Lunga intervista di Daniele Conti all’Unione Sarda, con al centro il divorzio del Cagliari con Alessandro Agostini. L’ex numero 5 e capitano rossoblù, ora coordinatore del settore giovanile, ha spiegato le ragioni della separazione. Ecco le sue parole, delle quali vi riportiamo un estratto.
Sull’addio
“Agostini – dice Conti – Non è più l’allenatore certo non per il lavoro svolto in questi anni. Quando si prendono queste decisioni si valutano diverse componenti e alla fine ho optato per il cambio in panchina. Sì, è stata una mia volontà condivisa poi con la società, ho pensato fosse il momento di separarci. Già ad aprile ho metabolizzato l’idea che fossimo alla fine di un ciclo. È una scelta che avrei fatto anche se avessimo vinto lo scudetto”.
Il rapporto con Agostini
“È stato doloroso sia staccarsi dell’allenatore che dall’amico. Forse, però, lo è più staccarsi dall’amico. Certe scelte però devono prescindere dai rapporti personali. Magari ho sbagliato il modo in cui ho gestito la situazione, avrei dovuto dirgli prima le mie intenzioni. Gli chiedo scusa”.
Il percorso della Primavera
“Sapevamo che era un campionato tosto, l’obiettivo era quello di salvarsi. Con l’arrivo di Luvumbo abbiamo capito di potercela giocare fino alla fine. Ogni allenamento, quando vedi i ragazzi dare l’anima, è una vittoria. La soddisfazione più grande? Sentire gli avversari dire che ci temono, insieme a Mereu e Carta proviamo a crescere anno dopo anno”.
Il futuro dei ragazzi
“Hanno tutti grandi qualità e prospettive (riferito a chi è in ritiro con la prima squadra), molto dipenderà da come si adatteranno. Che Primavera sarà con Filippi? Un anno di transizione, con tanti ragazzi nuovi e l’obiettivo di salvarsi. Siamo convinti che Filippi possa far crescere i nostri ragazzi”.
La retrocessione in B
“Ancora mi chiedo cosa sia successo quella sera, soprattutto dopo quello che stava accadendo a Salerno. Smantellare? Non so se sia giusto o meno, di sicuro servono motivazioni nuove e forti”.
La Redazione