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Tra blackout e poca fluidità offensiva: alla Dinamo Sassari ora serve orgoglio

Gerald Robinson contende un pallone a Leonardo Candi durante la semifinale di Supercoppa tra Tortona e Sassari | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
Gerald Robinson contende un pallone a Leonardo Candi durante la semifinale di Supercoppa tra Tortona e Sassari | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Da una parte l’energia che continua a fluire senza interruzione, resa ancora più accecante da una luce chiamata pubblico. Dall’altra una corrente che va e viene, dimostra di saper potenzialmente illuminare la scena ma soccombe alla lunga provata dai vari blackout. La Dinamo Sassari perde la sua seconda partita in campionato contro una Treviso sporca e cattiva di un ritrovato Adrian Banks. Lo fa arrendendosi solo nel quarto periodo nonostante le difficoltà. Difficoltà a cui però la squadra si dovrà abituare per ricreare al più presto le fondamenta del proprio equilibrio sul parquet.

Cambi

Bucchi ha scelto l’ormai solito quintetto base, con Raspino da tre e Jones dalla panchina. La squadra ha iniziato cercando di mettere subito in ritmo Onuaku, finendo per forzare il passaggio o il tiro in diverse situazioni. Treviso ha reso tutto più complesso, mettendo tanta fisicità e scaltrezza nella propria metà campo e provando a portare i ritmi della gara su velocità superiori al dovuto, trascinando così Sassari a fare altrettanto in più frangenti. L’ingresso di Nikolic e di Jones in partita ha portato acqua al mulino sassarese, con il primo coraggioso nel prendersi determinate responsabilità e il secondo subito a mettersi in opera dall’arco. La carta del quintetto piccolo con Sorokas da cinque fatta da Nicola, ha messo in difficoltà nel secondo periodo Onuaku e Sassari, che dopo un tentativo di strappo si è vista recuperare e superare alla seconda sirena. Nel secondo tempo Banks è salito di livello, mentre i biancoblù hanno alternato buone soluzioni ad attacchi in cui la palla non ha girato con la giusta fluidità. La squadra è rimasta comunque in scia, complice la poca precisione al tiro di una Treviso che ha avuto solo nell’ex Brindisi il giocatore offensivamente più continuo. Con Onuaku incappato nella sua serata più complessa, Bucchi ha scelto di affidarsi a Diop negli ultimi minuti, Nikolic prima e soprattutto Kruslin poi hanno provato a tenere vive le speranze sassaresi ma le amnesie comunicative in difesa e la tripla di Zanelli dopo un rimbalzo offensivo concesso agli avversari a un minuto dalla fine hanno chiuso la gara fino al 79-71 finale.

Numeri

Sedici palle perse, confronto perso 40-32 a rimbalzo, 13 su 23 ai liberi. Ma anche il 16% dall’arco di Bendzius (8 punti a referto) e appena il 22% da due per Onuaku (appena 5 punti per lui), giocatori su cui gli sforzi di Treviso in difesa sono stati evidentemente ripagati. I numeri letti nel dopo partita spiegano bene quale sia stata la partita di una Sassari che nel terzo quarto, pur iniziando bene, non è riuscita a far girare la gara a suo favore. Sarebbe stato quello probabilmente il miglior momento, come spesso accade ai sassaresi, per aggredire la partita. Ma le scelte frettolose in regia, il poco respiro sull’arco e la poca possibilità di spingere in campo aperto hanno reso complicati i piani biancoblù negli ultimi venti, così come la mancanza di una vera e propria ricerca del gioco interno che aiutasse ad allargare le maglie trevigiane. La nuova assenza di Gentile, stavolta causata da un attacco influenzale, si è fatta chiaramente sentire, anche se Chessa ha provato a farsi trovare pronto tanto quanto Nikolic. Al di là di qualche forzatura, la convinzione e la capacità di far canestro dell’ex Partizan è qualcosa che fa ben sperare per un futuro in cui però tutta la squadra dovrà far rivedere quella cattiveria vista con Verona appena una settimana fa. Così come anche provare a fermare meno il pallone e leggere meglio le diverse situazioni a difesa schierata in attacco. Tuttavia, trovare una solidità mentale ancora più che tattica dopo i tanti cambiamenti indotti dagli infortuni non è il compito più semplice anche per coach Bucchi. La Dinamo ha comunque il dovere di provarci, perché già mercoledì si giocherà una fetta importante di Bcl su un campo difficile come quello del Paok Salonicco. Una sfida in cui sarà fondamentale tirare fuori qualcosa in più anche dal punto di vista dell’orgoglio per avere la meglio sull’altra squadra che nel primo turno di Champions League è uscita sconfitta dal campo del Dijon.

Matteo Cardia

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