Sassari, è già finito l’entusiasmo? Come è passata la città dalle feste di agosto, dai balli al suon di tamburo dei Candelieri e le pacche sulle spalle ai proprietari del gruppo Abinsula accolti come i salvatori della patria, alla contestazione a metà partita della sfida contro il Montevarchi al Vanni Sanna? Con fischi e cori contro il tecnico Alfonso Greco, soprattutto, e ai calciatori, in secondo luogo, piovuti sul punteggio di parità per 1-1, che sarà 2-1 per i rossoblù alla fine. Nel mezzo dodici turni di Serie C nel Girone B per la squadra sassarese. La classifica recita: 3 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte per un totale di 15 punti. Dodicesimo posto in classifica, playoff lontani 3 punti e playout distanti 4 punti.
Distacco
A sorprendere è il legame emerso tra la squadra in campo e il tifo sugli spalti. E non ci riferiamo alle presenze, comunque al di sotto delle iniziali aspettative, ma soprattutto alla spinta e alla vicinanza mostrata dai supporter nel primo vero momento di bisogno recente dei rossoblù. Il pari del Montevarchi su rigore ha rappresentato infatti un possibile momento di svolta umorale per un gruppo che arrivava da due beffe: il pareggio subito da Ragatzu nel derby contro l’Olbia in casa e la trasferta a Pontedera persa per 1-0 negli ultimi istanti. E infatti la squadra da lì in poi ha subito maggiormente gli avversari e ha giocato con eccessiva frenesia. Nei minuti di maggiore necessità, forse la prima vera necessità in casa se escludiamo la brutta prova per attenzione fatta contro il San Donato Tavarnelle, l’ambiente non ha risposto presente. Niente incitamento, niente sostegno, ma cori contro l’allenatore e i giocatori. E la domanda è: è bastato così poco a spegnere la fiamma di una piazza abituata ad anni anche e soprattutto di anonimato nei dilettanti? O sono stati proprio questi anni di anonimato che hanno instillato delle pretese errate nel tifo rossoblù?
Contesto
Sassari è una piazza appassionata e che richiede un determinato tipo di risultato e prestazione, questo si sa ed è giusto sia così per storia e potenzialità. Anche se sarebbe importante non dimenticare da dove si arriva per evitare di saltare degli step di crescita e maturazione necessari, anche a livello di cultura sportiva cittadina. Ma è il giusto modo di stare vicini a un club quello di creare malumore all’interno di una sfida vinta per 2-1 e che precede un periodo complesso con un calendario contro tante squadre di vertice? Evidentemente ci si è dimenticati troppo presto che la Torres sta giocando tra i professionisti dove mancava dal 2014-15 con una rosa costruita in poche settimane e che per oltre un mese è rimasta nel limbo tra Serie C e Serie D in attesa della conferma sul ripescaggio. Quanto si può pretendere da questa Torres guardando i numeri? Lo dice bene la classifica sul valore delle varie rose del Girone B stilata dal sito specializzato Transfermarkt. La squadra di Greco vale 2,64 milioni (dati aggiornati a ottobre) ed è la terzultima squadra per valore totale di tutto il girone. Meno valgono solo Fermana (2,61 milioni) e Recanatese (2,40 milioni). La Virtus Entella, primo avversario dei rossoblù in questa stagione, è in cima a questa particolare classifica e vale quasi tre volte la Torres (sopra i 7 milioni).
Nodo allenatore
Nel mirino del tifo sassarese c’è soprattutto l’allenatore Alfonso Greco e va detto che quello tra la piazza e il tecnico romano è un amore mai nato. Già l’anno scorso l’ex Lanusei è stato stuzzicato in più occasioni dagli spalti. A Greco viene criticato il gioco della sua squadra in campo. Ed è vero che a tratti la formazione rossoblù contro il Montevarchi ha giocato di frenesia e con poca lucidità. I numeri però parlano di una Torres che con 9 gol subiti è la terza miglior difesa del girone B, dopo Fiorenzuola (8) e Cesena (7). Una formazione che ha fatto 8 risultati utili consecutivi e mantenuto in 12 turni per 5 volte la porta inviolata. Se consideriamo le principali occasioni da gol contro il Montevarchi, che conti alla mano è stata una delle prove meno brillanti di Scappini e soci, il conto è presto fatto con il colpo di testa solo in area di rigore di Ruocco troppo centrale e il tiro a lato in contropiede di Liviero. Nessuna vera parata invece per Salvato. E anche l’accusa di costruire meno degli avversari sembra reggere poco. Questa è la Serie C e forse qualcuno ha erroneamente pensato che passare dal fango della Serie D alla terza serie avrebbe significato in automatico un passaggio di lusso in prima classe tra colpi di tacco e calcio champagne, ma la realtà è ben diversa. Vero, spesso la squadra di Greco ha pensato prima a non prenderle, ma è anche normale per un progetto che mira dichiaratamente a salvarsi. Specie per una squadra che in casa è stata scottata a inizio torneo dalla prova al San Donato Tavarnelle dove in vantaggio di un gol per continuare a spingere ha preso due reti su ripartenza rapida avversaria. Ora il dubbio è: quanto riuscirà Greco a reggere la pressione di un ambiente in parte ostile? E quanto impiegherà la squadra a ricucire le crepe aperte nel pazzo pomeriggio del Vanni Sanna contro il Montevarchi? Domande che aumentano le perplessità sulla reazione di una piazza che sembra aver perso un’occasione per dare equilibrio a un progetto che non può permettersi di dare per scontata la categoria. Anche perché il passato ha già insegnato che pensare di essere superiori solo per il nome Torres sulla maglia è una strategia che non ripaga.
Roberto Pinna