Il lungo treno dei desideri rossoblù ha perso qualche carrozza, leggasi certezza, dopo la sconfitta di Giugliano, la seconda in campionato contro la capolista. In casa Torres però la marcia sui binari di una stagione che ha l’obbligo di vedere i sassaresi protagonisti continua spedita. La prossima stazione, al momento senza fermata prenotata, è quella di Lanusei, ma a far discutere è l’utilizzo dei vagoni rossoblù con i posti a sedere che, nonostante una rosa ampia, sembrano portare un po’ troppo spesso agli stessi nominativi.
Straordinari
Basta prendere i tabellini e le formazioni titolari dell’ultima settimana. Mister Alfonso Greco ha cambiato solo una pedina: Bianchi, assente alla prima del 2022 contro l’Atletico Uri, con Piredda, ora infortunato. Dopo circa un mese di inattività, e con in calendario tre complicatissime sfide con Uri, Afragolese e Giugliano (tutte in trasferta) in sette giorni, la squadra sassarese ha usato dal primo minuto praticamente sempre gli stessi. Dodici giocatori in totale, detto della staffetta a centrocampo, gli altri sono: Salvato, Rossi, Dametto, Antonelli, Mukaj, Masala, Kujabi, Lisai, Scotto e Diakite. Più in generale in stagione in casa Torres sono esattamente 11 i giocatori sopra i 1.000 minuti giocati (Dati Transfermarkt): Antonelli (1.620), Rossi (1.603), Dametto (1.601), Salvato (1.530), Scotto (1.494), Diakite (1.456), Kujabi (1.454), Masala (1.095), Bianchi (1.041) e Piredda (1.038). Escluso Mukaj (827 minuti) sono questi praticamente gli uomini con i quali la Torres ha deciso di giocarsi non solo la settimana più calda del campionato fin qui, ma l’intera annata. Oltre all’ex Genoa solamente Turchet è riuscito, per ora, ad arrivare a quota 821 minuti giocati, ma nelle ultime nove di campionato anche lui ha messo insieme solo tre spezzoni. Per gli altri, da Sabatini a Demartis, da Samuele Pinna a Ruocco o Ferrante, le opportunità avute a disposizione sono davvero pochissime. Emblematico il caso di Sabatini, che ha comunque segnato due reti, ma che ha giocato appena 327 minuti, poco più di tre partite e mezzo in totale spalmate però in sedici presenze. Difficile rendere al meglio così.
Mercato o alternative?
Dopo la nuova sconfitta con il Giugliano, che lascia il retrogusto di una conquista alla vetta che diventa impresa da K2 senza bombole in inverno, in città è tornata di moda la parola mercato. Un vice Diakite sembrerebbe essere la cura ai mali dei rossoblù, per la piazza. E nelle ultime ore la società sassarese si è davvero mossa con alcuni sondaggi, per Mancosu del Muravera e per il portoghese Gomes Aladje (tra gli altri). Idee che poi non hanno portato a una concreta trattativa, ma non è da escludere che nelle prossime ore o nei prossimi giorni la Torres non piazzi davvero un colpo di prestigio lì in avanti. L’impressione però è che ai rossoblù più che un nuovo rinforzo serva trovare una seconda anima, grazie alla sua panchina, per fare punti anche nelle partite in cui gli schemi di gioco rodati e imparati a memoria non funzionano, come successo in Campania contro i gialloblù di Ferraro. Anche perché altrimenti la bella storia della rosa lunga e competitiva, raccontata giustamente con la squadra protagonista nei vari turni di Coppa Italia, diventa un castello di carte in mezzo al maestrale. L’impressione è che questa formazione sia molto umorale, il gioco c’è ed è anche bello da vedere ma se non arriva il gol, o se alcune idee di gioco (come il continuo giro palla dal basso) si fatica a metterle in pratica, la risposta è quasi sempre la frenesia, la foga e il nervosismo. Comprensibile, perché molti dei giocatori sentono in maniera particolare la maglia e vogliono fare bene per la città, però serve trovare una seconda via perché non si può pensare di dominare senza episodi, momenti di calo atletico o mentale tutte le gare del girone di ritorno. In panchina ci sono alcuni giocatori che spingono per avere un’opportunità, Ruocco su tutti ma anche Sabatini, Demartis e Tesio. E un discorso a parte merita il nuovo arrivato Gurini che sembra davvero poter dare molta spinta sulla fascia. Ai veterani ora sta capire quando fare un passo indietro o quando mettersi a disposizione anche con altri compiti tattici, mentre a Greco il difficile ruolo di prendere anche delle decisioni impopolari ma dare delle alternative solide a questa formazione nei momenti chiave di una partita. Il fuoco dello spogliatoio non va spento ma alimentato, senza però dimenticarsi che il fuoco scalda ma anche brucia.
Roberto Pinna