che avevamo. Siamo arrivati a Bari dopo comunque una partita che il Bari aveva pareggiato all’ultimo. Questa cosa però ci ha caricato, eravamo convinti di poter fare una gran partita. Il giorno prima abbiamo fatto una riunione solo tra noi giocatori la sera prima e ci siamo detti le cose che ognuno di noi si voleva sentire dire. Eravamo tutti convinti di farcela. Più passava il tempo e più la paura dentro di me c’era, devo dirlo. Però il destino ci ha aiutato e ha voluto premiarci, con Zappa che ha fatto una grandissima giocata, poi quella palla in area per Pavoletti che può essere molto fastidioso. Ha preso il tempo al difensore e l’ha buttata dentro da grande attaccante qual è”.
Sulle difficoltà dell’annata
“Non è stato per nulla semplice, perché è stata un’annata difficile, abbiamo avuto tanti infortuni. Io ho avuto problemi con il crociato, Mancosu ha avuto diversi problemi così come Rog, Pavoletti fuori quattro mesi, anche Viola è rimasto fuori tanto tempo e sto sicuramente dimenticando qualcuno. Non è andato tutto alla perfezione. Possiamo dire che siamo stati perfetti nel raggiungere la promozione con questa vittoria”.
Sull’immagine più bella della sfida con il Bari
“La spaccata di Pavoletti è l’immagine più bella. Voglio godermi questi momenti perché abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Passare dalla disperazione a una gioia così grande è stato bellissimo”.
Sul rapporto con Ranieri
“Mister Ranieri non ha bisogno di presentazioni. Non lo conoscevo personalmente, ma è stata una grande sorpresa. È una persona d’altri tempi, ma ha una fame da esordiente. Lui è sempre stato sul pezzo, ci ha caricato sin dal primo giorno e ci ha trasmesso subito le sue idee. Noi come gruppo abbiamo provato a seguire sin da subito le sue istruzioni, anche perché con un maestro del genere davanti devi solo provare a imparare qualsiasi cosa faccia. È stata una grande emozione vivere tutto questo con lui”
Su Lapadula e Radunovic
“Gianluca è un fratello. Eravamo sempre insieme anche fuori dal campo, non lo conoscevo prima che arrivasse ma abbiamo creato un rapporto incredibile. Lui spingeva gli altri, non con le parole ma con i fatti. Lui alle 8 si presentava in palestra quando ancora nessuno c’era, ha sempre provato a far capire quanto contasse seguire una vita sana e quanto contasse voler arrivare all’obiettivo. Ha trasmesso la sua voglia a tutto il gruppo. È stato un leader dentro il campo e dentro lo spogliatoio, i suoi fatti ci hanno dato la spinta. Radunovic lo conoscevo già , l’anno scorso avevo avuto l’opportunità di vederlo in allenamento e in campo. Non è un ragazzo di grandi parole, ma con i fatti ha dimostrato sempre di esserci. Ha avuto una crescita esponenziale, ci ha salvato tante volte ed è un portiere che può ambire a importanti palcoscenici. Perché ha struttura, ha piede, ha personalità . Speriamo di tenercelo comunque stretto noi”.
Ancora sulla promozione
“L’anno scorso come ho detto c’è stata una grossa delusione. I ragazzi come Aresti, che hanno la Sardegna tatuata sulla pelle, ci hanno trasmesso questa voglia di tornare e di ridare tutto a questa Terra. Sapevamo l’importanza che avevamo ogni volta che scendevamo in campo e siamo contenti di aver fatto felice un intero popolo. La maglietta celebrativa? Me la terrò stretta insieme alla medaglia, sono momenti che voglio ricordare anche così”.
La Redazione














