Federico Buffa torna in Sardegna con il suo nuovo spettacolo “Number 23 vita e splendori di Michael Jordan”, dedicato alla figura del leggendario numero 23 dei Chicago Bulls. Lo spettacolo debutterà a Tempio nella giornata di domani, giovedì 18 aprile, poi toccherà tra venerdì e domenica anche Olbia, Oristano e San Gavino. Buffa ha parlato dello spettacolo e non solo in una intervista su La Nuova Sardegna. Di seguito un estratto
Sul ritorno in Sardegna
“Finalmente una bella cosa. Lo dico perché vengo sempre molto volentieri. Pensi che l’altro giorno stavo vedendo un documentario sul legame tra la Sardegna, i fenici e Cartagine. In una nazione che celebra la gloria di Roma voi siete gli unici ad aver dedicato uno stadio ad un cartaginese. Questa cosa non ha eguali e mi affascina”.
Sulla figura di Jordan
“Meglio lo sportivo o l’uomo d’affari? Chiaramente lo sportivo. L’ho visto due volte dal vivo, è magnetico, quasi sovrannaturale. Nel ’98 ho seguito gara 6 contro Utah, a Salt Lake City e gli sarò grato per tutta la vita. Tutti sapevano che in quell’ultimo possesso avrebbe vinto da solo. C’era gente che aveva le mani sugli occhi, perché tutti sapevano. In effetti lui ha interpretato per la prima volta in maniera esemplare la figura dell’uomo brand. Se ci fa caso nel 1984 sono stati commercializzati due oggetti che hanno cambiato la percezione nei rispettivi ambiti di riferimento: a gennaio il Macintosh e in estate le Air Jordan. Quarant’anni dopo sono ancora con noi, solo che uno è un oggetto che ha dietro altri oggetti, nelle altre dietro c’è solo l’uomo”.
Su Riva
“È una delle figure sportive a cui sono più legato. Da bambino facevo le vacanze estive vicino a Leggiuno e andavo in bici a vederlo fumare. Erano altri tempi ma Luigi aveva tutto ed è stato, ad esempio, il primo sex symbol sportivo”.
La Redazione