In un Cagliari che faticava a trovare la via della porta, l’arrivo di Keita Balde nell’ultimo giorno di mercato ha fatto tirare un sospiro di sollievo a qualche tifoso, oltre che a Leonardo Semplici. In pochi però si aspettavano l’esordio dal primo minuto alla prima vera occasione utile, con lo scricchiolio alla schiena di Pavoletti che ha fatto sì che accadesse prima del previsto contro il Genoa di Ballardini.
Un’ora positiva
Al fianco di Joao Pedro per 65’, un’ora abbondante costruita sugli strappi a cercare di far alzare la squadra e sulla ricerca della profondità ad attaccare la porta difesa da Sirigu. È proprio da un taglio di Keita verso la porta, dopo essere stato imbeccato da Marin, che il Cagliari si procura il rigore del momentaneo vantaggio siglato con freddezza dal capitano rossoblù. I due attaccanti hanno tentato il fraseggio soprattutto dopo il gol non riuscendo però sempre a trovarsi, complice la densità creata dai genoani a ridosso della propria area di rigore. Il senegalese in alcune occasioni è stato cercato per dare un appoggio ad inizio azione, ma è stato più propenso a svariare su tutto il fronte offensivo e ad attaccare lo spazio nel momento in cui il centrocampo riusciva a saltare la pressione genoana in verticale, compito condiviso con un Joao Pedro che ha agito più da prima punta. Nei primi 45′ Keita ha dato l’impressione di potersi trasformare in qualsiasi momento in una spina nel fianco della linea a tre ligure, sia per la sua capacità di scappare verso i sedici metri avversari – è stato il giocatore che ha toccato il picco massimo di velocità tra gli isolani, 30,74 km/h – che per la sua tecnica nell’uno contro uno. Un fatto evidenziato dalle statistiche della Lega, che mostrano come il nuovo attaccante cagliaritano sia stato il giocatore più pressato dalla squadra guidata dall’ex Ballardini. Nonostante sia arrivato un solo tiro in porta durante la sua partita, complice anche una squadra che ha faticato a trovarsi nelle azioni manovrate, e la stanchezza si sia fatta presto sentire sulle gambe, l’esordio di Keita è stato uno degli aspetti positivi della gara cagliaritana. L’intesa con il compagno di reparto brasiliano è ancora da perfezionare, sia per spazi da occupare che per tempi di inserimento, ma i due attaccanti potrebbero ben trovarsi per caratteristiche e capacità tecniche che aggiungono maggiore imprevedibilità all’assetto offensivo.
Un solo posto
Una partita che ha regalato emozioni contrastanti all’ex Sampdoria, raccontate in un post su Instagram scritto in serata: contento per il ritorno del pubblico ma deluso per la sconfitta che l’Unipol Domus non avrebbe voluto vivere. Emozioni diverse Keita potrebbe viverle quando domenica prossima ritroverà la Lazio, squadra che l’ha fatto approdare e maturare in Serie A. L’eventuale recupero di Pavoletti metterà in ballottaggio i due, con Joao Pedro ormai unico sicuro del suo posto da titolare. Il doppio impegno in nove giorni, con vista sull’infrasettimanale contro l’Empoli dopo la partita con i biancocelesti, costringeranno Semplici a tener in conto non solo l’ideale approccio tattico alla gara ma anche le condizioni fisiche dei due possibili sparring partner del capitano rossoblù.
Il tempo stringe e corre verso due partite che potrebbero far sterzare in qualunque verso la prima parte di stagione del Cagliari. Nel frattempo, Keita Balde si candida ufficialmente a diventare punto fermo dell’undici titolare: saranno però solo i gol di cui il Cagliari ha bisogno a decretare l’elezione definitiva della spalla dell’imprescindibile Joao Pedro.
Matteo Cardia