La pazienza nei momenti complessi. La perseveranza quando le cose non vanno come si vorrebbe. La voglia di vincere quando il momento che conta arriva e allora capisci che non c’è altro spazio che per le responsabilità. Gigi Datome ha unito tutto questo nell’ennesima stagione da protagonista, la terza vissuta in maglia Olimpia Milano, la seconda consecutiva terminata con uno Scudetto cucito addosso.
Reazione
Eppure non è stata una stagione semplice per l’ala olbiese. Con il fisico che spesso ha chiesto di tirare il freno, costringendo il capitano della Nazionale a lasciare spazio agli altri, a rimanere in disparte in alcuni periodi in cui l’Olimpia avrebbe avuto bisogno delle sue qualità. Qualità non solo tecniche, ma anche mentali, specialmente in Eurolega, in cui Milano prima dell’arrivo di Napier non ha visto mai la luce concludendo comunque il proprio cammino prima dell’inizio dei playoff, ben lontano dall’obiettivo delle Final Four. Poi è arrivato il recupero, senza forzature ma fondamentale per gli equilibri della banda di Messina. Che nei playoff, probabilmente l’unico momento in cui testa e gambe hanno avuto le stesse energie, ha avuto da Datome quello che l’ex Fenerbahce ha sempre dimostrato di poter dare. Solidità mentale e canestri, in ogni modo possibile. Con anche la Dinamo Sassari a farne le spese, prima del duello finale contro la Virtus Bologna.
Vittime
Proprio contro gli uomini di Bucchi il prodotto della Santa Croce Olbia aveva fatto capire di essere un uomo in missione. Spezzata gara 2, l’unica in cui Sassari sembrava avere le energie per conquistare un punto quasi insperato nella serie, indirizzata gara 3 in un terzo quarto dove il Banco aveva iniziato forte prima di trovarsi alle spalle al muro a causa della produzione offensiva quasi improvvisa del numero 70. Un antipasto di quella che è stata una finale lunga, estenuante fisicamente, in cui Datome ha quasi aspettato il momento giusto per prendere per mano la squadra quando la palla scottava di più. Così sono arrivati 16 punti con il 70% dal campo e 4 rimbalzi in 24 minuti sul parquet, minutaggio più lungo fatto registrare in tutta la stagione, segno della fiducia incrollabile di Messina nei suoi confronti. E dell’importanza di un giocatore che nei frangenti più importanti non ha indietreggiato. Tanto da guadagnarsi il titolo di Mvp delle finali Scudetto.
Futuro
Quello conquistato al Forum è il terzo scudetto in Italia per Datome. Numero a cui si aggiungono due Supercoppe italiane e due Coppa Italia, tre campionati turchi, tre Coppe di Turchia e due Coppe del Presidente, ma soprattutto una Eurolega da protagonista sempre con la maglia del Fenerbahce, con il piccolo rammarico di averne sfiorate almeno altre due. Un palmares in cui non vanno lasciati da parte i trofei personali che negli anni da senior hanno raggiunto quota 7 dopo l’ultimo conquistato. Ma Datome ha lasciato il segno pur senza vincere a Roma, prima di tentare l’avventura in Nba e restando per quasi tutta la sua carriera il leader di un’Italia a cui ha portato talento e maturità, malgrado in alcuni momenti gli infortuni l’abbiano fatto alzare bandiera bianca. Trofei che si confondono a ricordi e azioni anche fuori dal campo, che danno la misura di un atleta che ha già il proprio spazio tra gli sportivi isolani più importanti. Per Datome, tuttavia, ora potrebbe presentarsi il momento di decisioni cruciali. Complice non solo una carta d’identità e una situazione contrattuale che naturalmente cambiano con il passare del tempo, ma anche perché nel frattempo è entrato in gioco anche il fattore famiglia. In primis, per un discorso di tempistiche, c’è da capire se l’estate si tingerà di Azzurro: “Devo ancora parlare con Pozzecco – ha affermato l’olbiese durante la conferenza del Media Day post Scudetto ai microfoni di Eurosport – ci eravamo detti che ci saremmo sentiti a fine stagione. Io sono ancora il capitano della Nazionale e, serenamente, faremo la scelta migliore per la squadra. Abbiamo un rapporto di grande trasparenza, parleremo con grande franchezza”. Parole che confermano un’apertura verso l’Azzurro mai mancata. Una linea seguita anche alla domanda sul rinnovo di contratto con l’Olimpia, vista la scadenza dell’accordo già prolungato per la stagione appena conclusa. “Con calma e con grande serenità cercherò di prendere la decisione giusta per me e per la mia famiglia. Ora mi godo questo scudetto, che è stato veramente bellissimo”. Dichiarazioni che lasciano aperte più porte, ma che sembrano confermare che a trentacinque anni, prima di un futuro in cui sembra difficile immaginarlo lontano dal mondo cestistico complici gli anni di impegno anche nell’Elpa (l’associazione dei giocatori di Eurolega), Datome abbia ancora voglia di non accontentarsi. Provare a giocarsi tutto, con pazienza, perseveranza e voglia di vincere, per lasciare un segno ancora più chiaro sulla storia della pallacanestro isolana e italiana.
Matteo Cardia