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Ferlicca dell'Ilvamaddalena contro il COS

Serie D: voti e giudizi delle squadre sarde dopo il girone d’andata

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Un girone d’andata è andato in archivio per il gruppo G della Serie D, il campionato che vede impegnate le quattro sorelle sarde dell’Arzachena, Ilvamaddalena, Costa Orientale Sarda e Atletico Uri. Una prima parte di stagione tra qualche luce e diverse ombre per le realtà isolane in quarta serie. Tracciamo allora un primo bilancio provando a dare anche i voti a questa parte di torneo per i club sardi.

Ilvamaddalena: voto 8

Cinque vittorie, otto pareggi e quattro sconfitte. Diciotto gol fatti e diciotto subiti. Nono posto in classifica e +4 sulla zona playout. Il cammino degli isolani di Aldo Gardini, da neopromossi nella categoria, fin qui è stato praticamente perfetto. Il tecnico romano aveva fissato come obiettivo, non poco pretenzioso per i valori sulla carta a inizio stagione, 20 punti alla fine del girone d’andata. L’Ilva invece ha girato la boa di metà percorso con 23 punti e si è regalata un Natale più che felice con il successo per 3-2 in un pazzo derby di Gallura a Moneta contro l’Arzachena. Per distacco la gara più sentita degli ultimi anni all’ombra del faro maddalenino. Parlare di gruppo, di magia creatasi intorno allo spogliatoio guidato da capitan Ansini o del vantaggio di essere un’isola nell’isola ha il suo fascino e riempie le righe di retorica. Ma dopo 17 turni è anche il momento di mettere la poetica da una parte e iniziare a guardare il campo. Questa rosa gioca bene, è armoniosa in ripartenza e sa soffrire quando c’è da soffrire considerando che è una nuova arrivata dopo tantissimi anni di assenza in D. La vittoria in rimonta nell’ultimo derby lo dimostra, nonostante l’inesperienza questa squadra ha sia cuore che testa. Ora arriva il difficile: aumentare le potenzialità del gruppo usando il mercato, senza spezzare l’incantesimo nello spogliatoio, e soprattutto confermarsi nel girone di ritorno senza pensare di aver già fatto il massimo. Una pancia piena che Gardini dovrà essere bravo a svuotare nei suoi in fretta dopo le feste perché per continuare a cullare il sogno D serviranno la stessa fame e la stessa compattezza mostrati nel girone d’andata.

Arzachena: voto 5,5

La zona playoff è distante solo 3 punti, ma le primissime del torneo hanno preso il largo. In casa Arzachena non si può essere contenti per questa prima parte di campionato che ha ridimensionato ambizioni e sogni, soprattutto del tecnico Nappi che con coraggio non si è masi nascosto puntando il dito sempre sulla vittoria del campionato. Un gioco di stimoli al rialzo che bene aveva portato nella passata stagione ma che in questo anno di D forse ha messo troppe aspettative e troppe pressioni su un gruppo ancora non pronto. Gli infortuni hanno inciso tanto, questa squadra non può regalare nel momento topico del torneo gente come Sartor, Loi, Pinna o Boló all’infermeria. Ma al tempo stesso questa Arzachena non sembra avere le alternative valide in panchina per fare un campionato da primissimi posti. Il mercato sarà l’occasione giusta per fare le riflessioni adeguate e per migliorare i punti di forza di una formazione che è attardata rispetto alle previsioni ma che non è assolutamente chiusa fuori dai discorsi playoff e che avrà tutto lo spazio da qui a fine torneo per concludere in bellezza. Servirà però riaccendere l’entusiasmo che pare mentalmente essersi un po’ spento nelle ultime settimane. Quel brio di Nappi unito alla spensieratezza del gruppo per gli smeraldini che devono tornare a sognare senza però l’incubo di pressioni auto-imposte.

Costa Orientale Sarda: voto 5

C’è una Costa Orientale Sarda con 2 punti di distacco dai playoff se guardiamo alla classifica in casa e poi c’è una Cos con 4 punti raccolti in trasferta (peggio fa solo il Tivoli con 3). Sardegna madre e matrigna per la squadra di Loi con Cadau e compagni che fin qui non sono riusciti a dare continuità ai risultati per i troppi passi falsi commessi soprattutto lontano da Tertenia. La valutazione del girone d’andata al di là del mal di trasferta però non può essere positiva soprattutto vista la forza della rosa degli ogliastrini-sarrabesi. L’ultima vittoria sul Monterotondo va a spezzare un periodo non felicissimo, un ritorno al +3 che può sapere di nuovo ritmo nell’anno che verrà. Ai ragazzi di Loi servirà prima un pizzico di continuità per togliersi dalla zona rossa della classifica e poi una maggiore identità per provare a fare anche la voce grossa nel torneo. Senza dimenticare che si tratta dei primi mesi di un progetto solido e con base triennale. Nel 2023 la prova del 9: dare un messaggio al campionato e spezzare il limbo del risultato al ribasso.

Atletico Uri: voto 4

Qualcosa nel giocattolo si è rotto. L’Atletico Uri non gira più come nel fantastico primo anno da matricola in Serie D vissuto appena 12 mesi fa. L’ultima sconfitta contro il Portici, netta per 4-0, in uno scontro diretto per la salvezza sembra il simbolo di una squadra che non riesce a rialzarsi dalla crisi. E passare il Natale tra paure e rimpianti con la classifica che recita ultimo posto non aiuta. La squadra di Paba non gioca male, anzi nel torneo ci sono realtà che sono molto più conservative e meno frizzanti, però con le pacche sulle spalle nel calcio non si è mai vinto nulla. Figurarsi salvarsi in un campionato pieno di insidie come la D. Sembra servire una scossa importante a livello mentale a un gruppo che ha tutte le qualità per centrare il bis salvezza ma che deve crederci. Fame, cattiveria, cinismo, attenzione, tutte parole che in stagione fin qui sono mancate ai giallorossi. E poi c’è quello 0 alla voce vittorie in casa al Ninetto Martinez che grida vendetta. Solo 6 punti in 9 gare giocate a Uri sono un niente per poter rimanere la categoria. Un piatto vuoto strano per una piazza che ha fatto, e fa, della compattezza e della vicinanza della realtà paesana alla squadra una delle principali armi. La speranza è quella che con il cambio di pagina del calendario anche l’Atletico riesca a cambiare registro, perdere un contesto dove ancora si vive il calcio come un passatempo domenicale di aggregazione e condivisione sarebbe oggettivamente un peccato per il pallone isolano in quarta serie.

Roberto Pinna

 

 

 

TAG:  Serie D
 
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